Raggiungere e mantenere la prima posizione nel ranking ATP è forse l’impresa più dura per un tennista perché oltre alla qualità di gioco serve una costanza di rendimento in partita e anche negli allenamenti che non lascia spazio a nient’altro. Così Boris Becker in un evento in Germania ha parlato sulle difficoltà di raggiungere la vetta della classifica mondiale. Nella sua carriera è riuscito in quest’impresa, ma ammette che i suoi principali rivali (Lendl ed Edberg su tutti) erano più consistenti e si sono meritati un maggior numero di settimane in cima alla classifica. Per questo secondo il tedesco Sinner è un vero numero 1: ha qualità e costanza di rendimento, con la testa totalmente focalizzata nella carriera e nell’eccellenza.
“Per diventare n.1 nel tennis devi essere un po’ pazzo, un po’ egoista nel senso che la tua vita è solo il tennis”, racconta Becker. “Per essere disposto a fare ciò che serve, tutta la tua vita deve riguardare il tennis. Non può esserci niente di più importante che vincere la prossima partita”.
“Mantenere quell’intensità per molto tempo è difficile, ma penso che tutti noi che ce l’abbiamo fatta avevamo questa mentalità folle di fare ciò che serve per vincere ogni partita. È un grande risultato raggiungere il n. 1, che si tratti di una settimana, 12 settimane o 350 settimane”.
Becker in carriera è stato sul trono del tennis maschile solo per 12 settimane (9 consecutive), poco rispetto alle 72 di Edberg, le 101 di Agassi, o naturalmente le 270 di Lendl e 282 di Sampras. Anche Wilander, con 20 settimane, ha fatto meglio del tedesco. “Il trucco per restare lassù è la costanza, settimana dopo settimana. Raggiungere sempre la finale o vincere i tornei, è questo che alla fine ti porta lì e ti fa rimanere il n. 1. Negli anni ’80, ero ancora un adolescente. Ho fatto grandi tornei, ma poi ho avuto settimane nella media, nelle quali non riuscivo a dare il mio massimo. Ivan, Mats [Wilander] e Stefan [Edberg] sono stati più costanti nell’arco 52 settimane. Questo è cambiato all’inizio degli anni ’90.”
Boris infatti divenne n.1 del mondo il 28 gennaio 1991, all’indomani del suo primo successo all’Australian Open (battendo Lendl in finale). Restò leader in classifica solo per 3 settimane, superato nuovamente da Edberg, che restò n.1 fino al 7 luglio ’91. I punti persi dello svedese con la semifinale persa a Wimbledon da Stich (che poi vinse il torneo su Becker in finale) costarono ad Edberg un nuovo sorpasso di Becker, che a sua volta rimase n.1 per altre 9 settimane, fino all’8 settembre 1991. La straordinaria cavalcata vincente di Stefan a New York, con la sua prima vittoria a US Open, riportarono il Maestro del serve and volley in vetta alla classifica per altre 22 settimane, mentre Becker non riuscirà più a tornare n.1.
Proprio la combinazione di qualità di gioco e costanza di rendimento hanno portato Jannik Sinner a diventare n.1 del mondo e restare saldamente al vertice. Così Becker sull’italiano: “Quando Jannik è diventato n.1 in classifica non sono rimasto sorpreso. Lo conosco da molti anni ed è sempre stato un ragazzo talentuoso, ma ciò che era evidente era la sua determinazione. Ha sempre messo tutto in gioco per il tennis. Viveva e respirava tennis, ha lasciato la sua casa a 13 anni per diventare il miglior tennista possibile. La costanza del suo rendimento è notevole, ha sempre un livello molto alto e non scende mai sotto quel livello. Penso che rimarrà attorno al numero 1 per molto tempo”.
Marco Mazzoni