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    Olimpia Milano, i complimenti di Sala: “È stato meraviglioso”

    MILANO – “Giorgio Armani, coach Messina e i grandissimi giocatori di Olimpia Milano si svegliano campioni d’Italia. Bravi tutti, ieri sera il mio amico Gigi Datome è stato meraviglioso”. Sono le parole sui social del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che si è complimentato con l’Olimpia Milano che è diventata campione d’Italia della serie A di basket battendo la Virus Bologna. Per la capitale della Lombardia è una stagione storica: era dal 1995/96 che non faceva doppietta nello stesso anno con la vittoria nel basket e nel calcio. Anche in quell’occasione fu il Milan a vincere lo scudetto. LEGGI TUTTO

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    L'Olimpia Milano è campione d'Italia: battuta la Virtus Bologna in gara-6

    MILANO – L’Armani Exchange Milano è campione d’Italia per la ventinovesima volta: dopo tre anni di digiuno la squadra di Ettore Messina vince la LBA 2021-2022 battendo 81-64 in gara-6 la Segafredo Virtus Bologna campione in carica e chiudendo la serie finale sul 4-2. Dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto, l’Olimpia si vendica sulle V nere che invece l’anno scorso avevano avuto la meglio proprio sui lombardi per 4-0 conquistando il successo finale. A fare la differenza nel match del Mediolanum Forum sono i 23 punti di Datome e i 15 punti di Shields, con la Virtus che invece manda in doppia cifra solo Alibegovic e Mannion, autori di 11 e 10 punti. 
    Basket, segui LIVE i risultati sul nostro sito
    Milano campione d’Italia: 81-64 alla Virtus in gara-6
    Una partenza sprint di Milano che chiude il primo quarto in vantaggio 29-16 grazie agli otto punti ciascuno di Datome e Shields. La risposta delle V nere è nelle mani di Shengelia, che tiene Bologna ancora viva e assieme a Jaiteh consente a Scariolo di tornare a -9 a metà secondo quarto. Dopo la risposta di Belinelli alla tripla di Shields, la Virtus con un gioco da tre punti di Hackett rientra prepotentemente nel match: è infatti 39-34 a 2′ dal riposo lungo. Tanti erorri al tiro, Datome dalla lunetta firma il +7 e dopo gli errori da 3 di Teodosic e Belinelli si chiude il primo tempo con l’Olimpia in vantaggio 43-36. Mancano i canestri di Weems a Scariolo, che va nuovamente sotto di nove in avvio di terzo quarto. L’attacco bolognese si inceppa, nessun canestro nei primi 6′ del quarto: ne approfitta Milano che grazie ad una tripla di Rodriguez e ad un tap-in di Melli vola a +17 sul 53-36. I primi due punti nel quarto della Virtus sono di Sampson dalla lunetta, ma Datome e Hall allungano ancora sul 57-41 e dopo il canestro di Pajola una gran giocata di Shields permette all’Olimpia di affacciarsi all’ultimo quarto in vantaggio 61-46. +19 e massimo vantaggio Olimpia in avvio, Bologna non c’è e perde palloni su palloni in attacco: è l’anteprima di una resa, che arriva ufficialmente pochi minuti dopo con il +23 di Milano: gli ultimi cinque minuti sono di pura accademia, con l’Armani che allunga ancora e con il numeroso pubblico del Forum che festeggia anticipatamente la vittoria dello scudetto: finisce 81-64, 4-2 nella serie e Milano campione d’Italia. 
    MILANO: Shields 15, Rodriguez 12, Datome 23, Hines 8, Melli 8, Bentil 6, Grant 7, Ricci 0, Biligha 0, Hall 2, Baldasso 0, Alviti 0. 
    BOLOGNA: Teodosic 5, Belinelli 3, Weems 2, Alibegovic 11, Hackett 6, Tessitori 0, Mannion 10, Cordinier 2, Pajola 2, Shengelia 8, Sampson 6, Jaiteh 9.  LEGGI TUTTO

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    L'Olimpia Milano è campione d'Italia, la Virtus Bologna cede in gara-6

