Un’impresa sfiorata. Il mondiale giapponese lo ha vinto la Serbia, ma le azzurre hanno conquistato davvero tutti, insieme ad un bellissimo secondo posto. La capitana dell’Italia ha solo 24 anni, ma parla già da grande. “Essere capitano della Nazionale significa avere tante responsabilità ed essere in grado di gestirle. Per me è un onore rappresentare un gruppo così speciale, siamo una squadra giovane, affamata e che guarda al futuro, già pronta per le prossime sfide”. La finale contro la Serbia può sembrare un bicchiere mezzo vuoto, ma non è così. “Abbiamo lottato fino alla fine e per pochi punti non siamo riuscite a raggiungere il nostro sogno, ma con l’idea di essere alla pari con le migliori al mondo. Rimpianti no, sicuramente c’è un po’ di delusione ed amarezza. Ma abbiamo dato il 100%, ce l’abbiamo messa davvero tutta”.
Un trionfo d’argento in Giappone e tutta l’Italia pronta a fare il tifo. Ma la sensazione è che l’Italia si “accenda” per il volley solo quando gioca (e vince) la Nazionale. Anche voi avete la stessa impressione? “In effetti hanno iniziato a seguirci molto di più dopo questo Mondiale: probabilmente anche per via dei risultati che non arrivavano da un po’ di tempo” (dopo l’oro nel 2002 le ragazze sono sempre rimaste fuori dal podio, ndr). Un argento conquistato anche grazie a Paola Egonu che con 324 punti realizzati è stata una delle stelle di questi mondiali. Sicuramente la 20enne nata a Cittadella da genitori nigeriani è il simbolo di questa nazionale multietnica. Qualche giorno fa è poi arrivato il coming out della pallavolista. “Il mondo della pallavolo e dello sport in generale è assolutamente pronto –spiega Cristina Chirichella– per affrontare la realtà e la quotidianità delle cose: a noi giocatrici, e alle giovani in generale, non cambia assolutamente nulla. Vogliamo bene a Paola e accettiamo senza alcun problema le sue scelte”. Una Nazionale celebrata pochi giorni fa anche dal Presidente della Repubblica: “E’ stata una grande emozione, soprattutto parlare davanti a lui. Abbiamo voluto portare un po’ della nostra sana follia anche al Quirinale chiedendo a Mattarella un selfie. Lui? Ha accettato molto volentieri!” Per la pallavolo è stato un mese di emozioni grazie alle vittorie della Nazionale. Poi c’è stata la morte di Sara Anzanello. “E’ stata senza dubbio un esempio per tutte le persone che sono in difficoltà o che si trovano ad affrontare momenti difficili”.