ROMA – Nel vocabolario dell’olimpico Maarten Van der Weijden la parola “arrendersi” non esiste. Lo aveva dimostrato nel 2008, vincendo l’oro ai giochi di Pechino nella 10km di fondo nello stesso periodo in cui curava quella leucemia poi sconfitta definitivamente nel 2011. Lo ha rifatto ora Maarten, e non ha vinto una medaglia: ma ha conquistato i cuori degli olandesi.
Van der Weijden aveva organizzato una raccolta fondi, per restituire ciò che gli era stato dato dai fondi per le ricerche sulla malattia. “Sono grato a tutti coloro che donano soldi per la ricerca sul cancro – ha scritto nella presentazione della sua campagna – hai reso possibile che il mio trattamento fosse lì quando ne avevo bisogno e che sono ancora qui oggi”. Ha deciso di restituire qualcosa, ma a suo modo, cioè nuotando 200 chilometri tra i canali della Frisia, toccando 11 città olandesi, sua nazione d’origine. Non proprio un percorso accessibile a chiunque: come spiegato dal nuotatore, le acque olandesi ad agosto oscillano tra i 23 e i 16 gradi di temperatura. “Per allenarmi – ha spiegato – sto nuotando in un lago vicino casa mia, e l’acqua sfiora gli 11 gradi”. La nuotata è iniziata il 20 agosto.
Maarten stopt, onder groot applaus pic.twitter.com/ITuVp18SWC— Martijn van der Zande (@vanderzande) 20 agosto 2018
L’oro di Pechino 2008 ha smesso dopo 55 ore di nuoto, al chilometro 163. Non lo ha fermato il freddo delle acque della Frisia, ma il parere dei medici che gli hanno sconsigliato di premere ancora sull’acceleratore. Maarten si è fermato, ma le foto della sua uscita trionfale dalle acque è virale: mani e piedi rugosi, ma un sorriso e un saluto con un cappellino degli stessi colori della bandiera olandese. La sua impresa ha messo insieme circa 2 milioni e mezzo di euro, destinati a finanziare ricerche sul cancro al pancreas e alla tiroide.Dit is wat 55 uur in het water liggen met je voeten doet #Maarten #zwemmen #friesland pic.twitter.com/q0698oIxYd— Martijn van der Zande (@vanderzande) 20 agosto 2018