    MILANO – L’Armani Exchange Milano scuce il tricolore dalla casacca della Virtus Bologna e si laurea campione d’Italia per la ventinovesima volta: dopo tre anni di digiuno la squadra di Ettore Messina vince la LBA 2021-2022 battendo 81-64 in gara-6 la Segafredo campione in carica e chiude la serie finale sul 4-2. Dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto, l’Olimpia si vendica sulle V nere che invece l’anno scorso avevano avuto la meglio proprio sui lombardi per 4-0 conquistando il successo finale. A fare la differenza nel match del Mediolanum Forum sono  i 23 punti di Datome e i 15 punti di Shields, con la Virtus che invece manda in doppia cifra solo Alibegovic e Mannion, autori di 11 e 10 punti. 
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    Scudetto a Milano: 81-64 alla Virtus in gara-6
    Una partenza sprint di Milano che chiude il primo quarto in vantaggio 29-16 grazie agli otto punti ciascuno di Datome e Shields. La risposta delle V nere è nelle mani di Shengelia, che tiene Bologna ancora viva e assieme a Jaiteh consente a Scariolo di tornare a -9 a metà secondo quarto. Dopo la risposta di Belinelli alla tripla di Shields, la Virtus con un gioco da tre punti di Hackett rientra prepotentemente nel match: è infatti 39-34 a 2′ dal riposo lungo. Tanti erorri al tiro, Datome dalla lunetta firma il +7 e dopo gli errori da 3 di Teodosic e Belinelli si chiude il primo tempo con l’Olimpia in vantaggio 43-36. Mancano i canestri di Weems a Scariolo, che va nuovamente sotto di nove in avvio di terzo quarto. L’attacco bolognese si inceppa, nessun canestro nei primi 6′ del quarto: ne approfitta Milano che grazie ad una tripla di Rodriguez e ad un tap-in di Melli vola a +17 sul 53-36. I primi due punti nel quarto della Virtus sono di Sampson dalla lunetta, ma Datome e Hall allungano ancora sul 57-41 e dopo il canestro di Pajola una gran giocata di Shields permette all’Olimpia di affacciarsi all’ultimo quarto in vantaggio 61-46. +19 e massimo vantaggio Olimpia in avvio, Bologna non c’è e perde palloni su palloni in attacco: è l’anteprima di una resa, che arriva ufficialmente pochi minuti dopo con il +23 di Milano: gli ultimi cinque minuti sono di pura accademia, con l’Armani che allunga ancora e con il numeroso pubblico del Forum che festeggia anticipatamente la vittoria dello scudetto: finisce 81-64, 4-2 nella serie e Milano campione d’Italia. 
    MILANO: Shields 15, Rodriguez 12, Datome 23, Hines 8, Melli 8, Bentil 6, Grant 7, Ricci 0, Biligha 0, Hall 2, Baldasso 0, Alviti 0. 
    BOLOGNA: Teodosic 5, Belinelli 3, Weems 2, Alibegovic 11, Hackett 6, Tessitori 0, Mannion 10, Cordinier 2, Pajola 2, Shengelia 8, Sampson 6, Jaiteh 9.  LEGGI TUTTO

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    Basket, Serie A: UnipolSai confermato Title sponsor

    UnipolSai Assicurazioni ha rinnovato per la prossima stagione il suo rapporto con la Lega Basket in qualità di title sponsor della Serie A e presenting sponsor di Supercoppa e Final Eight. “La decisione di UnipolSai di esercitare l’opzione che conferma il suo impegno al nostro fianco anche nella prossima stagione – sottolinea il presidente di LBA Umberto Gandini – è una conferma importante di come in queste prime due stagioni di sponsorizzazione siamo riusciti a centrare gli obiettivi condivisi con il nostro partner nel momento dell’accordo. LBA e UnipolSai hanno attraversato insieme due stagioni difficili, contrassegnate dalla emergenza epidemiologica: ora, con il rientro alla piena capienza nei palasport, siamo sicuri che potremo vivere ancora meglio la nostra terza stagione insieme, continuando a condividere e rinforzare i valori comuni che hanno legato il basket di vertice a UnipolSai”. LEGGI TUTTO

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    Basket, UnipolSai confermato sponsor per la Serie A

    Sarà ancora UnipolSai, il ‘Title Sponsor’, ossia lo sponsor principale e che da il nome al torneo, del campionato della Lega Basket di Serie A. La compagnia assicurativa bolognese ha rinnovato, per la prossima stagione, il suo impegno legato al campionato alla Supercoppa e alla Final Eight di Coppa Italia. “La decisione di UnipolSai di esercitare l’opzione che conferma il suo impegno a fianco di Lba anche nella prossima stagione – osserva in una nota il presidente della stessa Legabasket, Umberto Gandini – è una conferma importante di come in queste prime due stagioni di sponsorizzazione siamo riusciti a centrare gli obiettivi condivisi con il nostro partner nel momento dell’accordo. Lba e UnipolSai hanno attraversato insieme due stagioni difficili, contrassegnate dalla emergenza epidemiologica: ora – conclude Gandini – con il rientro alla piena capienza nei palasport, siamo sicuri che potremo vivere ancora meglio la nostra terza stagione insieme, continuando a condividere e rinforzare i valori comuni che hanno legato il basket di vertice a UnipolSai”.Sullo stesso argomentoPlayoff scudetto, Bologna vince e torna in corsa: Olimpia ko 84-78Serie A LEGGI TUTTO

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    Nba, Warriors campioni: il messaggio di Obama sui social

