Non tutte le favole hanno un lieto fine e il ritorno di Serena Williams in campo dopo un anno non poteva essere più struggente e più esemplare di così, anche se si è concluso con una sconfitta. A vincere al primo turno di Wimbledon, infatti, è stata la francese Harmony Tan, numero 115 nnl ranking WTA, che si è imposta con il punteggio di 7-5, 1-6, 7-6 al termine di un super-tiebreak da brivido in cui la Williams era anche stata in vantaggio 4-1.
Era tesa, Serena. Era nervosa, forse anche emozionata, come una ragazzina, entrando sul Centrale di Wimbledon dove ha trionfato sei volte in carriera, la prima nel 2003, l’ultima nel 2016. Il break subito a freddo nel primo game sembrava un cattivo presagio. Invece, la Williams era riuscita a vincere quattro game di fila e aveva avuto anche la chance di salire 5-2, prima di subire un break inusuale per chi ha sempre avuto nel servizio un punto di forza tattica e mentale. Il punto con cui la Tan si è conquistata il break che ha deciso il primo set sembrava studiato a tavolino: variazioni, slice di rovescio, dritti in chop, tanta corsa e una Serena sulle gambe, stremata e senza fiato. Il secondo set ha illuso un po’ tutti. Il 6-1 con cui la Williams si è riportata in partita è stato figlio di rabbia, grinta e di cuore, di una regina che non vuole ancora abdicare quando glielo dicono gli altri, ma quando vuole lei. Un assolo che è stato il preludio di un terzo set da vivere senza fiato e senza staccare gli occhi o il cuore da Serena. Sul 4-4, la Williams è finita in ginocchio a giocare una volee vincente pregevole pur di non rinunciare al proprio sogno, che forse non è neanche lo Slam numero 24, ma semplicemente la possibilità di stare in campo un’ora in più, un giorno in più. Al momento di chiudere la partita, però, con il servizio, l’alleato di una carriera, anche Serena si è scoperta fragile come avviene soltanto quando in gioco ci sono le emozioni e i desideri. Il controbreak subito ricorda un po’ il Roger Federer trentottenne che spreca due match point nella finale di Wimbledon 2019, con quell’8-7, 40-15 rimasto nella storia nel bene e nel male. Match point, come quello salvato da Serena con un violento schiaffo al volo sul 5-6, 30-40. Per un attimo è sembrato che l’universo si fosse schierato per Serena e il 4-1 di vantaggio nel super-tiebreak sembrava confermarlo. E invece, di nuovo, la realtà ha bussato alla porta, in forma, ancora una volta, di slice di rovescio, smorzate e dritti in chop.
La Williams che saluta, delusa, ma forse felice di esserci ancora, non ha realizzato il suo sogno. Per lei a Wimbledon non arriverà lo Slam numero 24 che continua a sfuggirle e che non sa se vincerà. Non festeggerà il ritorno in campo dopo dodici mesi con una vittoria. Eppure, il mezzo sorriso con cui è uscita dal Centrale sembra quasi suggerire che nei prossimi mesi la rivedremo ancora sui migliori palcoscenici al mondo.