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    Il Vesuvio e il suo Gran Cono

    Pochi luoghi al mondo, come il golfo di Napoli, riescono a concentrare tutte insieme un simile patrimonio di ricchezze artistiche, storiche e naturalistiche. Ma c’è solo un luogo, meraviglioso e affascinante, da cui tutto questo può essere ammirato con un unico colpo d’occhio, Il Gran Cono del Vesuvio, la cui sommità è percorribile a piedi, dopo una suggestiva salita lungo il cosiddetto sentiero natura n. 5.

    Un’avventura alla portata di tutti, che inizia dal parcheggio del Piazzale di Quota 1000, nel comune di Ercolano (Na), che si raggiunge al termine della Strada Provinciale Ercolano-Vesuvio. Superata la biglietteria, si parte. La salita inizia dolcemente e dura circa 800 metri. Durante il percorso si cammina costantemente sorvegliati dalle Guide Alpine e Vulcanologiche della Regione Campania. Risalire il sentiero del Gran Cono è un’esperienza unica, per l’emozione di camminare lungo il cratere di un vulcano attivo e per i panorami che si possono godere, via via più suggestivi, lungo i vari tornanti. Una veduta aerea sempre più ampia, che abbraccia il golfo, il casertano, la città di Napoli, Ischia, Procida, Capri, ma anche le isole laziali e i monti Lattari, che troneggiano sulla penisola sorrentino-amalfitana.
    Arrivati in cima, l’itinerario prosegue sulla parte occidentale dell’orlo del cono, con la possibilità di guardare al suo interno, dove alcune fumarole ricordano che il vulcano è attivo, seppur addormentato. Raggiunta una struttura chiamata Capannuccia – chi lo desidera, da qui potrà anche decidere di tornare indietro sui propri passi, fino al piazzale – si prosegue costeggiando il cono in discesa lungo un tratto che si sovrappone al sentiero 6, per poi svoltare a sinistra costeggiando la Valle dell’Inferno (questo tratto è in comune col sentiero 1). Raggiunto un cancello d’accesso, si gira a sinistra per un breve tratto asfaltato, fino a tornare nuovamente al Piazzale di Quota 1000, punto di partenza dell’itinerario.

    Per tutte le info, per scaricare la mappa dei sentieri, e per l’orario aggiornato delle visite, si può consultare il sito ufficiale www.parconazionaledelvesuvio.it (oppure si può chiamare la info-line al numero 081 2395653). LEGGI TUTTO

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    L'Abbazia e il borgo di Fossanova

    Il Borgo di Fossanova sorge nella Valle dell’Amesano, nel basso Lazio, nei pressi di Priverno (LT). Un’area che già sul finire del XVIII secolo aveva suscitato interesse nei nobili europei che intraprendevano il Grand Tour, un viaggio di formazione intellettuale, umana e culturale, che vantava in Italia numerose e imperdibili tappe. Richard Lassels, che ne fu padre fondatore, durante il suo viaggio lungo la Penisola, elesse Priverno e Fossanova come le tappe principali nei territori dell’Amesano.
    L’Abbazia di Fossanova si erge sui resti, che si possono ancora scorgere al suo esterno, di una villa romana, costruita in età repubblicana. L’edificio che oggi conosciamo rappresenta una delle più imponenti testimonianze di arte gotica-cistercense in Italia. La sua costruzione iniziò nel 1163, ma alcuni storici ne datano l’inizio al 1170, altri ancora al 1187. I lavori durarono circa 45 anni, e fu definitivamente sistemata, con i rosoni, solo intorno al 1300.
    L’edificio religioso fa parte del piccolo borgo di Fossanova, che nacque nel VI secolo con un insediamento benedettino, ma nel 1135 passò all’ordine dei cistercensi per volontà di papa Innocenzo II. Qui, tra le altre cose, trascorse i suoi ultimi giorni Tommaso d’Aquino. Vi arrivò nel 1274, mentre era in viaggio con il suo segretario verso Lione per partecipare al Concilio di Gregorio X. Secondo la tradizione, Tommaso, appena entrato nell’abbazia, pronunciò le seguenti parole: questo è il luogo del mio riposo per sempre; vi abiterò perché l’ho scelto; forse prevedendo la sua fine imminente. Infatti, morì pochi giorni dopo.