    I Warriors si sono laureati campioni 2022 della Nba con Stephen Curry nominato per la prima volta in carriera l’MVP delle finali. Golden State ha conquistato così l’ambito anello Nba per la quarta volta nelle ultime otto stagioni, dopo le vittorie del 2015, del 2017 e del 2018. I Warriors in tutto hanno vinto il massimo campionato statunitense di basket sette volte. Dopo il trionfo, è arrivato anche il messaggio speciale di Barack Obama. L’ex presidente degli Stati Uniti, infatti, ha scritto su Twitter: “Con quattro titoli in otto anni, i Warriors non lasciano dubbi sul loro posto tra le più grandi dinastie della Nba. Congratulazioni all’MVP delle finali Steph Curry, Draymond, Klay, Coach Kerr e al resto della squadra!” LEGGI TUTTO

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    Nba, il messaggio di Obama sui social per il trionfo dei Warriors

    I Golden State Warriors hanno conquistato il titolo di campioni Nba per la settima volta nella loro storia, la quarta in sei finali nelle ultime otto stagioni. Dopo il trionfo, è arrivato anche il messaggio speciale di Barack Obama. L’ex presidente degli Stati Uniti, infatti, ha scritto su Twitter: “Con quattro titoli in otto anni, i Warriors non lasciano dubbi sul loro posto tra le più grandi dinastie della Nba. Congratulazioni all’MVP delle finali Steph Curry, Draymond, Klay, Coach Kerr e al resto della squadra!”. LEGGI TUTTO

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    Basket NBA: Warriors dynasty, Curry come Magic, Jordan e Duncan

    TORINO -Ci si inchina, appassionati e ammirati al cospetto della Warriors Dynasty che ormai ha assunto le dimensioni di un impero, assimilabile a quello dei Chicago Bulls Anni 90 (6 titoli), dei San Antonio Spurs  90-2000 (5 titoli), dei Lakers Anni 80, capaci di 5 titoli su 9 finali in 12 anni. Un po’ diverso il discorso per i Lakers di Kobe Bryant, perché all’inizio non erano di Kobe, pur determinante nel titolo 2000. Ma è soprattutto questione di caratterizzazione del gioco e di avere una guida. Le quattro dinastie avevano e hanno un giocatore di estremo riferimento che ha cambiato il gioco o la percezione dello stesso. E avevano un allenatore-guida. Poi certo, c’erano anche altre superstar, un secondo violino e a volte un terzo. Ma due nomi accomunano le 4 storie, in ordine cronologico. Magic Johnson e coach Pat Riley, lo showtime. Michael Jordan e Phil Jackson a Chicago, Tim Duncan e Gregg Popovich a San Antonio. Infine Steph Curry e Steve Kerr a Golden State, appunto. Prendendo spunto da una pubblicità varrebbe la pena di dire No Stph, No party. Perché è vero che il gioco di condivisione e di occupazione di spazi prima di Curry e Klay Thompson e del loro tiro da tre da distanza superiore ha cambiato tutto, ma è altrettanto che proprio l’avvento di Curry, la sua bidimensionalità e la crescita costante, l’etica del lavoro, la sfrontatezza nel mostrarsi, hanno dato una dimensione diversa al fenomeno. Il quarto titolo in 8 anni su 6 finali, è però il capolavoro. Perché nel frattempo Golden State ha visto partire Kevin Durant e ha dovuto attendere 940 giorni Klay Thompson, frantumatosi prima il crociato e poi il tendine d’Achille. Al secondo infortunio altre franchigie avrebbero desistito, cominciato la ricostruzione, Golden State ha creduto nel gruppo, nella crescita di altri giovani (nonostante l’infortunio a Wiseman, seconda scelta assoluto 2020 e fuori tutta questa stagione e un pezzo dell’altra), nel magnifico terzetto, forse il trio più forte della storia: Curry, Thompson e Draymond Green. Due anni di attesa e sconfitte. E poi il ritorno, con protagonisti nuovi, rilanciati come Andre Wiggins, cresciuti come Jordan Poole e Kevon Looney, pure lui tornato da infortuni. Così il 103-90 di gara-6 a Boston è l’apoteosi perché, finalmente, il premio di miglior giocatore è andato al capo, che già aveva due trofeo da Mvp stagionale, ma mai delle finali. E Steph alla fine ha detto: “Abbiamo ancora tanto da re”.. una promessa per i compagni e per gli appassionati che arrivano due ore prima in ogni arena per vedere il suo riscaldamento ormai mitico, con tiri da ogni posizione, palleggi, movimenti mai visti prima. E una minaccia per gli avversari. Con la sfrontatezza di chi in partita dopo una canestro ha indicato il dito per il nuovo anello e poi ha mandato tutti a nanna, con il gesto che si fa ai bambini per portarli a dormire. Steph è tra gli eletti. il miglior playmaker della storia. Non lo diciamo noi, ma i suoi compagni Iguodala e Green LEGGI TUTTO