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    LeBron James, il figlio Bronny esce dall’ospedale

    Bronny James è stato dimesso dall’ospedale, dove era stato ricoverato d’urgenza in seguito ad un attacco cardiaco avvenuto durante un allenamento alla University of Southern California. Il 18enne figlio del leggendario LeBron James è considerato l’astro nascente del basket americano.
    Bronny James e l’arresto cardiaco
    Dopo l’infarto, il giovane era stato prontamente soccorso e trasferito in ospedale. Un portavoce della famiglia aveva dichiarato: “Ieri, mentre praticava, Bronny James ha subito un arresto cardiaco. Il personale medico è stato in grado di curare Bronny e portarlo in ospedale. Ora è in condizioni stabili e non è più in terapia intensiva. Chiediamo rispetto e privacy per la famiglia James e aggiorneremo i media quando ci saranno maggiori informazioni”. Al momento restano ancora ignote le cause del malore. Secondo la stampa sportiva, il ragazzo ha i requisiti per seguire le orme del padre in Nba. LeBron James è considerato uno dei migliori giocatori di basket di tutti i tempi e stella dei Los Angeles Lakers. LEGGI TUTTO

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    Pogba-Hayes, Juve-Lakers a Los Angeles: lo show è servito

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Questa notte la Juventus affronterà a Los Angeles il Milan nella tournée statunitense e Paul Pogba ha fatto visita nella casa dei Los Angeles Lakers. Il francese infatti è stato ad Ed Segundo, quartier generale dei gialloviola, dove ha incontrato uno dei nuovi volti Lakers arrivati nella Free-Agency 2023, il centro Jaxson Hayes. Oltre al classico scambio di maglia, infatti, si sono messi alla prova in una challenge che ha mescolato calcio e basket come far girare la palla a spicchi sul dito o tenere ferma sulla fronte quella di cuoio. Infine Paul, chiedendo il suo smartphone,  ha mostrato ai fotografi presenti una foto di loro due risalente a quattro anni fa quando Hayes era alla sua prima stagione da Pro con i New Orleans Pelicans: “Siamo ancora qui per un’altra foto” ha esclamato il giocatore della Juventus. LEGGI TUTTO

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    LeBron James, le prime emozionanti parole dopo l’incidente del figlio

    ROMA – Ha rotto il silenzio, LeBron James, che ha parlato pubblicamente per la prima volta, tre giorni dopo che suo figlio di 18 anni Bronny ha subito un arresto cardiaco. La stella Nba lo ha fatto attraverso i suoi profili social, in cui ha ringraziato il pubblico per il supporto ricevuto.
    LeBron James, il messaggio sul figlio
    Questo il messaggio pubblicato su Twitter e Instagram: “Voglio ringraziare le innumerevoli persone che inviano amore e preghiere alla mia famiglia. Lo sentiamo e ne sono molto grato. Tutti sono fantastici. Abbiamo la nostra famiglia unita, sana e salva, e sentiamo il vostro amore. Avrò altro da dire quando saremo pronti, ma voglio far sapere a tutti quanto il vostro supporto significhi per tutti noi!”. LEGGI TUTTO

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    Mbappé all’Al Hilal? Antetokounmpo scherza, la stella del Psg risponde così

    ATENE (Grecia) – Giannis Antetokounmpo, stella NBA dei Milwaukee Bucks, è atteso domani in Grecia per la preparazione dei Mondiali di pallacanestro, la sua presenza è in forse dopo l’operazione al ginocchio ma sui social il “Greek Freak” è sempre in forma. Il greco è un grande appassionato di calcio e sta seguendo con molta attenzione i rumors che vedono coinvolto Kylian Mbabbé ovvero l’interessamento dell’Al Hilal. Giannis, che non ha mai negato di voler giocare a calcio un giorno, ha colto la palla al balzo pubblicando sui un post con lui che si offre al club saudita: “Al Hilal potete prendere me, assomiglio a Kylian Mbappé” con le emoji delle risate ed il tag proprio all’Al Hilal. Il post è subito diventato virale con il fuoriclasse francese che non solo ha apprezzato ma ha anche ricondiviso mettendo molte emoji che ridono. LEGGI TUTTO

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    Mondiali, Serbia nei guai: Jokic dà forfait!