    L’antico borgo, preservatosi nel tempo, oggi accoglie i visitatori con i suoi angoli pittoreschi e i gli antichi edifici, riadattati alle diverse esigenze odierne. Così, l’antica foresteria è diventata un ristorante in cui sognare atmosfere di altri tempi; mentre nell’infermeria si può assistere a concerti di musica classica. L’antico granaio, invece, dal 2001 accoglie il Museo “Polo Medievale”, dove viene proposta un’interessante ricostruzione della vita di allora. Il museo, insieme al percorso museale, permette di conoscere le abitudini degli abitanti di un tipico borgo antico. Come, ad esempio, quella di seppellire i propri cari all’interno dell’abitato, realizzando i sepolcri in alcune stanze (in questo caso) di epoca romana, o nei butti, spazi in genere destinati all’immondizia.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, un casco speciale per i fratelli Marquez

    CERVERA – Marc e Alex Marquez non vedono l’ora di salire in sella alle loro Honda per cominciare la stagione in MotoGP. I due fratelli, però, vogliono celebrare l’inizio della nuova stagione mostrando la loro gratitudine a chi, in questi mesi, ha lottato duramente contro il Coronavirus. I piloti spagnoli hanno deciso insieme ad Allianz Seguros, loro sponsor personale, di indossare dei caschi con una grafica speciale che rendesse così omaggio a tutte le persone che hanno lavorato duramente per far fronte all’emergenza causata dal Covid-19.
    Raccolta fondi
    Dopo il Gran Premio di Jerez, i caschi verranno messi all’asta sulla piattaforma online Catawiki, e i fondi raccolti verranno utilizzati per acquistare 250 attrezzature per il personale sanitario mentre il resto delle donazioni verranno donate alla Croce Rossa. L’asta prenderà il via venerdì 17 luglio alle 12:00 e si concluderà lunedì 27 luglio alle 20:00. “Pushing Ahead Together” è il messaggio sui caschi dei fratelli Marquez per inviare un messaggio di solidarietà, gratitudine e speranza.
    Obiettivo comune
    Il campione del mondo Marc Marquez, a caccia del nono titolo assoluto, parla della scelta di correre con dei caschi speciali: “Dopo due mesi e mezzo di reclusione e dopo aver visto la crisi causata dalla pandemia di Covid-19, ho voluto rendere omaggio a tutte le persone che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa di questa situazione e, allo stesso tempo, ringraziare tutti i professionisti che hanno lavorato instancabilmente in questi mesi. Dopo averci pensato molto e parlato con mio fratello Alex, abbiamo pensato che la possibilità di realizzare un casco con una grafica speciale sarebbe stato un bel tributo a tutti loro, e allo stesso tempo, attraverso l’asta che si concluderà dopo il Gran Premio, potremo aggiungere un altro granello di sabbia per combattere questa pandemia”.
    Sulla stessa lunghezza d’onda il fratello Alex al debutto in MotoGP: “Non potrei esordire in modo migliore se non con un casco bellissimo per il significato che ha. Ho trascorso giorni a parlare insieme a Marc di quello che avremmo potuto fare quando sarebbero ricominciate le competizioni. Progettare un casco speciale è stato un bel modo per mostrare la nostra solidarietà a tutte le persone che hanno vissuto un momento difficile in questo periodo e, allo stesso tempo, è un modo per ringraziare tutti i professionisti per il loro lavoro”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, i fratelli Marquez a Jerez con un casco celebrativo

