Colpi esplosivi e potenza da vendere non sempre bastano se il gioco non è costante e manca di efficacia nei momenti più importanti. Una descrizione che calza a pennello per descrivere il 2024 (e carriera) di Alejandro Davidovich Fokina, tennista che nella stagione da poco conclusa ha complessivamente deluso. Il 25enne andaluso ha chiuso l’anno al n.61, senza acuti importanti eccetto i quarti di finale all’ATP 500 di Dubai. Troppo poco per un giocatore a tratti irresistibile (quando è lucido e tranquillo) e capace di arrivare al n.21 del mondo solo un anno e mezzo fa. Per questo lo spagnolo ha deciso un taglio netto per provare a ripartire. Secondo quanto riporta il media iberico Marca, Davidovich ha interrotto la collaborazione con Verdasco, scegliendo il duo Felix Mantilla – David Sánchez per ripartire con più slancio e nuove ambizioni.
Mantilla è ricordato da molti per il suo tennis da vero specialista della terra battuta e la finale vinta a Roma contro Roger Federer (2003, ultimo dei suoi 10 tornei in carriera), quindi ha allenato tra gli altri Dolgopolov, Pouille, Bautista, oltre ad una collaborazione con Tennis Australia. Meno importante la carriera da giocatore di David Sanchez, ma comunque positiva con i due tornei vinti e un best ranking di n.41 al mondo, e poi una carriera da coach in cui spicca un lungo periodo al fianco di Verdasco. Sanchez ha già seguito Davidovich nella parte finale del 2024, e ora diventa il coach ufficiale insieme a Mantilla.
I primi appuntamenti per il nuovo team saranno il torneo di Hong Kong e quindi l’Australian Open. Vedremo se ADF riuscirà a ritrovare il suo miglior tennis, dopo una stagione con poche luci e molte ombre, terminata con un saldo negativo di 18 vittorie contro 22 sconfitte. Più che un cambiamento tecnico, sembra necessario uno scatto dal punto di vista mentale: riuscire a controllare la potenza dei suoi colpi all’interno di una tattica meno spregiudicata e più efficiente, in particolare nei momenti caldi degli incontri, dove troppo spesso lo spagnolo si affida alla classica “pallata” invece di giocare con più raziocinio. Non snaturare la sua maggior qualità, ossia la spinta, ma gestirla con altra visione. Mantilla è stato un tennista particolarmente forte dal punto di vista tattico, chissà se riuscirà a passare qualche input positivo al suo nuovo assistito.
Marco Mazzoni