in

Presidenti alle urne, sabato tocca a Barelli ma Spadafora non molla…

Ci siamo. Il primo a essere rieletto è Paolo Barelli, sabato prossimo. Le Federazioni sportive vanno al voto: c’è tempo sino al 15 marzo del 2021, il Coni andrà alle urne dopo. Fosse per il ministro Vincenzo Spadafora, Barelli e tutti gli altri che hanno già raggiunto, o superato, i tre mandati dovrebbero andare a casa. Ma la legge di riforma sullo sport non fa un passo avanti, non si sa nemmeno quando (e se) arriverà mai al traguardo ed ecco che i presidenti, soprattutto quelli di lungo e lunghissimo corso, si affrettano ad andare al voto. Sarebbe ben difficile una volta eletti che Spadafora possa fare una legge reatroattiva per cancellarli, siamo in Italia, non in Bielorussia. Come detto, il primo è Paolo Barelli. Candidato unico, verrà rieletto sabato 5 settembre allo stadio Olimpico alla guida della Fin, la plurivittoriosa Federnuoto, per il sesto mandato consecutivo. Barelli è anche deputato di Forza Italia e il ministro vuole mettere l’incompatibilità a chi riveste ruoli politici e ruoli di vertice nello spprt. Su questo fronte Spadafora ha anche l’appoggio del Pd (contrario invece al limite ai mandati e determinato nel difendere la legge Lotti) ma anche se questo articolo venisse approvato, non è detto che il giorno dopo Barelli debba scegliere cosa fare, se il deputato o il n.1 della Fin. Passerebbe molto, molto tempo. Il 7 settembre a Parma tocca a Franco Chimenti, leader incontrastato della Federgolf. Il 12 Binaghi (Federtennis) al Foro Italico. Il 13 Casasco (medici sportivi) al salone d’onore del Coni. Barelli, Binaghi, Chimenti e Casasco sono tutti candidati unici. Zero rivali. Il 14 Di Paola (sport equestri) va al voto alla Fiera di Roma: un avversario. Il 19 Buonfiglio (canoa cayak) sempre alla Fiera di Roma: due rivali ma non più Antonio Rossi e Scarpa. Il 20 settembre infine l’hockey su prato a Ostia: Mignardi candidato unico. Poi, via via, tutte le altre Federazioni. In ottobre di sicuro la Federbocce di Giunio De Sanctis e la Fipsas di Matteoli. La Fidal dovrebbe andare alle urne a novembre: Fabbricini, Parrinello e Mei si contendono la presidenza di Alfio Giomi. Alcune discipline olimpiche non hanno fretta di andare al voto, prendono tempo. Ultima la Figc, il 15 marzo del prossimo anno. Curioso: se Gravina e Sibilia prendessero il 49 per cento dei voti e se ci fosse un due per cento di astenuti, ecco che la Figc sarebbe di nuovo commissariata. Su quel fronte non teme nessuno, ha battuto già tutti i record… E Giovanni Malagò? Viaggia spedito verso il terzo mandato al Coni anche se c’è una parte dei 5 Stelle che vorrebbe tanto farlo fuori. Nell’ultima riunione con Spadafora, che ha incontrato i capi delegazione della Maggioranza (giovedi previsto un altro Tavolo), un senatore 5 Stelle ha detto, “noi dobbiamo portare a casa qualcosa…”, riferito alla testa di Malagò. E ha aggiunto: “Non ci capisce perché la Palazzina Onesti, detta anche Palazzina Pagnozzi, non debba andare a Sport e Salute…”. Chiarito il dubbio: si chiama Palazzina Onesti in onore del più importante presidente che il Coni abbia mai avuto, Giulio Onesti appunto (in carica dal 1946 al 1978, l’uomo che salvò il Coni dalla liquidazione…). Inoltre Pagnozzi è segretario generale del Coe, l’associazione europea comitati olimpici, la cui sede è appunto nella Palazzina Onesti al Foro Italico. Non si capisce cosa c’entri Sport e Salute


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


Tagcloud:

GP Belgio, Verstappen: “Ho provato a spingere ma non potevo dare di più”

Sbk Aragon, Pirelli soddisfatta della resa delle mescole