Il serbo, sconfitto da Sinner, ha perso la sua prima finale a Shanghai, ma ha ottenuto buone sensazioni per il finale di stagione, risalendo nella race e avvicinando la sua qualificazione alle Finals di Torino: “In questo torneo mi sento sempre speciale. Complimenti a Jannik, oggi ha meritato di vincere”. E a Federer, presente in tribuna: “Per la prima volta ho giocato una partita in cui c’eri, ma non in campo. Ci mettevi un po’ di pressione da lì”
SINNER-DJOKOVIC, GLI HIGHLIGHTS
“Oggi Jannik è stato troppo forte, ha meritato di vincere. Complimenti anche al suo team, alcuni di loro li conosco bene”. Le parole sincere e candide di Djokovic non ammettono repliche. Il serbo riconosce la superiorità dell’azzurro, al termine di un torneo però che ha visto anche lui esprimere un ottimo livello di tennis, tanto da riportarlo dalla nona alla sesta posizione della Race annuale.
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Il siparietto con Federer: “Strano non vederti in campo…”
Durante la premiazione, Djokovic ha ringraziato molto il pubblico e l’organizzazione del torneo di Shanghai: “Grazie per l’accoglienza, in Cina ho vinto molto e il pubblico è sempre stato caldo, ci aspettavate in tanti sia in campo che all’hotel. Un ringraziamento anche a chi mi ha seguito questa settimana e in ultimo, ma non per importanza, all’organizzazione del torneo, storicamente uno dei migliori. Grazie per far sentire speciali me e gli altri giocatori”. Non poteva mancare un siparietto con Roger Federer, seduto in tribuna ad assistere al match accanto a Carlos Alcaraz, eliminato ai quarti da Machac: “Rivedere Roger è molto bello. So che avresti voluto essere in campo, in effetti è la prima volta che gioco una partita in cui sei presente, ma non in campo. Avevamo anche un po’ di pressione nel vederti lì. Saluto anche Carlos accanto a te”.
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“Sinner mi ricorda me, è aggressivo e solido”
In conferenza, Djokovic si è soffermato su un’analisi più approfondita del gioco e dei miglioramenti di Sinner nell’ultimo anno: “Jannik Sinner mi ricorda me. Il suo servizio è tremendamente migliorato, è diventato un’arma importante. Da fondo è aggressivo e appena ha una palla più corta da attaccare, prende l’iniziativa. Molto solido sia con il diritto sia con il rovescio, non commette errori e cerca di togliere tempo all’avversario”. Il serbo prosegue: “Questo è quello che ho fatto per tanti anni, giocare un tennis ad alto ritmo, cercando di togliere tempo, di soffocare in un certo senso gli avversari. Vuoi far sentire i tuoi avversari sempre sotto pressione per i tuoi colpi, la tua velocità, la tua presenza in campo. E lui lo fa, quest’anno è stato impressionante, davvero continuo”. Sui suoi obiettivi: “Sono felice di aver vinto l’oro olimpico, era l’obiettivo per quest’anno. Mi sarebbe piaciuto vincere uno Slam o un altro grande torneo, ma è andata come è andata e sapevo che prima o poi sarebbe arrivata una stagione in cui avrei vinto meno o sarei stato poco competitivo. Sono più che felice di quello che ho ottenuto in carriera, perciò vediamo quali saranno le prossime sfide”.