    CERVERA – Un casco speciale per un’occasione speciale. Marc e Alex Marquez, i due fratelli che quest’anno correranno insieme in MotoGP con la Honda, hanno deciso insieme ad Allianz Seguros, loro sponsor personale, di sfoggiare dei caschi con una grafica speciale che rendesse omaggio a tutte le persone che in questi mesi hanno lavorato duramente per far fronte all’emergenza causata dal Coronavirus.
    Finalità benefica
    Dopo il Gran Premio di Jerez, i caschi verranno messi all’asta sulla piattaforma online Catawiki, e i fondi raccolti verranno utilizzati per acquistare 250 attrezzature per il personale sanitario mentre il resto delle donazioni verranno donate alla Croce Rossa. L’asta prenderà il via venerdì 17 luglio alle 12:00 e si concluderà lunedì 27 luglio alle 20:00. “Pushing Ahead Together” è il messaggio sui caschi dei fratelli Marquez per inviare un messaggio di solidarietà, gratitudine e speranza.
    Scelta ponderata
    Il campione del mondo Marc Marquez, a caccia del nono titolo assoluto, parla della scelta di correre con dei caschi speciali: “Dopo due mesi e mezzo di reclusione e dopo aver visto la crisi causata dalla pandemia di Covid-19, ho voluto rendere omaggio a tutte le persone che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa di questa situazione e, allo stesso tempo, ringraziare tutti i professionisti che hanno lavorato instancabilmente in questi mesi. Dopo averci pensato molto e parlato con mio fratello Alex, abbiamo pensato che la possibilità di realizzare un casco con una grafica speciale sarebbe stato un bel tributo a tutti loro, e allo stesso tempo, attraverso l’asta che si concluderà dopo il Gran Premio, potremo aggiungere un altro granello di sabbia per combattere questa pandemia”.
    Sulla stessa lunghezza d’onda il fratello Alex al debutto in MotoGP: “Non potrei esordire in modo migliore se non con un casco bellissimo per il significato che ha. Ho trascorso giorni a parlare insieme a Marc di quello che avremmo potuto fare quando sarebbero ricominciate le competizioni. Progettare un casco speciale è stato un bel modo per mostrare la nostra solidarietà a tutte le persone che hanno vissuto un momento difficile in questo periodo e, allo stesso tempo, è un modo per ringraziare tutti i professionisti per il loro lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Verstappen: “Vettel in Red Bull? Sono contento di Albon”

    SPIELBERG – “Vettel in Red Bull come mio compagno di squadra? In un programma televisivo ho risposto in maniera gentile ed educata dicendo che sarei disponibile. Ma come compagno di squadra io sono contento di Albon”. Non usa mezzi termini Max Verstappen nel commentare le voci sul possibile ritorno di Sebastian Vettel in Red Bull in vista del Mondiale 2021.

    Verstappen promuove Albon
    “Albon è un bravo ragazzo ed è molto bravo anche negli assetti – ha aggiunto l’olandese della Red Bull in conferenza stampa alla vigilia del Gp di Stiria -. Entrambi diamo buoni consigli al team e non credo che ci sia motivo di lasciarlo andare”. LEGGI TUTTO

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    Val Menaggio: un giro in bici di lago in lago

    Tra i tanti itinerari ciclabili che negli ultimi anni sono stati ricavati sui tracciati di antiche ferrovie dismesse, tra i più affascinanti c’è quello che collega le cittadine di Menaggio, sul lago di Como, e Porlezza, sulla sponda italiana del lago di Lugano.
    La linea ferroviaria tra Menaggio e Porlezza, inaugurata nel 1884, nacque con lo scopo di incrementare il turismo dal nord Europa verso la regione dei laghi. Arrivati in treno a Lugano, i passeggeri proseguivano con il piroscafo fino a Porlezza e da qui con il treno fino a Menaggio. Tra le due guerre mondiali, fino al 1939, la linea ferroviaria venne sfruttata come sistema di trasporto locale, per poi cadere in abbandono al termine della  secondo conflitto.

