Ecco -dopo la giornata odierna- quello che sarà il tenore dei commenti di certi professionisti della distruttività, risibili alfieri della comicità involontaria.
A fine giornata, Signori cari, non possiamo che constatare come la cosiddetta armata azzurra altro non sia che un’invenzione volta a sollazzare i gonzi e i dilettanti. Ma quale new wave italica! La realtà, risultati alla mano, è impietosa. Del resto: carta canta.
Facile vincere un torneino come quello di Cagliari, sospinti da un misero cut off e sostenuti da vento e pavoni, fronteggiando Yankees a digiuno di mattone tritato a suon di grugniti scorretti.
Facile esaltarsi nei tornei balneari come Acapulco, approfittando della voglia di tintarella altrui.
Non appena si è presentato un torneo serio e ben frequentato, ecco che i nodi vengono al pettine. Berrettini è ormai un ex giocatore, anzi non lo è mai stato. Dunque è un ex di un ex. Lo stesso Caruso ha beneficiato di un match contro un pizzettaro locale, altrimenti sarebbe uscito subito pure lui. E Travaglia? Parliamone. Disperato, ha cercato di buttarla in rissa, coinvolgendo la ragazza in tribuna. E non parlo del 6-0 rimediato da Cecchinato, altro ex giocatore.
Inutile nascondersi dietro un dito. Italietta era e Italietta rimane.
Fidatevi. Ve lo dice un addetto ai lavori.
(Attendo con ansia il pollice verso dell’utente Elio,il quale, da un po’ di tempo, ha preso a pedinarmi ossessivamente. Saluti anche a lui).
Dimenticavo: inutile sperare su Fognini, palesemente avvantaggiato da una debole porzione di tabellone e dal forfait di Medvedev. Oltre i quarti non andrà mai.