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    Nba, Jokic trascina Denver alle Finals: 4-0 ai Lakers di James!

    LOS ANGELES (STATI UNITI) – Serata magica per Denver: i Nuggets di coach Michael Malone superano 113-111 i Los Angeles Lakers alla ‘Crypto Arena’, chiudono la serie con un clamoroso ‘sweep’ (4-0) e conquistano le Nba Finals per la prima volta nella loro storia: sfideranno la vincente del confronto tra Miami e Boston, con gli Heat avanti 3-0. Gli ospiti dominano grazie allo strapotere di un incontenibile Nikola Jokic: il serbo firma l’ottava tripla doppia ai playoff, andando a referto con 30 punti, 14 rimbalzi e 13 assist. Bene anche Murray (25 punti), Gordon (22) e Porter (doppia doppia da 15 punti e 10 rimbalzi). 
    Lakers, James è l’ultimo ad arrendersi
    Ai californiani, che pagano un terzo quarto sottotono (16-36 il parziale) non basta invece l’ennesima grande prova di LeBron James, top scorer del match con 40 punti (10 rimbalzi e 9 assist). Il ‘Prescelto’ trova anche l’aiuto dei compagni, per esempio di Anthony Davis (che chiude con una doppia doppia da 21 punti e 14 rimbalzi) e di Austin Reaves (17 punti), ma contro questi Nuggets non c’è nulla da fare. LEGGI TUTTO

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    Boston, peggiore sconfitta nella storia dei playoff: domina Miami!

    Mai era capitato nella storia dei Celtics una sconfitta simile (128-102). Miami è dominante, segna 30 punti nei primi tre quarti (32-17 il parziale del terzo) fino al +30 (93-63) a inizio del quarto. Gli Heat sfiorano il 57% dal campo e vanno oltre il 53% dall’arco (19/35), tenendo invece l’attacco di Boston sotto il 40% al tiro. E anche il dato di 21-1 nei rimbalzi offensivi per gli ospiti si spiega facilmente: la squadra di coach Spoelstra non sbaglia mai, quella di Mazzulla non segna mai.

    Il protagonista della serata: Gabe Vincent

    L’eroe dei Miami Heat si chiama Gabe Vincent. Il cestista statunitense con cittadinanza nigeriana stabilisce il suo massimo in carriera (non solo ai playoff, ma anche in regular season) mettendo a referto 29 punti sbagliando tre soli tiri in tutta la sua gara (11/14 dal campo, con 6/9 da tre).  LEGGI TUTTO

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    Il Real Madrid vince l’Eurolega: rimonta incredibile contro l’Olympiacos!

    Dopo aver eliminato in semifinale il Barcellona, il Real Madrid si sbarazza anche dell’Olympiacos in finale e riesce a conquistare l’Eurolega 2022-2023. Nell’ultimo atto delle Final Four di Kaunas i Blancos hanno la meglio contro i greci dopo un’incredibile rimonta nel finale riuscendo così a trionfare con il punteggio di 79-78. Gli spagnoli tornano a vincere la coppa dopo un digiuno lungo 8 anni, riscattando anche la finale persa lo scorso anno contro l’Efes. 

    La rimonta del Real Madrid all’Olympiacos

    A 2’16” dalla conclusione del match, il Real Madrid è sotto di 6 punti contro l’Olympiacos. La svolta degli spagnoli è targata Chacho Rodriguez che riesce a infilare la tripla del -1. A 3″ dalla sirena il canestro di Lull vale sorpasso e vittoria, col tentativo successivo di Sloukas che si infrange sul ferro. L’ex giocatore di Milano è anche il migliore dei nuovi campioni d’Europa con 15 punti (13 per Tavares, 12 per Hezonja) mentre per la squadra greca non bastano la prove di Vezenkov (29 punti) e Canaan (21 punti). LEGGI TUTTO

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    Nba, i Nuggets vincono gara-1 contro i Los Angeles Lakers

    DENVER (Stati Uniti) – La formazione di Denver vince la prima partita della finale della Western Conference contro i Los Angeles Lakers trascinata da uno straordinario Nikola Jokic. Finisce 132-126 per i padroni di casa, con una prestazione superba del 28enne serbo: tripla doppia con 34 punti, 21 rimbalzi e 14 assist.
    Denver, un successo di squadra
    Ma i Nuggets non sono soltanto Nikola Jokic: nella notte italiana Murray mette a segno 31 punti mentre Caldwell-Pope ne infila 21. Sull’altro fronte, 40 punti e 10 rimbalzi per Davis, 26 punti, 12 rimbalzi e 9 assist per James e 23 punti per Reaves. I Lakers sono stati costretti a rincorrere pr tutta la partita, costretti a rimediare a un passivo di -21. Ma una volta ridotto il margine fino a riportarsi per due volte a -3 nell’ultimo periodo (a 1’12” dalla sirena), la squadra di Los Angeles è nuovamente crollata. LEGGI TUTTO