    BELGRADO (SERBIA) – Tegola pesantissima per la Serbia a poco più di un mese dall’inizio dei Mondiali di basket in programma in Giappone, Filippine e Indonesia. La nazionale del ct Pesic dovrà infatti fare a meno di Nikola Jokic, il cui forfait è ufficiale. L’ultimo Mvp delle Nba Finals salterà così il torneo iridato, con l’obiettivo di recuperare energie in vista della prossima stagione.
    Serbia, Jokic out ma non solo: gli assenti illustri
    Non solo Jokic: tra gli assenti illustri anche Vassilije Milic, neo giocatore degli Oklahoma City Thunder, e Nikola Kalinic, reduce da un’ottima stagione al Barcellona. Il ct Pesic farà così affidamento su una nutrita ‘colonia’ Nba: Bogdan Bogdanovic (Atlanta Hawks), Nikola Jovic (Miami Heat), Aleksej Pokusevski (Oklahoma City Thunder) e Filip Petrusev (Philadelphia 76ers). La Serbia è inserita nel girone B, a Manila, con Sudan del Sud, Cina e Porto Rico: in caso di passaggio del turno potrebbe sfidare l’Italbasket di Gianmarco Pozzecco nella seconda fase del torneo. LEGGI TUTTO

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    Italia, scatta il ritiro Mondiale senza Mannion. Pozzecco: “Decisione sofferta“

    L’Italia del basket corre verso Manila, più precisamente verso il Il 25 agosto che coincide con l’esordio al Mondiale contro Angola nella spettacolare Philippine Arena, impianto da 55.000 posti. Oggi la Nazionale si trova sull’Alpe Cimbra, a Folgaria per il ritiro che poi andrà avanti attraverso sette amichevoli di preparazione. All’appello manca Nico Mannion, autorizzato a non aggregarsi alla squadra.
    Mannion forfait Italia, le parole di Pozzecco 
    Così il ct Gianmarco Pozzecco: “Questa estate Nico Mannion non farà parte della squadra. E’ stata una decisione sofferta ma condivisa da entrambe le parti. Negli ultimi due anni, Nico è stato protagonista assoluto con la Nazionale dimostrando un forte attaccamento all’Azzurro e una grande professionalità. Per far questo, però, ha messo a dura prova il suo fisico e abbiamo ritenuto, di comune accordo, che fosse il caso di non includerlo nel roster dei giocatori che da oggi prepareranno il Mondiale. Inizia un lungo percorso che non vediamo l’ora di intraprendere. L’entusiasmo con cui i ragazzi si sono presentati in raduno è il filo conduttore che ci riconnetterà a quanto di buono fatto nelle precedenti uscite”.
    Italia, la lista dei convocati 
    #0 Marco Spissu (1995, 185, Playmaker, Umana Reyer Venezia)#7 Stefano Tonut (1993, 194, Guardia, EA7 Emporio Armani Milano)#9 Nicolò Melli (1991, 205, Ala, EA7 Emporio Armani Milano)#13 Simone Fontecchio (1995, 203, Ala, Utah Jazz – NBA) dal 28 luglio#17 Giampaolo Ricci (1991, 202, Ala, EA7 Emporio Armani Milano)#18 Matteo Spagnolo (2003, 194, Playmaker, Real Madrid – Spagna)#30 Guglielmo Caruso (1999, 208, Ala/Centro, EA7 Emporio Armani Milano)#33 Achille Polonara (1991, 205, Ala, Virtus Segafredo Bologna)#35 Mouhamet Diouf (2001, 206, Ala/Centro, Río Breogán – Spagna)#36 Riccardo Visconti (1998, 198, Guardia, Carpegna Prosciutto Pesaro)#40 Luca Severini (1996, 204, Ala/Centro, Bertram Yacht Tortona)#50 Gabriele Procida (2002, 200, Guardia/Ala, Alba Berlino – Germania)#53 Tomas Woldetensae (1998, 196, Guardia/Ala, Openjobmetis Varese)#54 Alessandro Pajola (1999, 194, Playmaker, Virtus Segafredo Bologna)#70 Luigi Datome (1987, 203, Ala, EA7 Emporio Armani Milano) LEGGI TUTTO

