Gli ottimi risultati ottenuti nei mesi di aprile e maggio restituiscono al tennis italiano la giovane Elisabetta Cocciaretto che, dopo il brutto infortunio patito al ginocchio sinistro nel 2021, dimostra di aver recuperato completamente la condizione ottimale e di aver ripreso in maniera decisa il suo percorso di crescita.
Nel mese di Aprile la ventunenne anconetana si è aggiudicata il W80 di Oeiras in portogallo partendo addirittura dalle qualificazioni; nel mese di maggio si è aggiudicata il W60 di Grado ed ha raggiunto la finale del WTA 125 di MAKARSKA in Croazia la settimana successiva.
Ho contattato Elisabetta per una breve intervista realizzata prima del forfait avvenuto ieri a Gaiba.
Ciao Elisabetta, come e quando è nata la tua passione per il tennis?
“La mia passione nasce in giovanissima età; i miei genitori giovavano entrambi a livello amatoriale ed un’estate mio padre mi portò a vedere un torneo giovanile under 12 a Porto San Giorgio e mi chiese se avessi intenzione di inziare a giocare a tennis; ed io ovviamente risposi di si.”
Esiste una giocatrice nel circuito in cui ti rivedi o a cui aspiri come modello sia dal punto di vista tecnico-tattico sia dal punto di vista caratteriale?
“Il mio punto di riferimento è la Halep, come struttura fisica, come tipologia di gioco ed anche caratterialmente ; anche io infatti mi vedo come una giocatrice a tutto campo, una contrattaccante, un agonista come lei.”
Sia a livello juniores che a livello pro hai ottenuto ottimi risultati sia sulla terra battuta che sul veloce outdoor; c’è una superficie che prediligi e su cui ti trovi più a tuo agio?
“Sono nata e cresciuta sulla terra battuta e, a parte qualche trasferta fatta da junior ed alcuni tornei pro in Australia, la mia superficie preferita rimane comunque la terra battuta; avendo lavorato molto dal punto di vista tecnico, sono cresciuta molto anche sul cemento outdoor ma per migliorare il mio feeling con questa superficie dovro sicuramente giocarci di piu ed acquisire maggiore esperienza. Intanto sarà interessante vedere, a partire dalla prossima settimana, come mi adatterò a giocare sull’erba, superficie su cui ho giocato l’ultima volta 4 anni fa a livello juniores.”
Tornando al 2021, purtroppo nel mese di luglio hai patito un brutto infortunio al ginocchio; in un intervista precedente hai riferito che, nei mesi antecedenti all’infortunio, avevi un po’ perso di vista il tuo principale obiettivo, ossia migliorare dal punto di vita tecnico-tattico e mentale pensando principalmente ad entrare nelle prime 100 posizioni WTA; noto con piacere invece, soprattutto negli ultimi mesi, un’evidente crescita dal punto di vista tecnico-tattico, nonché anche dal punto di vista fisico; vorrei sapere quali sono gli aspetti su cui stai lavorando principalmente e dove credi di dover migliorare maggiormente.
“E’ vero che l’anno scorso, prima dell’infortunio, avevo perso un po’ di vista i mie obiettivi principali, essendo una giovane in crescita. Adesso sto lavorando sia dal punto di vista tecnico, tattico e mentale e devo ancora migliorare tanto soprattutto a livello mentale e fisico per cercare di raggiungere una maggiore stabilità di rendimento; durante il match infatti ho ancora spesso dei cali di concentrazione su cui sto lavorando tanto ed anche cali fisici; il mio obiettivo principale ora è quindi, dal punto di vita fisico, trovare la continuità e lavorare sempre di più sulla resistenza e sull’esplosività; dal punto di vista mentale, sto cercando di rimanere sempre propositiva, pensare sempre a come giocare il punto successivo senza soffermarsi sul colpo sbagliato o sul punto perso precedentemente. Ma la continuità, giocare l’intera stagione e fare più partite possibili rimane tra tutti il mio obiettivo principale. “
A quali tornei pensi di partecipare nelle prossime settimane?
“Adesso andrò a giocare sull’erba, prima a Gaiba e poi a Wimbledon e poi penso di giocare i tornei europei sulla terra battuta per poi passare alla stagione americana sul cemento; è chiaro che la mia programmazione dipenderà anche dai risultati che otterrò; quindi valuterò di settimana in settimana non avendo ancora una classifica tale da permettermi di scegliere troppo in anticipo a quali tornei partecipare.”
Facendo riferimento al ritiro di Ashleigh Barty che, tra le varie motivazioni, parlava anche dei sacrifici e delle rinunce che il tennis professionistico richiede, vorrei sapere quanto hanno pesato e quanto pesano per una giovane come te questi sacrifici necessari per rincorrere il tuo sogno?
“Sicuramente ci sono sacrifici e ci sono rinunce nella vita di una tennista professionista, ma per come la vedo io per me sarebbe più un sacrificio rimanere a casa e fare una vita normale; secondo me dipende molto da quanto è grande la passione per questo sport; per me il tennis è la mia passione più grande e quindi i miei sacrifici la maggior parte delle volte non mi pesano più di tanto; inoltre, come dicono i miei genitori ed il mio allenatore, in ogni scelta, ci sono i pro ed i contro; quindi se facessi una vita normale magari non avrei la possibilità di viaggiare così tanto e conoscere nuovi luoghi e tante persone. E comunque nonostante tutto, quando torno a casa riesco comunque ad uscire con i miei amici e stare in famiglia, inoltre sto continuando i miei studi universitati.”
Grazie Elisabetta ed in bocca al lupo per i prossimi impegni.
Arnoldo Spanò