    Il percorso ciclabile, lungo poco più di 13 chilometri con un dislivello complessivo di 250 metri, si sviluppa nella Val Menaggio, per lo più su fondo asfaltato con alcuni brevi tratti su strade aperte al traffico automobilistico, e tocca la riserva naturale Lago di Piano. Punto di partenza è la vecchia stazione ferroviaria di Menaggio, nei pressi dell’imbarcadero, oggi a sede del Consorzio Agrario, da cui si porta con poche pedalate all’Ostello della Gioventù per imboccare dopo un breve sterrato la salita che segue il fianco del Monte Crocetta e sbuca sulla statale 340. Proseguendo in salita fino al successivo tornante si arriva infine sulla ciclopedonale, il cui percorso si addentra nella valle passando per  una galleria lunga 90 metri e si interrompe sulla strada provinciale di Grandola. Qui si interrompe la cilabile e occorre fare attenzione al traffico. Passando per via Roma, via Gonte e via Cascinello Rosso si sbuca quindi nuovamente sulla statale 340, che si attraversa seguendo le indicazioni per Bene Lario-Grona fino a riprendere, dopo circa 200 metri, la pista ciclabile.
    Vicino al paese di Grona la pista si interrompe ancora e occorre proseguire per un tratto lungo via Cascine prima di riprenderla seguendo le indicazioni per Lago di Piano. Si entra quindi nel territorio della Riserva Naturale Lago di Piano e superato l’ingresso del campeggio, si prosegue costeggiando la riva del piccolo lago fino ad arrivare alla Casa della Riserva, dove si può approfittare dell’area picnic per una sosta e dove si trova l’ufficio informazioni con piccolo eco-museo (tel. 0344 74961). Sulla sinistra si intravede il Montecchio del Brione, un dosso di formazione glaciale e, più in alto, il borgo rurale di origine medievale di Castel San Pietro, con le antiche case addossate le une alle altre, le murature in sasso e un’unica via d’accesso che attraversa un portale ad arco. Proseguendo sulla pista ciclabile si attraversa un ponte di legno sul fiume Cuccio di cui si segue il corso fino a incrociare la strada provinciale 14 e, dopo un centinaio di metri, il complesso residenziale di Porto Letizia dove si riprende la pista ciclabile che costeggia il lago. Superato il ponticello sul fiume Val Rezzo, si scendono alcuni gradini per arrivare sul lungolago di Porlezza. LEGGI TUTTO

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    Ducati Multistrada 950 S, ecco la livrea GP White

    Per uno dei suoi cavalli di battaglia, Ducati ha realizzato una livrea inedita impossibile da non notare e ammirare: la Multistrada 950S, che per il model year 2021 si vestirà anche di bianco. La nuova colorazione si chiama ‘GP White’ e si affianca alla classica ‘Ducati Red’.
    La livrea “GP White” prende ispirazione dalle grafiche Ducati della MotoGPed è basata su uno schema colori che alterna il bianco e il grigio, mantenendo l’inconfondibile tocco Ducati in alcuni dettagli rossi, nel telaio e nelle grafiche sui cerchi in lega. Questa nuova colorazione è stata pensata dalla Casa motociclistica di Borgo Panigale per aggiungere sportività alla Multistrada 950 S, che fa di eleganza, fluidità ed equilibrio delle linee i suoi punti di forza.
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    Moto da viaggio
    La Ducati Multistrada 950 vuol rappresentare la moto ideale per vivere ogni giorno l’emozione del viaggio, riscoprendo le strade di sempre o avventurandosi in nuovi territori, abbinando piacere di guida e versatilità. Il peso contenuto, la ruota anteriore da 19″ e la ridotta altezza della sella(840 mm) promettono al pilota agilità e facilità di guida, mentre la dotazione tecnologica avanzata vuole offrire massima sicurezza e comfort in ogni condizione, sia a chi vuole affrontare lunghi viaggi, magari in coppia e con bagagli, sia a quanti cercano una moto agile e divertente da usare tutti i giorni.

    In occasione del lancio della nuova livrea, la Multistrada 950 S “GP White” è stata protagonista di un “Extraordinary Journey” ambientato tra i paesaggi della Motor Valley dell’Emilia-Romagna.
    Caratteristiche
    La Multistrada 950, nella sua versione S, è equipaggiata con  tecnologia particolarmente innovativa al servizio della sicurezza e del piacere di guida: sospensioni elettroniche con sistema Ducati Skyhook Suspension Evo (DSS), Ducati Quick Shift up & down (DQS), proiettore full-LED con Ducati Cornering Lights (DCL), display TFT a colori da 5″, sistema Hands Free,Cruise Control e comandi al manubrio retroilluminati, oltre all’ABS Cornering Bosch, che aumenta la sicurezza attiva del veicolo. A partire dal MY21 l’intera gamma Multistrada 950, spinta dal motore Testastretta 11° da 937 cm³ e 113 CV, sarà conforme alla normativa Euro 5 in tutti i Paesi in cui  è in vigore.

