I conti non tornano neppure quando era ampiamente previsto non tornassero. Elon Musk inizia il 2019 togliendo agli analisti finanziari i pochi dubbi sulla consistenza del suo castello chiamato Tesla, sulla capacità dell’azienda di uscire dal giardino fatato delle promesse ed entrare nel ring del mercato automobilistico di massa. L’altro ring che conta infatti, la Borsa di New York, intanto saluta l’anno in ben altro modo, punendo il titolo Tesla con un calo arrivato fino al 9,65% e motivato dal mancato raggiungimento degli obbiettivi di consegne per la Model 3 nel quarto trimestre. Musk non fugge, ma non festeggia.
Tesla ha consegnato nel quarto trimestre 63.150 Model 3, meno delle 63.698 attese dagli analisti. Nell’aggiornare sull’andamento delle consegne, Tesla annuncia un taglio dei prezzi di 2.000 dollari per le sue auto negli Stati Uniti. Ora inizia una resa dei conti che gli analisti avevano preannunciato già da mesi. Nei quindici anni passati dalla sua nascita, Tesla infatti deve ancora chiudere un bilancio in utile e, come se non bastasse, già da tempo il New York Times evidenzia come abbia preso il vizio di nuove clamorose disinvolture contabili: deve ai suoi fornitori 3,6 miliardi di dollari.
Bravo Musk a fare mercato con l’entusiasmo del personaggio, ma i conti che non tornano oggi era ampiamente previsto fossero fuoriscala. Fra luglio e a settembre l’azienda ha prodotto più di 53.000 Model 3, quasi il doppio rispetto ai tre mesi precedenti, ma restando ancora nell’economia dell’entusiasmo, non in quella reale. I numeri del terzo trimestre erano l’ennesimo colpo scenografico per rassicurare gli azionisti.
Le azioni erano sono crollate quasi del 40% nelle settimane successive al tweet in cui Musk paventata l’ipotesi di un delisting della società a 420 dollari per azione, per poi innescare ancora una corsa al rialzo, con un balzo del 35%. I numeri del quarto trimestre non hanno fornito la certezza di continuità che il mercato si aspettava. E a ragione. Tesla deve liquidare ben 920 milioni di dollari per marzo 2019, quando potrebbe intervenire convertendole in azioni, ammesso che il loro valore sul mercato in quel momento si avvicini a 360 dollari.
”Restano significative opportunità per un aumento delle vendite del Model 3 con l’espansione sui mercati internazionali. Le consegne internazionali in Europa e Cina inizieranno nel febbraio 2019” afferma Tesla in una nota, ma non basta ad arginare le vendite, e neanche le critiche. A poco è servita evidentemente la nomina a membri indipendenti del consiglio di amministrazione di Larry Ellison, fondatore e presidente di Oracle e di Kathleen Wilson-Thompson, a capo delle risorse umane di Walgreens Boots Alliance. Era il compromesso raggiunto dalla società di auto elettriche con la SEC a seguito dell’indagine per frode aperta contro il ceo Elon Musk per il tweet sul delisting postato questa estate, dal quale arriva anche la scelta dell’australiana Robyn Denholm a nuovo presidente. Elon Musk è ancora il leader in una azienda dove i conti non tornano ma gli slogan circolano. Scopriremo fino a quando.