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    Rivoluzione Ducati: ecco la prima moto elettrica da gara

    TORINO – La sigla V21L può non dire nulla, ma porta con sè una grande sostanza. Di più, storica. è il nome della prima moto elettrica Ducati da competizione, il prototipo che il prossimo anno riempirà la griglia del Mondiale di MotoE con 18 moto. Un nuovo salto nel futuro per la Casa di Borgo Panigale, che in pochi mesi ha accettato e superato la sfida, sfruttando anche l’appartenenza al Gruppo Volkswagen, che ha fatto della mobilità elettrica un elemento essenziale della propria strategia 2030 “New Auto”.Oggi la Ducati ha svelato la V21L, nata dalla collaborazione tra il reparto R&D e Ducati Corse e destinata a rivoluzionare un settore ancora inesplorato grazie soluzioni tecniche mai adottate prima, specie per pacco batteria, motore e inverter. Il tutto sviluppato in pista dai collaudatori Michele Pirro e Alex De Angelis, ma poi provato anche da Claudio Domenicali, grande appassionato di superbike. «Qualche settimana l’ho provata in pista e mi sono reso immediatamente conto di star vivendo un momento storico – racconta l’a.d. Ducati -. Il mondo sta attraversando un periodo complesso e la sostenibilità ambientale è un elemento che tutti gli individui e tutte le aziende devono considerare una priorità se si vuole preservare il delicato equilibrio del pianeta. Come Ducati abbiamo colto questa necessità e siamo andati alla ricerca di una sfida che ci consentisse di contribuire all’obiettivo comune di riduzione delle emissioni di CO2 e al contempo di tenere fede al nostro DNA legato alle competizioni. Il risultato che abbiamo raggiunto è sorprendente. Sentito un grande senso di orgoglio per quello che ancora una volta siamo stati capaci di creare».Una moto che pesa 225 kg, ovvero 12 in meno rispetto alla richiesta della Dorna, e sprigiona 110 kW (150 CV!), che al Mugello le hanno permesso di raggiungere i 275 orari. Tutto grazie a un pacco batteria (1.152 celle) sagomato per seguire il naturale andamento della zona centrale della moto e di 110 kg, ricaricabile all’80% in 45 minuti. L’inverter, di appena 5 kg, è derivato da un modello ad alte performance impiegato nelle competizioni automobilistiche per mezzi elettrici (sfruttata la collaborazione con Porsche?), il motore (21 kg) ha un regime di 18.000 giri.«Non è soltanto un’impresa tecnologicamente entusiasmante, è anche la maniera migliore per interpretare le sfide del nuovo millennio – sottolinea Vincenzo De Silvio, R&D Director Ducati -. Far crescere le competenze interne all’azienda già oggi è fondamentale per farci trovare pronti quando sarà il momento di mettere in produzione la prima Ducati elettrica stradale». Un traguardo che fino a pochi mesi fa sembrava lontanissimo. Anzi, non interessante. LEGGI TUTTO

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    Nba, Harden resta a Philadelphia. Per Jokic maxi-rinnovo con Denver

    Dopo aver rifiutato l’opzione da 47 milioni di dollari (circa 45,2 in euro) per la prossima stagione, James Harden apre al ritorno a Philadelphia: diventato ufficialmente un free agent, ha comunicato alla squadra che intende rimanere con un nuovo accordo che garantirà ai 76ers la flessibilità di cui hanno bisogno per ingaggiare altri giocatori quest’estate. Lo ha riferito una fonte a conoscenza diretta della situazione all’Associated Press. Per quanto riguarda gli altri movimenti nel mercato Nba, Jalen Brunson dovrebbe lasciare i Dallas Mavericks e diventare il nuovo playmaker dei New York Knicks. L’affare più grande, in termini di cifre e in arrivo nei prossimi giorni, quasi certamente non avrà nulla a che fare con un free agent: tutti i segnali indicano che il due volte MVP in carica Nikola Jokic rinnoverà con i Denver Nuggets per 260 milioni di dollari (oltre 250 in euro). LEGGI TUTTO

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    Caso Hamilton, Rodrigo Piquet difende lo zio e la fidanzata di Verstappen approva

