Saranno oggetto di studio Universitario gli atleti della Rinascita che si sono sottoposti ad esami diagnostico-posturali per valutare l’efficienza muscolare e posturale attraverso l’utilizzo di un bite. Il lavoro è condotto dal docente Michele D’Attilio – professore associato di Ortodonzia e Gnatologia presso l’Università “G. D’annunzio” di Chieti-Pescara per la tesi di Bruno Molinari, giovane lagonegrese che ha scelto la squadra della sua città per svolgere il suo lavoro sperimentale.
Il protocollo del Prof. D’Attilio- che ha un’ottima affidabilità, perchè il prof. lo utilizza dal 1996 e ne hanno già tratto beneficio atleti del rubgy del calcio, hockey, kitesurf, basket , sci oltre che del volley- prevede di esaminare gli atleti clinicamente attraverso l’anamnesi ed l’esame obiettivo, con compilazione di cartella clinica e l’uso di strumenti per un esame posturo-stabilometrico su pedana eseguito contemporaneamente alla termografia.
“Questo modus operandi- spiega il prof. D’Attilio- è il connubio ideale per ottenere informazioni, in tempi rapidi, circa l’assetto posturale dell’atleta ed utilizzarle per attuare una corretta prevenzione dei traumi muscolari, intercettando preventivamente gruppi muscolari sovraffaticati e per migliorare l’assetto posturale dell’atleta, che si potrà tradurre in migliore efficienza sportiva intesa, ad esempio nei calciatori, in termini di stabilità dei piedi al terreno (quindi maggiore precisione nel tiro e nel passaggio, migliore stacco da terra nel gioco aereo, migliore precisione nel colpo di testa) e maggiore resistenza nella corsa , nonché migliore capacità di recupero dopo lo sforzo atletico.
La valutazione strumentale viene condotta in modo comparativo- continua D’Attilio- sia per valutare l’influenza della vista che della bocca nel suo insieme, sia per verificare la qualità del cambiamento posturale dopo la simulazione di nuove posizioni mandibolari rispetto al mascellare. Inoltre un controllo periodico dello stato dell’atleta, può consentire di monitorare l’assetto posturale e la salute muscolare dello sportivo consentendo di evidenziare eventuali stati di affaticamento muscolare presenti”.
“Nel caso in cui attraverso l’uso del bite- spiega D’Attilio- dovessimo trovare una posizione mandibolare che migliora l’assetto posturale dell’atleta si dedurrà che le catene muscolari dello stesso lavorano con un miglior comfort e parimenti potrà essere possibile favorire il recupero dell’atleta infortunato individuando un assetto posturale che possa aiutare il recupero muscolare”.
Benessere fisico dunque dell’atleta che seguendo il protocollo e utilizzando il bite fornisce ulteriori informazioni utili allo staff medico, allenatore e preparatore atletico, i quali potranno decidere come gestire quell’atleta al fine di evitare danni muscolari importanti che porteranno , inevitabilmente, a doversi fermare per lungo tempo per recuperare l’infortunio.