Ci saremmo aspettati delle misure più aderenti al senso delle cose, alla effettiva disponibilità di una rete energetica di ricarica alternativa rispetto ai carburanti tradizionali, e anche ai budget familiari. Ci saremmo poi anche augurati, se non altro per onestà intellettuale, un ragionamento più aperto rispetto alla quantificazione delle emissioni di CO2, che ricordiamo non è un inquinante, ma un “clima-alterante”, la cui produzione esclusa dagli scarichi può essere spostata a monte, nel processo di fabbricazione dell’energia elettrica. Nei paesi più aperti dal punto di vista filosofico e democratico, oltre che tecnologico, sarebbe stato opportuno colpire con una Ecotassa l’erogazione di energia elettrica fabbricata attraverso centrali a carbone, invece di mettere nel mirino l’automobilista comune.
Dopo una estenuante tribolazione che ha messo a dura prova giornalisti, esperti dell’auto e del gioco d’azzardo, il Governo Italiano ha comunicato le modalità di funzionamento del nuovo sistema di agevolazione o meno all’acquisto di autovetture in base a criteri di tutela ambientale.
Le vetture agevolate sono state raggruppate in due fasce. La prima beneficiaria di un Ecobonus da 4.000 euro, 6.000 euro in caso rottamazione, composta da auto che emettono da 0 a 20 g/km di CO2, sostanzialmente le elettriche, dalle quali sono state esclusi i modelli con un prezzo superiore ai 54.900 euro. La seconda fascia, con emissioni comprese tra 21-70 g/km, è destinata ad ospitare vetture ibride Plug-in e raccogliere un Ecobonus da 1.500 euro, 2.500 con rottamazione.
Inoltre, sarà possibile detrarre al 50% e fino a 3 mila euro dalle imposte per l’installazione di infrastrutture private di ricarica. Un contentino che invece di mettere seriamente in discussione le aziende erogatrici di energia, ancora una volta le premia.
Più complicato parlare di spinta all’acquisto badando ai prezzi di listino dei modelli incentivati.Nella prima fascia ricadono Bmw i3 (40.100 euro), Citroen e-Mehari ( 27.300), Citroen C-Zero ( 30.890), Hyundai Kona Electric ( 37.500), Hyundai Ioniq ( 38.150), Kia Soul EV ( 37.000), Mitsubishi i-MiEV ( 29.900), Nissan Evalia e-NV200 ( 44.210), Nissan Leaf ( 34.370); Peugeot iOn ( 28.301); Renault Zoe (da 33.800), Smart ForTwo EQ ( 24.197), Smart ForFour EQ ( 24.747), Volkswagen e-Golf ( 40.100) e Volkswagen e-Up! ( 27.000). Applicando il massimo EcoBonus di 6.000 euro l’auto elettrica più accessibile risulta essere la Smart EQ FotTwo che potrà essere acquistata a 18.197 euro.
Alla seconda fascia appartengono tipicamente le auto ibride Plug-in, ovvero equipaggiate con batterie ricaricabili dalla rete elettrica e che consentono percorrenze in modalità a zero emissioni maggiori rispetto alle ibride tradizionali. La lista contiene Audi A3 Sportback e-tron ( 39.700), BMW Serie 2 Active Tourer ( 38.400 euro), Hyundai Ioniq Plug-in ( 35 mila euro), Kia Niro PHEV ( 36.600 euro) e Optima ( 44 mila euro), Mini Countryman Cooper SE ( 39 mila euro), Toyota Prius Plug-in ( 41.500 euro).
Molto più complesso, umanamente prima che tecnicamente, giudicare l’esclusione da qualsiasi forma di Ecobonus per le vetture comprese nella fascia di emissioni tra 71 e 105 g/km di CO2, ovvero molte alternative di vetture dal costo avvicinabile per un automobilista medio. Qui manca del tutto una politica strutturata che dia sostegno alle vendite e al rinnovo del parco circolante, e in questo punto la demagogia si accompagna alla assoluta mancanza di consapevolezza del mercato automobilistico di un paese dove il potere d’acquisto delle famiglie è stato eroso, se non vogliamo dire annullato.
Patetico che le opzioni di mobilità più democratiche finiscano per non essere stimolate, quando non vogliamo dire colpite. Perché il lato oscuro dell’Ecobonus resta comunque l’Ecotassa, ovvero una imposta di 1.100 euro per l’acquisto di una nuova auto immatricolate fra il 1° marzo 2019 e il 31 dicembre 2021 con emissioni comprese tra 161 e 175 g/Km di CO2, 1.600 euro se nella fascia tra 176-200 g/km, 2.000 euro tra 201 e 250 g/km e addirittura 2.500 euro oltre 250 g/km.
Abbiamo valutato l’eventualità che una tassa all’acquisto possa destare più di qualche , Valutiamo ora che i fondi all’Ecobonus sono di 60 milioni per il 2019 e di 70 milioni per ciascuno dei due anni successivi. Valutiamo se ne valeva la pena.