PIACENZA – Sul portale sportivo Sportpiacenza, intervistata da Matteo Marchetti, Catia Pedrini, senza smentirne il contenuto, ci tiene a precisare che il suo post facebook di ieri sulla situazione in cui si è venuto a trovare Michele Baranowicz non era un “attacco” alla nuova società di Piacenza e nemmeno al giocatore.
“E’ vero, le mie parole pubblicate su facebook sono state durissime, ma il mio bersaglio non era in alcun modo Piacenza, la sua dirigenza e i suoi tifosi” dice, ma questo era chiaro già da ieri.
La presidente di Modena va oltre: “In questo caso i biancorossi sono vittima di un sistema fatto di pettegolezzi e di persone poco serie. Credo che di regole errate ce ne siano parecchie e forse anche questa sul tesseramento non è giusta”.
Sul caso Baranowicz Catia Pedrini ha poi specificato: “Pippo Callipo ha preso una posizione netta nei confronti del procuratore che segue sia Baranowicz sia Swan N’Gapeth, perché si è creato un contenzioso durante il periodo Covid e con nessuno dei due si è trovato un accordo. La società calabrese ha proposto a Michele di tesserarlo per poter eventualmente effettuare il trasferimento nel caso ci fossero società interessate, come succede ora con Piacenza, ma l’ipotesi non è stata accettata e questo ha offeso Callipo, un imprenditore di spessore e che conosco personalmente”.
Quindi la Pedrini nell’intervista rilasciata al portale piacentino parla di Elisabetta Curti, massimo dirigente della Gas Sales Bluenergy. “Una persona squisita e educata, che in buona fede si è avvicinata alla pallavolo con grande entusiasmo. Mi ricorda un po’ me quando otto anni fa decisi di entrare in questo mondo; io però ho un altro carattere e ancora oggi continuo a combattere contro il sistema”.
Il massimo dirigente di Modena va oltre: “Se potessi dare un suggerimento a Elisabetta, ovviamente non richiesto, le direi di avere un pizzico di pazienza. Ha un allenatore, Lorenzo Bernardi, che sa quello che vuole, dirigenti del calibro di Hristo Zlatanov e Alessandro Fei che stimo e che conoscono benissimo il mondo della pallavolo, mai e poi mai mi sarei sognata di criticare Piacenza. Anche perché da parte loro non c’è mai stata una parola contro Callipo. E sia chiaro, io non ce l’ho con nessuno, neanche con Baranowicz, così come credo che Callipo non sia arrabbiato con Piacenza”.
Insomma, i rapporti con la Gas Sales Bluenergy “sono e restano ottimi. Dirò di più: qualcuno ha detto che ci saremmo opposti al tesseramento di Baranowicz. Non è assolutamente vero: innanzitutto nessuno ci ha interpellato, ma anche se lo avessero fatto non ci saremmo mai messi di traverso”.
(l.muzz.) Nelle parole di ieri era chiaro che quella di Catia Pedrini non fosse una presa di posizione contro Piacenza, società giovane ma già ricca di persone apprezzate dal mondo della pallavolo e bene ha fatto a precisarlo. Sulla vicenda resta un dato. In questo caso ora non è in discussione la questione del vincolo, un sistema quello sì da rivedere, ma nei giusti modi e nelle giuste sedi non sulla base di mal di pancia che puntualmente si manifestano quando a qualcuno vene toccato l’amico dell’amico mentre tutto tace quando invischiati nel tecnicismo finiscono gli sconosciuti di B, C e campionati locali. Qui, sotto l’aspetto meramente tecnico, bisognerebbe capire e dare la giusta interpretazione alle regole esistenti che impongono che un atleta per giocare a pallavolo debba essere tesserato per la FIPAV e che per farlo si debba passare per una società. E’ tutto qui. Tesseramento e vincolo nell’ambito di questa vicenda sono cose diverse, anche se tecnicamente il mancato tesseramento di Michele da parte della Tonno Callipo (come richiesto dall’agente a metà luglio, cit. Callipo) sostanzialmente lo vincola a non poter giocare fino al 1° novembre, quando Piacenza potrà tesserarlo come nuovo tesseramento alla Fipav.