    La querelle tra Nelson Piquet e Lewis Hamilton è al centro della scena di questa calda estate. Il tre volte campione del mondo ha parlato del pilota britannico utilizzando la parola “neg***to”, salvo poi scusarsi e giustificarsi dicendo di aver utilizzato il termine incriminato in maniera colloquiale. Sulla faccenda è intervenuto anche il nipote Rodrigo, su Instagram. “La nostra nonna Inacinha, la madre di mio papà, l’anima e il cuore dei miei zii, ci chiamava tutti n***i: non si tratta di razzismo, ma di amore. Mondo ipocrita del c***o”. Di certo, il contesto in cui il tre volte campione del mondo ha utilizzato la parola razzista non era quello familiare. Quindi la difesa del nipote non regge più di tanto. Ma c’è chi l’ha apprezzata. Trattasi di Kelly Piquet, fidanzata di Max Verstappen, attuale campione campione in carica e indiretto partecipante alla vicenda (neg***to, infatti, è stato utilizzati da Nelson parlando proprio di una manovra di Hamilton nei confronti dell’olandese).
    Cosa farà Verstappen?
    Il like di Kelly su Instagram al post di “difese” di Rodrigo Piquet sta già facendo parlare molto, considerato che la faccenda non è stata presa affatto bene dalla Formula 1, i cui vertici che a sua volta hanno dichiarato: “Il linguaggio discriminatorio o razzista è inaccettabile in qualsiasi forma e non ha alcun ruolo nella società, Lewis è un incredibile ambasciatore del nostro sport e merita rispetto. I suoi instancabili sforzi per incrementare la diversità e l’inclusione sono una lezione per molti e qualcosa per cui ci impegniamo in F1”, una frase che che fa ipotizzare eventuali aspre conseguenze per Nelson Piquet. E ora, all’interno di questo calderone, rischia di finire pure Max Verstappen, totalmente estraneo alla faccenda, a causa di un like di troppo della sua fidanzata.
    Lo youtuber 15enne da 20.000 euro al mese che possiede Ferrari, Lamborghini e McLaren! LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Sofuoglu: “Nel 2023 Razgatlioglu correrà ancora in Superbike”

    ROMA – “Una cosa è chiara: la Yamaha ha rinnovato Quartararo. Quindi non ci sono opportunità e saremo in WorldSBK il prossimo anno. Non ci interessa un team satellite. Se andremo in MotoGp, lo faremo solo con una squadra ufficiale”. Così ai canali ufficiali della MotoGp, l’agente di Toprak Razgatlioglu, Kenan Sofuoglu, che rivela il futuro del suo cliente, campione del mondo in carica in Superbike. Per il pilota turco si era profilata la possibilità di approdare in MotoGp, ipotesi però tramontata stando alle parole di Sofuoglu.
    Le parole di Sofuoglu
    Il pilota della Yamaha ha effettuato un test con la M1 ufficiale, ma si deve rassegnare a un altro anno tra le derivate di serie. “La Yamaha ha perso la seconda squadra e il box ufficiale è al completo. Nel 2024 saremo in grado di prendere contatti con qualsiasi altro marchio. Ma senza un team ufficiale Razgatlioglu resterà in Superbike. I miei piloti saliranno in sella solo su moto ufficiali”, ha poi concluso Sofuoglu, che vorrebbe un futuro al top per il suo assistito. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Sofuoglu: “Razgatlioglu resterà in Superbike il prossimo anno”

    ROMA – Il manager di Toprak Razgatlioglu, Kenan Sofuoglu, rivela il futuro del suo cliente, campione del mondo in carica in Superbike. Per il pilota turco si era profilata la possibilità di approdare in MotoGp, ipotesi però tramontata stando alle parole di Sofuoglu: “Una cosa è chiara: la Yamaha ha rinnovato Quartararo. Quindi non ci sono opportunità e saremo in WorldSBK il prossimo anno. Non ci interessa un team satellite. Se andremo in MotoGp, lo faremo solo con una squadra ufficiale”.
    La posizione di Razgatlioglu
    Il pilota della Yamaha ha effettuato un test con la M1 ufficiale, ma si deve rassegnare a un altro anno tra le derivate di serie. Prosegue infatti Sofuoglu: “La Yamaha ha perso la seconda squadra e il box ufficiale è al completo. Nel 2024 saremo in grado di prendere contatti con qualsiasi altro marchio. Ma senza un team ufficiale Razgatlioglu resterà in Superbike. I miei piloti saliranno in sella solo su moto ufficiali”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Il mondiale? Il mio cuore sente che è possibile”

