Seconda giornata del Roland Garros. Martedì a Parigi il debutto per Sinner, Medvedev e Tsitsipas, che affronterà Musetti.
Djokovic e Nadal al 2° turno
Gestire la pressione di essere gli indiscussi favoriti in un torneo generalmente è tutt’altro che facile, ma se ti chiami Novak Djokovic, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz o Iga Swiatek diventa tutto un po’ più facile. Dall’ultimo al primo a scendere in campo: che Yoshito Nishioka non potesse essere un test chissà come credibile per Nole era pronosticabile fin dal sorteggio, ma il 6-3, 6-1, 6-0 rifilato al giapponese non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Il serbo è sempre più dominante fisicamente e i balbettii contro Davidovich Fokina a Montecarlo e contro Rublev a Belgrado sembrano già appartenere a un’epoca passata. D’altronde, il tempo e il ranking non aspettano nessuno: bisogna difendere il ruolo di numero 1 ATP dalle ambizioni di un Daniil Medvedev in odore di riprendersi comunque la corona dopo Wimbledon.
Qualche ora prima era stato Rafa a spingere il malcapitato Jordan Thompson sull’orlo di una crisi di nervi, tra passanti di dritto e recuperi impossibili sul campo di casa chiamato Philippe Chatrier. Emblematico il punto perso dall’australiano sul 6-2, 2-0, 40-40: dopo un lungolinea di dritto imprendibile per chiunque, ma non per Nadal e dopo un dritto a sventaglio dall’altra parte di campo imprendibile per chiunque, ma non per Nadal, sorprendentemente il maiorchino ribalta lo scambio con una giravolta irreale di polso che Thompson non intercetta. All’australiano non rimane che accartocciarsi a rete sconsolato e inerme. Nel frattempo, lui, Rafa, l’uomo dalle 106 vittorie al Roland Garros, più di chiunque altro nella storia di un singolo Slam, è già pronto per il prossimo punto.
Nel bilancio di vittime sacrificali, probabilmente colui che lascia Parigi più soddisfatto per la propria prestazione è Juan Ignacio Londero che, ieri sera, per quasi un’ora ha messo paura a un Carlos Alcaraz forse per la prima volta in stagione un attimo più rigido in campo. Vuoi che il tennis su cinque set richiede energie psico-fisiche diverse, vuoi che lo spagnolo in fondo ha soltanto diciannove anni e ha giocato la miseria di sei Slam in carriera, inizialmente il teenager di Murcia ha balbettato un po’ al servizio. Il peccato di gioventù, però, è durato 41 minuti. Rilasciata la tensione con il break che gli ha regalato il primo set, Alcaraz non si è più voltato indietro e ha concesso soltanto due game in due parziali, dopo averne persi il doppio nel primo.
In chiave ATP rimane poco da segnalare, se non la sconfitta della testa di serie numero 17, Reilly Opelka contro Filip Krajinovic. Guai a parlare di sorpresa, però: il serbo è ben più a proprio agio sulla terra rossa rispetto allo statunitense.
I risultati del Roland Garros femminile
In casa WTA, invece, fioccano sorprese ed emozioni. Per quattro campionesse Slam come Bianca Andreescu, Viktoria Azarenka, Emma Raducanu e Angelique Kerber che sono andate sotto di un set, si sono trovate a un passo dal baratro nel secondo parziale e poi hanno rimontato di grinta e di testa, un’altra regina, Naomi Osaka, è stata costretta ad ammettere ancora una volta di essere indietro sul mattone tritato. Il sorteggio contro Amanda Anisimova, colei che già era riuscita a detronizzarla agli Australian Open sei mesi fa, in effetti non era stato granché benevolo, dal momento che la statunitense vanta in carriera già una semifinale al Roland Garros nel 2019, mentre la giapponese non è mai andata oltre il terzo turno in sei partecipazioni al torneo parigino. Incappare in una giornata da 45% di prime di servizio in campo e otto doppi falli è stato la ciliegina sulla torta per la Osaka. Tornerà a casa altrettanto sconfortata Lesla Tsurenko, la quale dopo essere stata subito sorteggiata contro la “fu” numero 1 nel ranking WTA, Ashleigh Barty agli Australian Open, ha incontrato subito la nuova numero 1 nel ranking WTA, Iga Swiatek al Roland Garros. L’ucraina si consoli: le probabilità di incrociare di nuovo la polacca a Wimbledon sono matematicamente vicine allo zero. Quanto alla Swiatek, a voler essere pignoli, il 6-2, 6-0 maturato in 54 minuti è leggermente macchiato dal break subito al momento di chiudere il primo set. E pensare che Iga non forza più di tanto il servizio per problemi alla spalla di cui ha sofferto da juniores. Meglio non immaginare come sarebbe il circuito femminile se la polacca scagliasse almeno dieci ace a partita. Altrettanto inevitabile è stata la sconfitta di Barbora Krejcikova. Impegnata contro la wild card francese Diane Parry, la ceca, al rientro dopo tre mesi di stop per un infortunio al gomito, era obbligata a chiudere la partita nel minor tempo possibile, per non rischiare di finire la benzina sul più bello. Il 6-1 iniziale era stato sinonimo di idee chiare, ma poi il fisico non ha più collaborato. E così, mentre l’ormai ex regina di Parigi perderà 2000 punti e uscirà dalla top ten, in un attimo ben undici tenniste hanno la matematica possibilità di salire al secondo posto nel ranking WTA, al momento virtualmente occupato da Anett Kontaveit, la quale, però, nel frattempo ha già lasciato anche lei Parigi, sconfitta all’esordio da Ajla Tomljanovic. Che la battaglia abbia inizio.