Pronostico rispettato. Wout Van Aert era il favorito di questa cronometro di una trentina di chilometri corsa sfiorando vigneti che sono patrimonio dell’Unesco e, in pratica, ha chiuso il Tour de France, e infatti ha vinto. Ma, ovviamente, sorride anche Tadej Pogacar che, a 23 anni non ancora compiuti, oggi si e’ piazzato ottavo e puo’ gia’ festeggiare il secondo trionfo personale nella gara a tappe piu’ importante del calendario ciclistico, che si concludera’ domani sui Campi Elisi parigini.
E’ stata quindi la giornata dei dominatori. Di Van Aert, gia’ vincitore sul Ventoux, che in questa crono non ha avuto rivali (al secondo posto il danese Kasper Asgreen, staccato di 21″, e terzo l’altro danese Jonas Vingegaard a 32″) , e di Pogacar che di questo Tour e’ stato il grande protagonista fin dagli inizi, scatenando paragoni con i grandissimi del passato. E anche provocando maldicenze, alle quali peraltro non ha mai dato peso, anche perche’ il ciclismo per lui continua ad essere soprattutto divertimenti, e forse proprio questo e’ il suo segreto. Domani festeggera’ sul gradino piu’ alto del podio, su cui saliranno anche Vingegaard e Carapaz, rispettivamente secondo e terzoi, visto che la cronometro di oggi a livello di posizioni dei primi dieci della classifica non ha cambiato nulla.
Quanto a Van Aert, adesso volera’ in Giappone con l’intenzione, affatto nascosta, di conquistare l’oro olimpico nella prova in linea su strada di Tokyo 2020. Per Vincenzo Nibali, che sulle strade nipponiche vuole rifarsi della cocente delusione di Rio 2016 (cadde quando sembrava destinato alla vittoria), il belga sara’ un gran brutto cliente.
Domani 21/a e ultima tappa, l’occasione giusta per Mark Cavendish per provare ad imporsi allo sprint e, cosi’ facendo, battere il record di vittorie parziali nella ‘Grand Boucle’, migliorando il primato di 34 che ora detiene assieme al Cannibale Eddy Merckx.