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Flashback Gp | Giappone F1 1991: Senna cede la vittoria all’amico Berger


Ordini di scuderia, spietate e giuste mosse aziendali che cozzano con le vicende puramente agonistiche; un qualcosa che esiste dall’alba del motorsport, da sempre accettato con qualche riserva dagli appassionati della sana competizione, lo zoccolo duro.

Poi ci sono dei casi, nella storia, in cui è addirittura un pilota a decretare un ordine di scuderia: questo è il caso del GP del Giappone F1 1991, dove Ayrton Senna decise, in un moto di amicizia e, per qualcuno, di eccessiva carità, di regalare letteralmente la vittoria alla McLaren gemella di Gerhard Berger, suo grande amico e compagno di “giochi”. Un gesto che provocò le inevitabili polemiche dell’ambiente del Circus e che aprì una lunga discussione sull’etica del secondo pilota. Dibattito da poco riacceso a causa delle ultime vicende legate alla Mercedes.

A Suzuka, il campionato 1991 arriva al penultimo capitolo, con Senna che ha a disposizione il primo match point per chiudere i conti nei confronti del tenace rivale Nigel Mansell a bordo di una rediviva Williams nella seconda parte della stagione.

Il paulista, però, ha 16 punti di vantaggio, frutto delle vittorie nelle prime gare e della costanza nelle ultime; in qualifica è Berger, però, a conquistare la pole position con due decimi di vantaggio sull’altra McLaren di Ayrton e su Mansell. Le due auto di Woking mantengono le posizioni al via, con il gregario austriaco a fare l’andatura, mentre il Leone inglese tallona Senna da vicino, poiché sa che l’unico modo per mantenere aperto il campionato è di vincere la gara; Mansell, però, guidato dalla sua proverbiale irruenza, sbaglia ed esce di pista alla prima curva, decretando così la fine del mondiale ’91 in favore del campione paulista.

Le due McLaren, senza Mansell, fanno il vuoto lasciando le briciole agli avversari: nella parte centrale della corsa Senna supera Berger e prova ad andarsene anche se l’austriaco, che ha dimostrato di essere all’altezza per tutto il week end, comincia a recuperare negli ultimi giri.

Questo fino a che il neo tre volte campione del mondo comincia a rallentare e lascia passare il suo compagno di squadra, all’ultima curva dell’ultimo giro, regalandogli, di fatto, una vittoria dal gusto amaro. Un omaggio, certo, al suo fedele scudiero in pista e al suo grande amico fuori con il quale ha trascorso momenti indimenticabili; un gesto che ha scatenato qualche polemica nell’immediato dopo gara ma che è passato agli archivi come l’ennesima prova dell’enorme cuore di Ayrton.

Un’ode ai gregari e a chi vive nell’ombra.


Fonte: http://www.circusf1.com/2018/feed


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