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    Basket, Luciana Montelatici torna in campo dopo quasi trent’anni dal ritiro

    Non è mai troppo tardi per giocare a pallacanestro. E anche per vincere un oro europeo. A quasi 30 anni dal suo addio al basket giocato, Luciana Montelatici, ex azzurra degli anni ’80, decide di tornare in campo. E riesce nell’impresa di vincere una medaglia continentale, lo scorso giugno in Portogallo, alla veneranda età di 66 anni.

    Un fenomeno straordinario di longività agonistica, grazie soprattutto alle sue doti di eccezionale atleta, con alle spalle ben tre maratone. “Avevo smesso a 37 anni – racconta -. Ho ripreso a giocare perché ero stanca di allenare, non mi divertivo più. Sono orgogliosa della mia età. Vincere un oro europeo a 66 anni per me è una grande soddisfazione”. Trevigiana di ferro, ex giocatrice di Serie A degli anni ’80 e ’90, agli Europei Esba maxi basket dello scorso giugno ad Albufeira, in Algarve, lei non doveva nemmeno esserci, a causa di una brutta frattura al polso sinistro. E invece non soltanto è riuscita a giocare, ma pur essendo la più anziana del gruppo è stata decisiva per la sua squadra, la formazione Over 60 delle Golden Players Italia.

    “Il 20 maggio giocando su un campetto di cemento mi hanno spinta e sono caduta. Ero disperata. Mi ero impegnata tantissimo per un anno per esserci a questi Europei. Quando mi hanno detto che avevo il polso fratturato mi è caduto il mondo addosso. E dire che in carriera non mi ero mai rotta niente”. Sono state le compagne Golden a convincerla ad andare lo stesso in Portogallo: “loro mi hanno dato la forza, altrimenti non sarei mai partita. Inizialmente l’idea era di andare in panchina, ma non ce l’ho fatta a non giocare, è stato più forte di me. A un certo punto era talmente tanta la voglia che mi sono fasciato il polso e sono entrata in campo. Ho giocato praticamente con una sola mano, ho rischiato, ma nella vita se vuoi avere soddisfazione bisogna buttarsi”. Il suo contributo alla fine è stato determinante: migliore realizzatrice della squadra con una media di 8,5 punti a partita e anche “regina” degli assist (2,3 di media). “Ho fatto valere la mia esperienza, le altre mi hanno seguito. Ma non si vince mai da soli”. Nella sua lunga carriera di giocatrice vanta 43 presenze in Nazionale, in Serie A ha vissuto la promozione con la sua Treviso nel 1977, poi le avventure a Schio, alla Bata Roma, con la conquista della Coppa Ronchetti nell’84 a Budapest, quindi il ritorno a Schio e infine a Treviso dove, dopo l’ultima stagione del ’94, ha iniziato la carriera di allenatrice, culminata il 23 ottobre del 2020 con la nomina da parte della Fip ad “allenatore benemerito”.

