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    Bonus mobilità, per il rimborso è obbligatorio lo scontrino “parlante”

    Rappresenta uno degli argomenti caldi di questi mesi, di questo periodo specifico, figlio del tempo che stiamo attraversando: il bonus mobilità. Grazie agli incentivi per l’acquisto di bici, ebike e monopattini elettrici inseriti all’interno del Decreto Rilancio, sono tantissimi gli italiani che hanno preso d’assalto i negozi per comprare un nuovo mezzo a due ruote. Assodato che il bonus è fino a un massimo di 500 euro, la situazione ha vissuto un momento di stallo a causa della diatriba tra Ministero dei Trasporti e Ministero dell’Ambiente sui documenti da presentare per ottenere il rimborso da parte di chi ha già fatto l’acquisto.
    Bonus mobilità, spuntano le prime truffe sul web
    Lo scontrino “parlante”: cos’è
    Il nodo della questione riguarda lo scontrino che, secondo il Ministero dei Trasporti dovrebbe essere un semplice scontrino. Il Ministero dell’Ambiente, invece, si batte per lo scontrino “parlante”, cioè con l’indicazione della tipologia del prodotto acquistato e il codice fiscale dell’acquirente, per timore di eventuali furbetti pronti a ottenere il bonus senza aver effettivamente acquistato una bici o un monopattino. A vincere è stata la linea proposta dal Ministero dell’Ambiente: per ottenere il rimborso va presentato uno scontrino “parlante”, nel quale viene specificata la natura dell’acquisto, oltre al codice fiscale di chi ha comprato. Anche la fattura è considerata valida.
    Le tempistiche
    Quello che ancora non è affatto chiaro sono le tempistiche di attivazione del portale su cui richiedere il rimborso. Sembra che entro un mese tutto sarà attivo, ma si teme il rischio di clickday. Per evitarlo, l’ipotesi è dare la precedenza a coloro che hanno già fatto l’acquisto. Gli altri che si registreranno, invece, otterranno un voucher e verranno messi in attesa. Ma qual è la cifra messa a disposizione per il bonus mobilità? 210 milioni di euro che, però, secondo le stime Ancma potrebbero non bastare.
    Bianchi e la moda delle bici: ”Un momento d’oro che ci darà soddisfazioni” LEGGI TUTTO

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    Hysaj, il Napoli vince e lui sfoggia la nuova Lamborghini a Positano

    Che giochino in squadre o in ruoli diversi, i calciatori avranno sempre una cosa in comune: la passione per auto, esclusive e di lusso. Non fa eccezione il difensore del Napoli Elseid Hysaj che, come la maggior parte dei suoi colleghi mette in mostra sui suoi social i gioielli della sua collezione: supercar, fuoristrada, auto personalizzate (come l’ultima, una Lamborghini Huracan nera e gialla). 
    E dopo la vittoria contro l’Udinese si è concesso un po’ di relax sulla Costiera Amalfitana, tra Positano e Ravello, raggiunta con la sua nuova Lambo. Tutto poi ovviamente è stato postato sul suo profilo Instagram ufficiale.
    Dalla Lamborghini Huracan personalizzata nera e gialla (ultimo acquisto) fino alla Porsche 911 Turbo: ecco la sua collezione di supercar. Vediamo, allora, le sue auto più interessanti. 
    Cristiano Ronaldo, supercar che passione: la sua collezione vale oltre 7 milioni di euro FOTO LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Puig: “Bisognerà avere cautela con Marquez”