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    Nba, ufficiale: i Phoenix Suns esonerano Monty Williams

    PHOENIX (STATI UNITI D’AMERICA) – I Phoenix Suns hanno esonerato Monty Williams. Il 51enne coach americano paga a caro prezzo l’eliminazione nei playoff Nba contro i Denver Nuggets arrivata in gara 6. Dopo le esperienze da vice con la nazionale Usa, Oklahoma City Thunder e Philadelphia 76ers, nel 2019 era diventato head coach della franchigia dell’Arizona e due anni fa era addirittura riuscito a portare la squadra fino alle Finals, perse poi 4-2 contro i Milwaukee Bucks. 
    Williams saluta i Suns: le parole del general manager James Jones
    “Monty è stato fondamentale per il nostro successo nelle ultime quattro stagioni”, ha dichiarato il general manager James Jones. “Siamo pieni di gratitudine per tutto ciò che Monty ha dato ai Suns e alla nostra comunità”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Nba, i Phoenix Suns licenziano il coach Williams

    PHOENIX (Usa) – I Phoenix Suns hanno deciso di cambiare guida tecnica. Dopo quattro anni, si conclude l’avventura di Monty Williams alla guida della squadra: decisiva l’eliminazione dei Suns in semifinale di Conference contro Denver.
    Le parole del coach
    Il coach al termine della partita contro Denver aveva ammesso le carenze della squadra nella partita più importante dell’anno. ”Mi prendo totalmente la responsabilità dell’eliminazione – ha ammesso l’allenatore Williams dopo la sconfitta 125-100 contro i Nuggets – non eravamo preparati a giocare la partita più importante della stagione”. LEGGI TUTTO

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    Melli: “A Milano si gioca sempre per vincere, poi penserò ai Mondiali”

    Melli si comincia contro Pesaro. Se si volge indietro, si aspettava tante difficoltà visti i cambiamenti in organico?«Vedo che di strada ne abbiamo fatta tanta, ma si è raccolto molto poco. Abbiamo sofferto tanto, sportivamente parlando. Mi aspettavo difficoltà, un periodo di adattamento, ma infortuni e difficoltà non aiutano. Ora è il momento di guardare avanti, non indietro».

    È bastato l’arrivo di Napier a far girare la stagione?«È stata una concomitanza di eventi, Napier un’addizione importante nel momento in cui non avevamo il playmaker di ruolo. Poi abbiamo infilato una serie di vittorie in Eurolega che ci hanno dato un po’ di spinta. Prima gli infortunati non avevano aiutato. Con un paio in meno non avremmo infilato 9 sconfitte di file e con 2-3 vittorie ce la saremmo giocata. Ma i se e i ma non portano da alcuna parte e comunque ci sono stati cambiamenti in squadra al di là degli infortuni».

    Tutti aspettano Milano-Virtus.«Sbagliatissimo, innanzitutto perché sarebbe la terza serie playoff e ci sono ottime squadre in crescita di rendimento. Siamo arrivati primi e avremmo il fattore campo su tre serie potenziali, anche se negli ultimi anni non è servito. Pensare a una serie alla volta è un imperativo, non una frase fatta».

    Impressioni su questa Serie A.«Avere vissuto un’ultima giornata con tante posizioni in gioco certifica un campionato equilibrato, dunque avvincente, non per forza bellissimo».

    Logan e Delfino decisivi a 40 anni. Lei ha come obiettivo Los Angeles 2028, conferma?«Possiamo ufficializzarlo, poi bisogna vedere se ci riesco, se sarò in condizioni di realizzare il sogno. Il motivo è Los Angels, dove mia madre disputò i suoi Giochi nel 1984: sarebbe una chiusura romantica. La fine perfetta sarebbe battere mamma, argento con gli Usa nel volley. A quel punto mi ritirerei davvero. Ma scherzo eh».

    Punti forti e deboli di Milano.«Punto di forza è la profondità, in una serie playoff in cui si gioca spesso, avere tanti giocatori di alto livello aiuta. Possiamo migliorare in tutti gli aspetti, ma forse di più nell’approccio a certe gare, ad alcune scelte, insomma nella lettura dei momenti della partita. Dobbiamo essere più cinici».

    Una vittoria di Milano è il pubblico: oltre 9mila in Eurolega e oltre 7mila 800 in A, dati incredibili.«Il pubblico è incredibile. È venuto a sostenerci anche quando eravamo inguardabili. Per quanto, abbiamo sempre lottato ed è questo uno dei motivi principali per cui mi spiace si sia raccolto così poco. Ci abbiamo sempre tenuto tutti, ma non riuscivamo a esprimerci. Un altro motivo per cui mi spiace è legato proprio al pubblico perché Milano offre tante alternative e possibilità di disperdersi da parte degli spettatori anche nello sport. Inter e Milan in semifinale di Champions, il volley ad alto livello».