    Docente di scienze motorie e sportive l’ex playmaker azzurra si è dedicata anche molto allo sport applicato al sociale. “Ma a un certo punto il ruolo di allenatrice mi ha stufato – ammette con franchezza -, le nuove generazioni sono più complicate. Con loro non basta essere dei bravi tecnici, è più importante fare la parte gestionale del gruppo. Bisogna essere meno tecnici e più psicologi. I ragazzi di oggi cercano la strada più facile, neanche sono nati e hanno già un procuratore. Roba dell’altro mondo. La scuola neanche li aiuta: da noi ci sono solo due ore di scienze motorie alla settimana, in altri Paesi le ore sono quattro o cinque, con attività anche pomeridiane”. Ed è allora che è scattata la scintilla che l’ha spinta a tornare in campo. “Le cose vanno fatte con passione – spiega – Ho deciso di riprendere semplicemente perché solo così mi diverto”. Per questo ha sposato la causa dei Golden Players, un movimento di quasi 500 atleti master (di età compresa dai 45 ai 65 anni e oltre), in costante crescita, il cui motto è: continuare a giocare, divertirsi e mantenersi in forma. Ma anche vincere: ad Albufeira i Golden hanno presentato otto formazioni (cinque maschili e tre femminili) raccogliendo – in un campionato continentale dalla formula “open” (hanno partecipato 1500 atleti e 114 squadre con nazionali anche d’oltreoceano, Stati Uniti compresi) – due ori, con la over 60 femminile e la over 50 maschile, e un argento con la over 45 femminile. “Dopo gli Europei Fimba di Malaga dello scorso anno – racconta la Montelatici – ho visto un post dove cercavano giocatrici. Così li ho contattati”.

    Da lì sono iniziati gli allenamenti e i raduni, poi l’infortunio, che sembrava aver spezzato il sogno. E invece la sua forza di volontà ha vinto su tutto. In campo con la sua tecnica, la sua tenacia e la sua classe ha trascinato la sua squadra a un risultato storico per tutto il movimento Golden. Nonostante il polso sinistro menomato: “Ogni volta che tornavo in panchina o durante un time out mi mettevo il ghiaccio. Ho stretto i denti. Ma purtroppo adesso lo sconto: non sono ancora guarita, il polso ancora mi si gonfia e a settembre dovrò fare altri accertamenti”. Ma lei è una sportiva vera, che non si ferma davanti a niente. “Sono orgogliosa della mia età. Anche a 66 anni ci tengo a mantenermi in forma. Non ho giocato soltanto a pallacanestro, in vita mia ho corso anche tre maratone. Ho dedicato la mia vita allo sport e sono contenta della mia scelta. Come giocatrice l’unico rammarico, salvo l’esperienza a Roma, è di non essermi mai allontanata da casa. L’avessi fatto avrei vinto di più, forse anche lo scudetto”. Prima di Albufeira si è allenata tre volte alla settimana, una delle quali in squadre miste composte anche da maschi. E ha fatto anche una partita nel campionato Csi con compagne più giovani. “Avevo bisogno della parte agonistica. In Portogallo se ho giocato è perché ero pronta fisicamente, e questo mi ha aiutato a giocare anche con una mano sola. Fare la pallacanestro non basta. Senza la preparazione atletica alla mia età si rischia l’infortunio”. Una volta lo sport superati i 40 anni era appannaggio esclusivamente dei maschi. “Le donne preferivano dedicarsi alla famiglia. Adesso non è più così. E anche questo – conclude – è un segno di emancipazione delle donne”. LEGGI TUTTO

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    Datome, l’ultima partita in Italia: ecco quando si giocherà

    Gigi Datome ha già annunciato il suo ritiro, con una nota ufficiale pubblicata dall’Olimpia. Dopo aver vinto un ultimo scudetto con l’Armani Milano, la leggenda del nostro basket ha deciso di chiudere la sua carriera. Manca però un ultimo torneo prima di smettere definitivamente: il Mondiale con l’Italia.
    Datome, l’ultima partita in Italia: la data
    Per l’occasione la Nazionale del coach Gianmarco Pozzecco ha organizzato un amichevole a poco più di 10 giorni dall’inizio della FIBA World Cup contro il Portorico. Non solo un modo per testare la preparazione, ma anche l’ultimo match in Italia per il Capitano Azzurro Gigi Datome. Il match si disputerà il 13 agosto al Pala De André di Ravenna, e vedrà il saluto ad una leggenda del nostro basket. LEGGI TUTTO