Finale senza storia sul Philippe Chatrier: la numero uno del mondo regola con il punteggio di 6-1 6-3 la statunitense Coco Gauff e conquista il suo secondo Slam in carriera dopo il Roland Garros 2020. Per la polacca, sempre più dominatrice del circuito Wta, si tratta della 35^ vittoria consecutiva e del sesto titolo del suo straordinario 2022
La gioia di Iga Swiatek, di nuovo regina a Parigi dopo due anni, ma in un Philippe Chatrier questa volta vestito a festa e le lacrime inconsolabili di Coco Gauff, che si era ripromessa di approcciare la partita con serenità, ma che non ci è mai veramente riuscita: loro sono i due volti di una finale femminile al Roland Garros che riconcilia con il mondo e con lo sport, perché a sfidarsi sono state una ventunenne e una diciottenne, una già numero 1 WTA e l’altra che sicuramente tornerà all’ultimo atto di uno Slam, senza più avere la paura di chi deve rompere il ghiaccio. A Parigi ha vinto la Swiatek, che partiva favorita dal primo giorno e che, nonostante i dubbi al terzo turno contro la Kovinic e il set perso negli ottavi di finale contro la cinese Qinwen Zheng, non ha mai veramente dato l’impressione di poter essere infastidita da una Gauff troppo agitata. La finale si è conclusa in appena un’ora e sette minuti di gioco, e la polacca si è imposta con il punteggio di 6-1, 6-3.
Un match senza storia
Il primo set è stato senza storia. Troppo più serena in volto Iga, che avrebbe potuto concretizzare ancora di più se soltanto non avesse sbagliato direzione di attacco con il dritto in un paio di circostanze, troppo tesa una Coco tenuta a galla nello scambio soltanto dal rovescio lungolinea. Emblematico è stato lo sguardo a metà tra il rassegnato e lo sconcertato venuto naturale alla Gauff quando la Swiatek ha chiuso il sesto game con un vincente di dritto all’incrocio delle righe per salire 5-1. Inevitabile che la statunitense fosse ancora destabilizzata nel successivo turno di servizio: un’occasione troppo ghiotta per la polacca, lesta a mettere a segno il terzo break di partita e a chiudere il primo parziale per 6-1
Nel secondo set, però, la Gauff si sarà detta che peggio di così non poteva giocare, mentre la Swiatek ha iniziato a scricchiolare con il dritto. Pronti, via e la statunitense si è trovata in una situazione inedita: iniziare un parziale con un break di vantaggio. La reazione d’orgoglio di Coco, però, è durata fino al 2-0, giusto il tempo per Iga di ricomporsi e di mettere a segno controbreak e successivo break a favore dettando legge nello scambio per cinque game di fila. Alla Gauff il merito di aver interrotto la striscia negativa e di aver costretto la Swiatek a servire per il titolo, ma la polacca non ha tremato, chiudendo la partita con una prima vincente.
Swiatek sempre più regina: i suoi numeri
La Swiatek, così, aggiorna ancora una volta numeri da regina: la polacca ha vinto il sesto titolo in stagione, dopo i WTA 1000 di Doha, Indian Wells, Miami e Roma e il WTA 500 di Stoccarda, nonché il secondo Slam in carriera, dopo il successo al Roland Garros nel 2020. Iga, inoltre, raggiunge quota 35 successi di fila, eguagliando la striscia vincente di Venus Williams che è la più lunga mai registrata nel ventunesimo secolo. Con una ulteriore vittoria, la Swiatek potrà staccare la statunitense in testa alla classifica. Un ultimo dato, infine, spiega quanto sia quadrata la polacca: nelle nove finali vinte in carriera, Iga non ha mai concesso più di cinque game alle proprie rivali, da Sofia Kenin a Belinda Bencic, da Karolina Pliskova ad Anett Kontaveit, da Maria Sakkari a Naomi Osaka, da Aryna Sabalenka a Ons Jabeur, fino a Coco Gauff. Niente male per una classe 2001 che tira il dritto con la stessa potenza di fuoco di un uomo e che fuori dal campo è anche avida lettrice di classici, patita di Led Zeppelin e AC/DC e opinionista per il sito della BBC.
Quanto a Coco, giusto sarà non trattarla come se avesse fallito una chance che non si ripeterà. Naturale che chi è stata battezzata come erede di Serena e Venus Williams si senta sempre un po’ scoraggiata al pensiero di non essere riuscita a bruciare le tappe, ma raggiungere la prima finale Slam a 18 anni è un risultato da mettere nella giusta prospettiva di straordinarietà. E il messaggio che la Gauff ha scritto sulla telecamera per tenere alta l’attenzione sulle sparatorie che stanno piagando gli Stati Uniti dopo la semifinale vinta contro la Trevisan è il segnale di una maturità che le permetterà di andare molto lontano.