    4 anni di garanzia
    La Multistrada 950 S “GP White” è già disponibile nei concessionari Ducati sia in versione con cerchi in lega, sia con cerchi a raggi.
    Su tutti i modelli della famiglia Multistrada, Ducati offre l’esclusiva garanzia “4Ever Multistrada”, valida per 4 anni a chilometraggio illimitato. La garanzia si avvale del servizio offerto dall’intera rete di concessionari della Casa Bolognese, un team competente e costantemente formato per trattare ogni moto Ducati con la stessa cura con cui viene progettata e assemblata a Borgo Panigale.
    Due o tre cose che sappiamo sulla nuova Ducati Multistrada V4 LEGGI TUTTO

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    Tra Capalbio e il Monte Argentario

    Tradizioni di Maremma e coste frastagliate. Quello che segue è un itinerario panoramico e coinvolgente, tra Capalbio e il promontorio dell’Argentario, lungo località pittoresche e panorami che si imprimono indelebili nella memoria. Raggiungendo Capalbio, attraverso i pochi chilometri che la separano dalla SS1 Aurelia, si respira subito la caratteristica atmosfera maremmana, tra i campi coltivati e il caratteristico bosco di farnetto, tipicità delle colline calcaree che circondano il borgo. Una camminata tra le sue viuzze permette di scoprire tanti piccoli tesori, tra i quali spiccano la chiesetta di San Nicola e la vicina Rocca Aldobrandesca, con la caratteristica torre e forma di L. Una curiosità: nell’attiguo Palazzo Collacchioni, è conservato il pianoforte che veniva suonato da Giacomo Puccini durante i suoi soggiorni qui. Immancabile, poi, una passeggiata lungo l’antico camminamento (su due livelli) posto sulla cinta muraria che circonda il borgo: panorami unici e atmosfera sognante.

    Lasciato il borgo, si prosegue – lungo la ‘strada provinciale Capalbio’ – in direzione Marsiliana. Il nastro d’asfalto, dritto come un fuso, corre veloce nella placida campagna maremmana, tra campi coltivati e vigneti, intervallati da ombrose pinete. Si attraversa il piccolo centro di Marsiliana (frazione di Manciano), fino alla tappa successiva, Porto Santo Stefano, che si raggiunge attraverso il Tombolo della Giannella (lingua di terra, lunga 6 km, che delimita a nord la laguna di Orbetello). Raggiunta la rotonda in prossimità di Porto Santo Stefano, costeggiando il porto ci si arrampica lungo la strada che conduce alla fortezza spagnola del XVI secolo. Da qui, parte la cosiddetta “Via Panoramica” (dal nome inequivocabile) che prosegue, curva dopo curva, veduta dopo veduta, in direzione Cala Piccola, con gli struggenti panorami (soprattutto fuori stagione) sulla minuscola isola Argentarola e sulla costa frastagliata, bagnata da un mare dai colori intensi.
    Il percorso prosegue lungo la via Panoramica fino ad un incrocio posto nel bel mezzo di una curva a gomito. Facendo un po’ di attenzione, si svolta a destra. Una strada intrigante e avventurosa, tra macchia mediterranea, rocce e superbe vedute sul mare, conduce in prossimità di Punta di Torre Ciana, estremo sud del promontorio. Dopo aver goduto dello spettacolo del mare che si infrange sulla scogliera nei pressi della Torre, si torna indietro fino all’incrocio precedente, dove si svolta a destra per tornare nei pressi di Porto Santo Stefano, e da qui raggiungere la bella Porto Ercole.

    Protetta da imponenti fortificazioni, in una baia lambita da acque turchesi, Porto Ercole è di quelle località che non lasciano indifferenti. Dopo una visita tra i vicoli del borgo vecchio, cui si accede attraversando Porta Pisana, il consiglio è di proseguire lungo i tornanti in salita sulla “Strada Panoramica di Porto Ercole”, nastro d’asfalto che percorre il piccolo golfo lungo cui si distendono “Spiaggia Lunga” e “Spiaggia dell’Acqua Dolce”. Prima, però, appena fuori dal centro abitato, una deviazione a sinistra permette di salire alla rocca Aldobrandesca, col vicino faro e la vista mozzafiato sull’isolotto di Porto Ercole, la baia antistante e il tombolo della Feniglia. LEGGI TUTTO