L’onore dei 30 anni, quattro generazioni che ne fanno la spider più venduta della storia in oltre un milione di esemplari, ma anche il suo perché da automobile diversa dalle convenzioni e dalle convenienze, venuta in testa a fine anni settanta al giornalista americano Bob Hall e poi finita ad innamorare il marchio di Hiroshima. Che non ne fa una citazione al passato, ma una evoluzione del meglio che c’era già stato, dalla Triumph TR7, alla Duetto Alfa Romeo fino a Ferrari 275 GTB. Era il 1989, quello del muro che cadeva aprendo un’epoca che è arrivata fino a qui. Neppure un tempo a caso, che in pochi hanno attraversato così.
Debutta al Salone di Chicago, in scena dal 9 al 18 febbraio, MX-5 30th Anniversary Edition. Mazda ne farà una limited edition da vendere ovunque in qualche migliaio di esemplari. La sorpresa c’è già stata con la versione 2019, per tutti, o almeno per quelli che si occupano di mantenersi il vento nelle vene.
Cambia il motore, quel 2.0 litri benzina rigorosamente aspirato che aveva 160 cv e gli incontentabili giudicavano ricco a bassi giri ma difficile da portare oltre i 6.500 giri. Alla perfezione di un telaio leggero e bilanciato come poche vetture al mondo, serviva più allungo. Nuove valvole di scarico maggiorate, pistoni e bielle alleggeriti, profilo delle camme più spinto e nuovi sistemi di aspirazione e quello di scarico. Adesso viaggia più ricco ai medi regimi, con una coppia massima di 205 Nm a 4.000 giri/min, ma arriva fino a 7.500 giri con un totale di 184 cv che pesano molto più di quanto i numeri non dicano. Quel piacevolissimo sovrasterzo ha un nuovo sound dagli scarichi, meno metallico e rauco, più coinvolgente. L’auto della festa arriverà, quella per farla è già qui.