Pur mancando ancora parecchio alla conclusione del campionato in corso, sono già molti i punti di riflessione che possono essere messi sotto la lente d’ingrandimento a partire da questo momento.
A tener banco in questi giorni concitati non ci sono solo le novità sul fronte del mercato piloti, ma anche alcune considerazioni sui motori, specialmente in casa Red Bull.
Dopo l’ennesima batosta subita nell’ultima gara in Ungheria, con il k.o. tecnico di Max Verstappen che ha mandato su tutte le furie lo stesso pilota e l’intero team sull’affidabilità delle power unit Renault, in Red Bull si guarda al futuro con ottimismo e positività.
A partire dalla prossima stagione infatti, il team anglo-austriaco farà affidamento alla nuova partnership con la Honda F1, nel tentativo di lanciare un nuovo guanto di sfida ai colossi delle power unit: Ferrari e soprattutto Mercedes.
Da un lato l’operazione portata avanti dalla Red Bull può apparire come un vero e proprio salto nel vuoto, soprattutto alla luce dei risultati disastrosi della casa giapponese conseguiti negli ultimi due anni (chiedere alla McLaren e a Fernando Alonso). D’altro canto, invece, la mossa della “lattina più veloce del mondo” risulterebbe molto meno azzardata di quanto possa sembrare. Non a caso, infatti, vi sono buoni motivi per credere che la nuova accoppiata Red Bull-Honda potrà togliere grandi soddisfazioni ad entrambi, rilanciando la Red Bull nel ruolo di outsider e, allo stesso tempo, risollevando l’immagine dei motori nipponici, un tempo “mostri sacri” della Formula 1.
Quali sono i punti a favore?
Innanzitutto va tenuto conto di un aspetto apparentemente semplice, ma in realtà fondamentale. La sede della Red Bull si trova in Inghilterra, a Milton Keynes, nello stesso luogo in cui sorge da qualche anno il quartier generale di R&D (Ricerca e Sviluppo) proprio della Honda.
La vicinanza tra queste due sedi favorirà senz’altro una solida collaborazione tra la Honda F1 e la stessa Red Bull, la quale potrà analizzare tutti i dati sui motori a due passi da casa, senza dover attendere feedback proveniente dall’estero o dall’altra parte del mondo.
La residenza in comune di Honda F1 e Red Bull (che si accentuerà maggiormente a partire dalla conclusione di questa stagione) non è tuttavia l’unico punto di forza. Nonostante si guardi con grande entusiasmo al futuro, già il presente può regalare indicazioni molto interessanti.
In modo particolare, la Red Bull tiene sotto controllo con enorme attenzione la situazione in Toro Rosso, storico team satellite di Milton Keynes. La scuderia di Faenza, sorella minore della Red Bull, usufruisce infatti dei motori Honda F1 a partire da questa stagione. Dopo le umiliazioni in pista ed i continui problemi riscontrati in McLaren tra il 2015 ed il 2017, la Toro Rosso ha comunque deciso di stringere una collaborazione tecnica proprio con i giapponesi al termine del 2017, in vista del campionato in corso.
Una mossa che aveva fatto storcere in naso a molti addetti ai lavori, ma che oggi è in linea con gli obiettivi prefissati.
Alla vigilia del Gran Premio del Belgio, la Toro Rosso si trova con un bottino di 28 punti in classifica costruttori, quasi il triplo rispetto a quelli ottenuti dalla McLaren nello scorso campionato, con soli 11 punti conquistati. Di certo la Toro Rosso punterà ad incrementare la sua situazione di classifica, ma il miglioramento riscontrato ha decisamente soddisfatto gli uomini di Faenza, a cominciare dai suoi piloti.
In modo particolare, Pierre Gasly è apparso molto motivato dagli sviluppi e dai progressi della Honda, soprattutto dopo l’ultima tappa in Ungheria, dove ha chiuso con un brillante 6° posto: “Penso che la performance della Honda sia molto promettente – ha dichiarato Gasly ai microfoni del sito ufficiale della F1 -. A Budapest sapevamo che le caratteristiche del tracciato non permettevano ai motori di esprimere tutta la loro potenza, e questo ha consentito di ridurre il gap con i team più competitivi. In qualifica la Honda ha fatto un ottimo lavoro con le condizioni da bagnato, ed in effetti la manovrabilità dell’auto era grandiosa. Inoltre, anche in gara non abbiamo riscontrato grossi problemi. E’ il miglior modo – ha aggiunto il pilota francese – per motivare la Honda e dimostrargli che abbiamo il potenziale per poter spingere ancora di più, specialmente ora che andiamo incontro alla pausa estiva. Sarà l’occasione giusta per poter sviluppare il nostro motore, in modo tale da ottenere performance migliori nella seconda metà della stagione”.
Sedi vicine, feedback positivi dal team satellite ed entusiasmo espresso da un pilota candidato ad occupare il sedile lasciato da Ricciardo per il 2019, e che ha già sperimentato i motori Honda.
Con questi elementi, la Red Bull può guardare al futuro con più serenità e maggiori consapevolezze.
The Power of Milton Keynes | Honda F1 Racing
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