    BARCELLONA – “Dobbiamo essere pazienti e vedere come va il recupero di Marc per capire quando potrà tornare”. Alberto Puig, team manager della Honda Repsol, parla con cautela del recupero del campione del mondo Marc Marquez, operato questa mattina all’Hospital Universitari Dexeus di Barcellona dal professor Xavier Mir per la frattura all’omero destro.
    Tra Brno e Spielberg
    L’otto volte campione del mondo è caduto domenica durante il Gran Premio di Spagna, a Jerez: al pilota di Cervera è stata applicata una placca interna in titanio mentre non c’è stato bisogno di intervenire sul nervo radiale, che più di ogni altra cosa preoccupava in chiave recupero e che per fortuna del fuoriclasse catalano non è stato danneggiato. La Repsol Honda ha fatto sapere che il Cabroncito resterà in ospedale per 48 ore e “il suo obiettivo è tornare il prima possibile in pista” ma quando non si sa ancora anche se un’ipotetica data per il rientro “sarà presto più chiara”.
    Lo stesso Puig è apparso molto cauto al riguardo: “Per chi corre nel motomondiale c’è purtroppo la possibilità di farsi male e finire sotto i ferri: sfortunatamente stavolta è toccato a Marc”. Lo spagnolo sottolinea come Marquez “avrà bisogno di un po’ di tempo ma siamo felici di come sia andato l’intervento. Il dottor Mir e la sua equipe si sono occupati di tutto sin dalla caduta e hanno effettuato un’operazione che è stata un successo. Questo ci dà tanta motivazione”.
    Sicuro assente per il secondo appuntamento di domenica a Jerez per il Gran premio di Andalusia, Marquez potrebbe approfittare dei successivi 11 giorni di sosta per provare a tornare in sella a Brno. L’appuntamento sulla pista ceca non è utopistico ma più realisticamente il numero 93 della Honda potrebbe riprendere la sua corsa iridata sul Red Bull Ring che il 16 e il 23 agosto ospiterà una nuova doppia tappa della MotoGp 2020. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Puig: “Non dobbiamo avere fretta con Marquez”

    BARCELLONA – “Dobbiamo essere pazienti e vedere come va il recupero di Marc per capire quando potrà tornare”. Alberto Puig, team manager della Honda Repsol, parla con cautela del recupero del campione del mondo Marc Marquez, operato questa mattina all’Hospital Universitari Dexeus di Barcellona dal professor Xavier Mir per la frattura all’omero destro.
    Molta cautela
    L’otto volte campione del mondo è caduto domenica durante il Gran Premio di Spagna, a Jerez: al pilota di Cervera è stata applicata una placca interna in titanio mentre non c’è stato bisogno di intervenire sul nervo radiale, che più di ogni altra cosa preoccupava in chiave recupero e che per fortuna del fuoriclasse catalano non è stato danneggiato. La Repsol Honda ha fatto sapere che il Cabroncito resterà in ospedale per 48 ore e “il suo obiettivo è tornare il prima possibile in pista” ma quando non si sa ancora anche se un’ipotetica data per il rientro “sarà presto più chiara”.
    Lo stesso Puig è apparso molto cauto al riguardo: “Per chi corre nel motomondiale c’è purtroppo la possibilità di farsi male e finire sotto i ferri: sfortunatamente stavolta è toccato a Marc”. Lo spagnolo sottolinea come Marquez “avrà bisogno di un po’ di tempo ma siamo felici di come sia andato l’intervento. Il dottor Mir e la sua equipe si sono occupati di tutto sin dalla caduta e hanno effettuato un’operazione che è stata un successo. Questo ci dà tanta motivazione”.
    Sicuro assente per il secondo appuntamento di domenica a Jerez per il Gran premio di Andalusia, Marquez potrebbe approfittare dei successivi 11 giorni di sosta per provare a tornare in sella a Brno. L’appuntamento sulla pista ceca non è utopistico ma più realisticamente il numero 93 della Honda potrebbe riprendere la sua corsa iridata sul Red Bull Ring che il 16 e il 23 agosto ospiterà una nuova doppia tappa della MotoGp 2020.
    Marquez, clamorosa caduta nel Gp di Spagna e omero ko LEGGI TUTTO

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    Agrigento, un salto nella storia

