Smessi i panni del tennista professionista, che lo hanno portato a diventare numero 25 al mondo e numero 1 d’Italia per molti anni, Filippo Volandri ha indossato, si fa per dire, il vestito buono di un ruolo tecnico di altissimo profilo. Il nuovo responsabile del Centro Federale di Tirrenia è stato in questi giorni spettatore attento sui campi del Ct Pontedera in occasione Torneo Future ITF “Città di Pontedera” – Trofeo Devitalia (25.000 $ più ospitalità, www.itfpontedera.it). Tanti i ragazzi impegnati seguiti dalla FIT (Musetti, Balzerani, Forti, Iannaccone…), diversi dei quali protagonisti di vittorie o comunque di ottime prestazioni…
Filippo, quali dei ragazzi seguiti dalla federazione hanno maggiori margini di miglioramento?
Tutti ne hanno… Sono molto giovani e per loro questi anni sono un passaggio cruciale dal settore juniores al circuito maggiore. Tornei come quello di Pontedera sono preziosi per fare esperienza e confrontarsi con tennisti di classifica maggiore. Per il momento siamo soddisfatti di loro e continuiamo a lavorare duro…
Parliamo di Lorenzo Musetti: è inutile nascondere che esistano aspettative enormi nei suoi confronti. Che consigli ti senti di dargli in questo periodo di approccio al professionismo?
Lorenzo è davvero alle primissime esperienze nel circuito, e non dobbiamo avere fretta. Il match che ha perso qualche giorno fa è sintomatico di tutte le sue potenzialità ma allo stesso tempo degli aspetti su cui deve migliorare. Anche da sconfitte del genere si impara: l’importante è possedere il livello per giocarsela contro determinati avversari. Al di là di Musetti, tutti questi ragazzi devono ricordarsi che i loro anni juniores non sono l’obiettivo finale, ma servono solo a imparare a stare in campo: l’obiettivo è essere competitivi in un futuro più o meno remoto, magari al costo di vincere qualche partita in meno adesso.
Venendo al tuo ruolo, come hai vissuto il passaggio da giocatore a responsabile tecnico?
Il tennis è il mio mondo e volevo continuare a farne parte. Sono felice di trasmettere ai ragazzi le esperienze che ho vissuto. E’ chiaro che il campo mi manca, ma sto trovando altre soddisfazioni anche da questa parte della barricata.
Il Centro Federale di Tirrenia sta vivendo un periodo di cambiamento, con l’innesto di tecnici come te e Claudio Galoppini: si tratta di un “cambio di strategia” rispetto al passato?
L’idea è quella di avere tecnici di caratura internazionale per far crescere non solo gli atleti ma anche i tecnici italiani più giovani. E’ un passo decisivo per creare continuità e punti di riferimento importanti. Lavoriamo per mettere al centro del progetto i tennisti più promettenti, ma è fondamentale che abbiamo delle guide del livello di Rianna o Galoppini…