    Perché porre grande attenzione ai quarti con Pesaro?«Perché non ha nulla da perdere, è una squadra di talento e con gerarchie ben precise. Può venire qui a giocare con la mente libera».

    Varese, Verona poi retrocessa e Trento impiegano italiani e giovani: un segnale?«Non credo che queste squadre facciano a caso, spero sia stato un segnale per altre società, che possano esempi Virtus. Del resto al di là di Verona, per cui ci sono altri motivi, non è con gli italiani si perda, anzi. Esprimo un senso di appartenenza diverso, legittimo e normale sia così. Andrebbe incentivato chi ci prova».

    Ora guardiamo al Mondiale con sorteggio positivo.«È vero, ma siamo ai Mondiali. È vero che avremmo voluto scegliere un sorteggio simile. Ma non basta. L Filippine hanno Clarkson, la Repubblica Dominicana forse Carl Anthony Towns, l’Angola ha tanto atletismo. Poi paradossalmente, se si affronta una big nella prima fase, non la si può ritrovare fino in fondo. Questo per dire che dovremo essere molto preparati».

    Come avete vissuto voi azzurri l’attenzione verso Banchero?«Benissimo, se fosse venuto, bene. E se non verrà, bene lo stesso. Non dipendiamo da lui nel bene e nel male. Ovvio che sia meglio avere la sua qualità, ma nessuno di noi ci ha pensato. Piuttosto, sarà un vantaggio partire dal nucleo dell’Europeo perché ci può dare la consapevolezza di quello che si può fare. Però dovremo andare con la mentalità degli underdog, perché fisicamente siamo sempre meno attrezzati degli altri».

    Lei è ormai leader conclamato di Milano, anche all’esterno.«Non lo so, io penso a giocare a basket, a essere il miglior giocatore e il miglior compagno di squadra possibile. Non so che percezione ci sia di me fuori, nel basket italiano. A me interessa cosa pensino di me i gruppi in cui gioco. Forse in azzurro sono un po’ più riferimento per l’esperienza».

    Com’è la vita da papà?«Una meraviglia totale, è bellissimo, nulla è paragonabile. E non mi pesano le trasferte, perché preferisco la qualità del tempo dedicato. E la meraviglia totale intendo il sentimento che si prova, la sensazione unica, nemmeno descrivibile. Poi quando vedi la piccola che ti imita in qualche gesto, è finita. In casa non si guarda la tv, fa eccezione il basket. E allora lei si siede e accavalla le gambe come me. E io…».

    E lei si scioglie. La riportiamo in campo. Scudetto o fallimento?«A Milano lo scudetto è sempre l’obiettivo, a prescindere. Giusto che sia così. Però non è scontato vincere, lo ripeterò sempre. Ed è una gioia grande. Vincere lo scudetto sarebbe una bella mano per mettere la stagione in un’ottica migliore. Vincere un trofeo. Per quanto riguarda il fallimento non sono d’accordo completamente con Antetokounmpo. Capisco il momento e il motivo per cui l’ha detto. Ma il fallimento nello sport come nella vita esiste. Fa parte di una crescita, e non c’è niente di male. Ma se non ci fosse il fallimento, non ci sarebbe il successo. Si impara e si migliora fallendo e sbagliando. Importante, come ha detto Giannis, è avere dato tutto». LEGGI TUTTO

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    Playoff Nba: i Lakers eliminano i Warriors, a Est gli Heat superano i Knicks

    I Lakers travolgono i Warriors per 122-101 in gara -6 e conquistano la finale della Western Conference. Per il successo di Los Angeles è cruciale la performance dell’intramontabile LeBron James. Il cestista statunitense sfiora la tripla doppia mettendo a referto 30 punti, 9 rimbalzi e altrettanti assist, preziose anche le prestazioni di Anthony Davis (17 punti e 20 rimbalzi) e di Austin Reaves (23 punti). Per i Warriors non basta il solito Stephen Curry (32 punti) in una notte con più ombre che luci per Klay Thompson, che chiude con il magro bottino di 8 punti.

    Miami Heat-New York Knicks gara -6: 96-92 (serie 4-2)

    A Est, invece, gli Heat riescono ad imporsi contro i Knicks in gara -6 chiudendo la serie per 4-2 e conquistando la finale. La sfida termina infatti per il punteggio di 96-92. A guidare la squadra di coach Erik Spoelstra alle finals di Conference ci pensano Jimmy Butler (24 punti) e Bam Adebayo (23 punti), mentre New York capitola nonostante un super Jalen Brunson (41 punti). Miami, passata dai play-in, ora attende la vincente di gara-7 tra Boston e Philadelphia. LEGGI TUTTO