MOSCA – Clamoroso nella Pool C di Champions League femminile. Burocrazia e politica si intromettono in quello che è un consolidato svolgimento di competizione sportiva creando un pericoloso precedente.
Tutto ha origine a metà gennaio quando a Mosca l’Ambasciata della Repubblica Ceca non rilascia visti d’ingresso a 5 membri della delegazione della Dinamo Mosca (12 su 17) con la motivazione “non ci sono motivi confermati per entrare nella Repubblica Ceca” mentre per mercoledì 2 febbraio è calendariata la partita tra VK Dukla Liberec e la formazione russa, per la 5ª giornata della Pool C.
Il diniego è stato riservato a 5 componenti dello staff russo, secondo allenatore, scoutman, preparatore fisico, medico della squadra e massaggiatore.
Il club russo ha comunicato alla Cev la situazione e l’impossibilità relativa di affrontare la gara senza parte dello staff, chiedendo assistenza per il rilascio dei visti mancanti o per riprogrammare questa partita in un altro Paese o in un altra data in Repubblica Ceca.
Stando a quanto riportato dalla Dinamo Mosca la CEV avrebbe confermato l’impossibilità di posticipare la partita con il Dukla Liberec. Se Mosca non giocherà la partita si vedrà assegnata quindi la sconfitta a tavolino per 0-3.
L’amministratore delegato della Dynamo Vladimir Zinichev, in un’intervista a Match TV, ha commentato in dettaglio l’atteggiamento della squadra ceca nei confronti della Dinamo. “Il rifiuto del club ceco di non collaborare per risolvere la questione dei visti e la successiva decisione della Confederazione Europea (CEV) di non posticipare la partita di Champions League e assegnarci la sconfitta a tavolino è un clamoroso episodio di atteggiamento antisportivo nei confronti della squadra russa”.