    La celebre valle dei Templi sorge nei pressi della città di Agrigento, posta su due alture, il colle di Girgenti e la rupe Atenea, lungo la costa meridionale della Sicilia. Prima di descrivere il fascino e la belleza di questo sito, che richiama continuamente visitatori da tutto il mondo, ripercorriamone velocemente la storia.
    La città di Akagras fu fondata intorno al 580 a.C. da coloni provenienti da Gela e da Rodi. L’insediamento, attorniato da una cinta muraria lunga 12 km con 9 porte di ingresso, fece accrescere la sua grandezza nel tempo, fino a divenire una potente città-Stato sotto il dominio del filosofo Empedocle. Distrutta dai Cartaginesi nel 406 a.C., fu conquistata dai Romani nel 210 a.C., che la chiamarono Agrigentum e ne migliorarono il piano urbanistico monumentale con la costruzione di nuovi edifici pubblici, di templi, del teatro e del bouleuterion. Le iscrizioni rinvenute fanno pensare che gli abitanti della zona vivessero per lo più di attività legate alla lavorazione e al commercio dello zolfo. Durante l’età tardoantica e alto-medievale, la Collina dei Templi fu utilizzata come necropoli, sia in superficie, che sotterranea.
    Per visitare il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi è possibile scegliere tra i diversi itinerari proposti. Numerosi sono gli edifici e i templi ancora oggi in ottimo stato di conservazione di cui andare alla scoperta, come il Tempio della Concordia risalente al periodo greco. Costruito in stile dorico, è l’unico tempio che conserva ancora le trabeazioni e i due frontoni. Al suo interno si possono osservare delle contaminazioni architettoniche di epoca cristiana, risalenti VI secolo d.C. quando l’edificio fu consacrato ai Santi Apostoli Pietro e Paolo. Dell’epoca romana è anche il Ginnasio. Ad Agrigento è conservato l’unico edificio legato ad attività ginniche del mondo antico. In quest’area si possono vedere un altare monumentale per eseguire i riti, i resti di una grande vasca, due file di sedili e diversi altri elementi perfettamente conservati. Testimonianza del periodo tardoantico, invece, è la Necropoli Paleocristiana particolarmente articolata. Come testimoniano la suggestiva Grotta Fragapane, una catacomba comune, gli ipogei o le sepolture dette “arcosoli”. Prima di lasciare il Parco, è obbligatoria una visita al Museo Archeologico, considerato una delle maggiori istituzioni museali al mondo. Due le sezioni al suo interno: una dedicata alla valle dei Templi e all’antica città di Akragas/Agrigentum; l’altra, all’intera area della Sicilia centro-meridionale.
    Il Parco della Valle dei Templi si caratterizza anche come area paesaggistica molto pittoresca, tra viti, mandorli, pistacchi, fichi d’India, e grandi olivi “saraceni”, censiti come alberi monumentali. Passeggiando per i sentieri, durante le giornate di sole cocente, ci si può ritemprare all’ombra dei tamerici o dei pioppi. All’interno del Parco, infine, si praticano diverse attività agricole finalizzate alla produzione di vino ed olio. LEGGI TUTTO

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    In Sardegna, tra le rovine di Tharros

    Nel blu del mare si stagliano due antiche colonne bianche della penisola del Sinis: probabilmente, una delle “cartoline” più note della Sardegna. Siamo sulla costa occidentale dell’isola, a San Giovanni di Sinis, frazione di Cabras, in provincia di Oristano. È qui che si trovano i resti dell’antica Tharros, un museo a cielo aperto che racconta la storia di questa cittadina fondata dai fenici nell’VIII secolo a.C. (vicino ad un villaggio nuragico dell’età del bronzo), successivamente conquistata da cartaginesi e romani. In seguito arrivarono barbari e Bizantini, ma la sua storia terminò bruscamente intorno all’XI secolo, quando gli abitanti, stufi delle continue incursioni saracene, decisero di abbandonarla per trasferirsi a pochi chilometri, nell’entroterra, dove fondarono l’attuale Oristano.

    La prima cosa che colpisce, raggiungendo l’area archeologica, è la grande bellezza del territorio, immerso nei colori del Mediterraneo, dall’azzurro delle sue acque al verde della macchia. Un anfiteatro naturale sul mare – all’estremità della penisola del Sinis, che infilza le acque del golfo di Oristano – delimitato dalla collina di Su Murru Mannu, da quella della torre di San Giovanni e dall’istmo di San Giovanni, che lo collega a Capo San Marco. Uno di quei casi in cui una passeggiata archeologica diventa anche l’occasione di godere di scorci emozionanti e pittoreschi.
    Tra le rovine si possono ammirare, in particolare, resti della dominazione fenicia, ma soprattutto di quella romana. Di quest’ultima rimane evidente l’impianto urbanistico, con le strade lastricate che seguono la classica impostazione urbanistica ortogonale, ossia suddivisa in isolati quadrangolari uniformi, attraversati da cardi e decumani. Non mancano, poi, edifici termali, ben tre, vicino al mare, tra i quali spicca quello denominato “terme di Convento Vecchio”, il cui stato di conservazione permette di apprezzarne varie parti, come lo spogliatoio, il vano di passaggio per gli ambienti riscaldati e la stanza dei bagni. E come da tradizione romana, non mancano le opere di ingegneria idrica “di servizio”, dal sistema fognario, all’acquedotto con il castellum aquae, una grande cisterna che ne raccoglieva l’acqua, che sgorgava da una fontana pubblica.