    ROMA – Marc Marquez è stato vicino ad annunciare il suo ritiro in MotoGp. È lo stesso pilota Honda a rivelare questo retroscena in un’intervista concessa a “GP Racing”, dove dice: “Ho pensato di smettere in alcuni momenti, ma non è mai stata una decisione definitiva, solo parentesi. È successo nel 2021, quando ho avuto difficoltà a tornare in primavera, e quest’anno dopo l’incidente di Mandalika con il ripresentarsi del mio problema alla vista”. La riabilitazione del braccio destro inizierà a breve, ma Marquez avvisa i tifosi: “Bisogna essere realisti. Fino al 2019 ero spinto dalla voglia di vincere ora devo confrontarmi con la sfida di riuscire a essere ancora veloce. Ma dentro di me sento l’obiettivo mondiale è realizzabile”
    L’eredità di Marquez
    Il pilota di Cervera però avverte di poter vincere il suo nono titolo mondiale: “Devo lavorare sulla guida, dato che il braccio non è lo stesso di prima. Quindi è necessario usare di più le gambe per controllare la moto, evitando un nuovo trauma cranico e possibili problemi alla vista. Ma non posso pensarci mentre sono in sella, altrimenti non dovrei più guidare”. Se sucederà questo, Marquez è pronto a ritirarsi: “Quando accadrà, la mia carriera sarà finita. Spero di essere ricordato come un campione che ha dato tutto. Nessuno può dirmi che non ho dato il massimo”, ha infatti concluso il “Cabroncito”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Ho pensato al ritiro due volte”

    ROMA – “Ho pensato di smettere in alcuni momenti, ma non è mai stata una decisione definitiva, solo parentesi. È successo nel 2021, quando ho avuto difficoltà a tornare in primavera, e quest’anno dopo l’incidente di Mandalika con il ripresentarsi del mio problema alla vista”. Queste le parole di Marc Marquez in un’intervista concessa a “GP Racing”. Il pilota della Honda vuole tornare in MotoGp, ma la riabilitazione del braccio destro è ancora alle sue fasi iniziali. “Bisogna essere realisti. Fino al 2019 ero spinto dalla voglia di vincere ora devo confrontarmi con la sfida di riuscire a essere ancora veloce”
    Obiettivo realizzabile
    Il pilota di Cervera però avverte di poter vincere il suo nono titolo mondiale: “Dentro di me sento che questo obiettivo è realizzabile. Devo lavorare sulla guida, dato che il braccio non è lo stesso di prima. Quindi è necessario usare di più le gambe per controllare la moto, evitando un nuovo trauma cranico e possibili problemi alla vista. Ma non posso pensarci mentre sono in sella, altrimenti non dovrei più guidare”. Un segnale, questo, che potrebbe spingere Marquez a ritirarsi: “Quando accadrà, la mia carriera sarà finita. Spero di essere ricordato come un campione che ha dato tutto. Nessuno può dirmi che non ho dato il massimo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Espargaro: “La moto attuale non è la stessa della preseason”

    ROMA – “La moto di inizio stagione e quella attuale non sono la stessa cosa. Nella preseason non ho avuto una caduta e quando rimedi tante cadute anche quando sei lento qualcosa non funziona. È evidente. Ora bisogna rischiare di più senza la paura di sbagliare”. Questo il momento della Honda in MotoGp fotografato da Pol Espargaro in un’intervista al “Mundo Deportivo”. Il team nipponico, complice anche lo stop di Marc Marquez, non riesce ad esprimersi a un livello alto in questa stagione ed è in cerca di certezze.
    Le parole di Espargaro
    Alla base però dei problemi della Honda secondo Espargaro ci sarebbe una componente “umana”: “Siamo rimasti scioccati quando le cose sono iniziate ad andare male. Il problema più grande è la nostra velocità di reazione. Siamo molto lenti. Abbiamo problemi, li abbiamo localizzati, ma non siamo in grado di testare nuovi elementi. Dal Qatar abbiamo provato un telaio diverso, molto simile a quello che avevamo, e lo stesso vale per un forcellone. Tutto qui”. Alla fine sembra che il problema della Honda sia legato anche ai suoi tecnici: “Non stiamo testando nulla per migliorare. Penso che non debbano avere paura di sbagliare. La sicurezza è una priorità, non vogliono testare nulla che possa mettere a rischio la sicurezza del pilota. Lo apprezzo molto, ma ora bisogna rischiare”, ha infatti concluso Espargaro. LEGGI TUTTO