Una situazione al limite del paradossale si sta verificando al Challenger di Brazzaville, nella Repubblica del Congo, dove la scarsa partecipazione dei giocatori sta creando scenari mai visti nel tennis professionistico.
La situazione è talmente critica che il torneo, che mette in palio 50 punti ATP per il vincitore, presenta una testa di serie numero uno che non figura nemmeno tra i primi 200 giocatori del ranking mondiale. Ancora più sorprendente è l’ottava testa di serie, che non raggiunge nemmeno la posizione 500 della classifica ATP.
Il quadro è ancora più desolante se si analizza l’intero tabellone:
– 12 giocatori sono oltre la posizione 1000 del ranking
– Solo 9 giocatori iscritti alle qualificazioni
– 5 partecipanti alle qualificazioni senza ranking ATP
Gli organizzatori sono stati costretti a prendere decisioni eccezionali, come la sospensione del primo turno delle qualificazioni. I pochi tennisti iscritti beneficeranno automaticamente di un bye al primo turno.
La situazione è principalmente dovuta al periodo di fine stagione e ai costi elevati che i giocatori dovrebbero sostenere per raggiungere una località così remota per un torneo che offre un montepremi limitato. Un chiaro segnale delle difficoltà che affrontano i tennisti di medio-basso livello nel circuito professionistico.
Questa situazione solleva interrogativi sulla sostenibilità di alcuni tornei Challenger in location remote e sulla necessità di ripensare il calendario e la distribuzione geografica degli eventi di questa categoria.
Francesco Paolo Villarico