    Numerosi sono anche i templi, a partire da quello che può essere considerato un po’ il simbolo del sito, il tempio tetrastilo affacciato sul mare: di lui rimangono le basi e le due suggestive colonne (ricostruite). Altri edifici di culto interessanti sono il tempio di Demetra, il tempietto K, con portico e altare con cornice a gola egizia (probabilmente sorto su un’antica costruzione punica), e il tempio a pianta di tipo semitico, delimitato in tre lati su quattro da pareti di roccia.

    Per quanto riguarda le testimonianze puniche, oltre alle necropoli, il celebre tophet (edificato nei pressi del villaggio nuragico dell’età del bronzo chiamato Su Muru Mannu) è sicuramente tra i più importanti: un santuario cimiteriale dove si trovavano le urne con i resti incinerati di neonati e animali sacrificati. Sempre di epoca punica, spicca il tempio detto “delle semicolonne doriche”, una struttura in parte costituita da un’unica bancata di roccia arenaria, e in parte da grossi blocchi squadrati. LEGGI TUTTO

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    Courmayeur: tra la montagna e il cielo

    Lassù, a un passo dal cielo, lo sguardo si perde all’infinito. Uno spettacolo rigenerante, dopo tanto tempo passato tra le mura di casa, reso possibile dalla riapertura della funivia Skyway (per tutti i biglietti in corso di validità la data di scadenza è posticipata a novembre 2021), le cui cabine semisferiche trasparenti, che ruotano durante tutta la salita, conducono da Courmayeur fino a Punta Helbronner offrendo una vista mozzafiato.

    Si parte da La Palud, all’imboccatura della Val Ferret; prima fermata, il Pavillon The Mountain, la stazione a 2173 metri con un’ampia terrazza da cui la vista abbraccia il Monte Bianco e la Val Veny. Al suo interno si trovano il Ristorant Alpino, con il menù firmato dallo chef Agostino Bouillas, la boutique con specialità e artigianato locale e la Cave Mont Blanc, produttice dello spumante ad alta quota Blanc de Morgex et de La Salle “Cuvée des Guides”.

    Ma il vero gioiello, nel periodo estivo, è il Giardino Botanico Saussurea, i cui lavori di rinnovamento si sono conclusi appena prima delle nevicate autunnali. Il giardino, che accoglie 900 specie differenti di piante alpine, è diviso in due zone. Nella prima, in aiuole organizzate per area geografica, si può osservare la flora montana di regioni esotiche come il Nord America, la Nuova Zelanda e l’Himalaya. Nella seconda sono stati invece ricreati alcuni ambienti tipici delle Alpi ed è stato realizzato un nuovo percorso di approfondimento interattivo dedicato ad alcune macro-aree come la montagna, i ghiacciai, i vertebrati, gli invertebrati e i licheni, oltre un momento informativo all’interno dello chalet. Il Giardino Botanico Saussurea organizza inoltre una serie di attività, tra cui un percorso di trekking foto-botanico, lezioni di natural yoga ed esperienze pensate per i più piccoli.
    Utima tappa, l’avveniristica stazione Punta Helbronner/The Sky custodisce l’affasciante sala Cristalli, la sala Monte Bianco, per ammirare il panorama anche nelle giornate fredde e ventose, e il Bistrot Panoramic, per una pausa golosa letteralmente tra le nuvole. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez operazione ok

    BARCELLONA – L’intervento chirurgico a cui è stato sopposto il campione del mondo della MotoGP Marc Marquez, eseguito a Barcellona dal dottor Xavier Mir, è perfettamente riuscito: al pilota della Honda è stata inserita una placca, che ha ridotto le tre fratture subite all’omero del braccio destro durante la caduta di Jerez. Il campione del mondo spagnolo, come riporta Sky Sport, potrebbe recuperare addirittura per il Gran Premio della Repubblica Ceca del prossimo 9 agosto visto che il nervo radiale non ha subito alcun danno.
    Out al Gp di Andalusia
    Roser, madre di Marquez, ha confermato al quotidiano spagnolo AS che l’operazione del figlio Marc è perfettamente riuscita e che il nervo radiale non è stato danneggiato. La Honda, inoltre, anche alla luce di queste notizie non è intenzionata per il momento a sostituire il suo fuoriclasse che, se davvero dovesse rientrare in pista a Brno il 9 agosto, potrebbe saltare solo il Gran Premio di Andalusia di domenica prossima a Jerez, terza prova del Motomondiale 2020 di MotoGP. LEGGI TUTTO