Spettatore interessato a Lignano, Alberto Martelossi ha seguito le due giornate della BH Cup con un occhio particolare rivolto a Trieste. Al tecnico friulano, fermo in questo inizio di stagione in attesa di future proposte, abbiamo chiesto un’analisi sullo stato dell’Alma a un mese circa dall’esordio in campionato.«Riferendomi a quanto ho visto a Lignano – sottolinea Martelossi – devo fare una premessa generale che non riguarda in particolare Trieste. Devo dire che il precampionato, in quanto tale, non esiste praticamente più. Fino a qualche anno fa la preparazione e gli impegni venivano calibrati per dare gradualità al lavoro: adesso, complici le mutate necessità delle società, si gioca a un ritmo notevole già a una settimana dall’inizio del ritiro. Questo spiega l’ottima qualità delle partite che i tifosi hanno visto a Lignano, quattro incontri che hanno espresso un livello tecnico notevole».
Dal generale al particolare per analizzare le prestazioni di Trieste, vittoriosa nel derby contro la Gsa e poi sconfitta nella finale contro la Reyer Venezia. «Due partite nelle quali alla squadra di Eugenio – com’è normale in questo momento della preparazione, è mancata la continuità. Contro Udine, complice il desiderio di portare a casa il derby, la squadra ha saputo venir fuori alla distanza ritrovando, nel finale, quella grinta e quella determinazione soprattutto difensiva che sono il suo marchio di fabbrica. Contro Venezia, invece, la squadra è partita bene ma poi, quando nell’ultimo quarto la Reyer ha preso un vantaggio significativo ha un po’ mollato a livello di testa».Buone indicazioni, condizionate dalla consapevolezza che con il ritorno di Peric, tra un paio di settimane, la squadra dovrà cercare nuovi equilibri. Non è semplice gestire un pacchetto, quello dei lunghi, che dovrà essere nuovamente tarato una volta al completo.
«In questo senso – sottolinea Martelossi – la presenza di Janelidze in quintetto cerca proprio di dare alla squadra il tipo di assetto che, con Peric al posto di Giga, avrà con il ritorno a casa dei nazionali. In generale ho visto buone indicazioni e un giocatore che, personalmente, avrei premiato con la targa di MVP del torneo. Si tratta di Chris Wright, un play-maker che a me piace moltissimo. Sa dosare accelerazioni personali e giocate per la squadra, nelle due partite mi è piaciuto moltissimo pur con qualche pausa di troppo. Leadership notevole, può essere un punto di riferimento importante per questa Alma».Un’ultima battuta, invece, su Devondrick Walker, giocatore tutto da scoprire. «Mi è piaciuto – conclude Martelossi -. Aldilà delle qualità di tiratore che gli vengono riconosciute mi è sembrato che si sia sforzato di fare altre cose, non solo a livello offensivo. Deve capire dove è arrivato e crescere ma ha le potenzialità per imporsi e fare bene».