Rispetto allo scorso anno il team Force India sta attraversando un momento di assoluto smarrimento. Da che il team indiano occupava saldamente la quarta posizione nella classifica costruttori, riducendo in questo modo il gap abissale che divide i top team dagli “altri”, la squadra delle pantere rosa durante questa stagione fatica a tenere il passo di Haas e Renault alternando prestazioni incoraggianti ad altre incommentabili. La causa principale di questo improvviso declino è da attribuire alle disastrose condizioni economiche in cui la società si trova al momento.
Le questioni legali che incatenano al suolo inglese il team principal ed ex-amministratore delegato Vijay Mallya di certo non aiutano lo sviluppo del team. Lo stesso Mallya si è espresso di recente in questo modo riguardo alla situazione del team che egli stesso ha portato in Formula 1 nel lontano 2008 rilevando la Spyker: “Vedo la luce alla fine del tunnel e credo che ogni potenziale investitore la pensi allo stesso modo. Il team non ha alcun tipo di debito ma ora dobbiamo tirare fuori il massimo dal poco budget di cui disponiamo”. Non per sminuire il ruolo di Mallya all’interno del team, ma è impensabile che un team principal possa camminare nella pit-lane di un circuito di Formula 1 una volta all’anno e che al tempo stesso riesca a tenere la propria squadra sotto controllo.
Riguardo quanto detto da Mallya, la Force India è sempre stata un ottimo team in grado di conquistare traguardi eccezionali seppur disponendo di un budget limitato; a tal proposito la stagione 2017 ne è il miglior esempio. Eppure, questa situazione è diventata talmente disperata che la squadra è stata costretta a passare allo status di amministrazione controllata in attesa che venga rilevata da dei nuovi proprietari. Perfino Sergio Pérez, pilota titolare da ormai cinque anni e creditore del team, ha dovuto contribuire a portare la situazione in tribunale per il bene della squadra.
Il messicano, che è ancora in attesa dei propri pagamenti relativi alla scorsa stagione, ha poi scritto una lettera a tutti i dipendenti della Force India, spiegando come il suo gesto rappresenti la volontà del pilota di sanare la situazione attuale sperando nell’acquisizione del team da parte di qualche investitore. Sempre Pérez, ha poi aggiunto alla stampa: “I soldi che mi spettano sono relativi allo scorso anno. Il fatto è che esisteva una richiesta di liquidazione da parte di un altro cliente che avrebbe portato alla chiusura definitiva della squadra. Perciò mi è stato chiesto di salvare il team, premere il grilletto e porre il team in amministrazione controllata. Non ha nulla a che vedere con le somme enormi che mi spettano, l’unica ragione per la quale ho agito è per salvare la squadra e dare un futuro migliore al team. Mi è stato chiesto da un paio di membri della squadra di procedere e salvarla, proteggere le 400 persone che vi lavorano”.
Nella situazione attuale per Force India sarebbe un bene essere venduta così com’è, perché il rischio di fallire e ricominciare da zero priverebbe il team dei compensi che gli spettano da parte della Formula 1 per quanto ottenuto nelle ultime stagioni. La vendita del team, così com’è ora, non sarebbe una manovra troppo complessa da sostenere da parte di possibili acquirenti (si fanno sempre più insistenti le voci circa un interessamento da parte della famiglia Stroll), tuttavia, per approvare la vendita serve il consenso unanime di tutti i restanti nove team del Circus.
A questo proposito, Renault, McLaren e Williams si sono opposte, rifiutando al momento la possibilità che la Force India venga ceduta mantenendo i bonus guadagnati in precedenza. La motivazione principale sembra essere quella ribadita più volte da Cyril Abiteboul, boss del team Renault, il quale ha giustificato l’opposizione da parte del proprio team come necessaria per impedire che la Force India diventi il secondo team Mercedes.
Le preoccupazioni di Abiteboul sono fondate sul fatto che la Mercedes, oltre a fornire i motori per le monoposto, detenga una parte delle quote della Force India. In tutta risposta, però, il team principal della Stella, Toto Wolff, si è espresso lontano dall’idea di creare uno junior team per le Frecce d’Argento e ha smentito le preoccupazioni del francese: “Non ci piace l’idea di avere team B in Formula 1. Noi preferiamo non avere questo tipo di struttura perché non è corretto e porta vantaggi a entrambe le parti. Non compreremo la Force India e non abbiamo intenzione di costruire un team B in futuro”.
La diatriba è solo rimandata, dunque, con i dieci team che dovranno presto raggiungere un accordo prima che sia troppo tardi. Ci si aspetta che la situazione possa venir meglio delineata già dal prossimo appuntamento stagionale a SPA, in Belgio, dopo che tutte le parti immischiate nella faccenda avranno potuto fare tutte le valutazioni del caso sfruttando la pausa estiva dalle corse per schiarirsi la mente.
Scritto da: Rovida Mirko