Di Redazione
Continua a guardare la pallavolo dall’esterno Mauro Berruto, anche se la sua carriera da “storyteller” teatrale può finalmente ricominciare: il suo lecture show “Capolavori” ha fissato la prima replica all’aperto dopo lo stop imposto dalla pandemia di coronavirus. In un’intervista al Corriere Adriatico Ancona, l’ex ct azzurro risponde a una serie di domande sullo stato del volley italiano, tra cui l’inevitabile pronostico sul campionato di Superlega: “Secondo me lo scudetto sarà una questione tra le tre formazioni sulla carta più accreditate. Trento è la possibile sorpresa grazie a una bella campagna acquisti, ma Civitanova e Perugia, forse, hanno ancora qualcosa in più“.
Per la ripartenza, tuttavia, c’è ancora molto da lavorare: “Sono preoccupato per settembre – ammette Berruto -. Per la base su cui poggia il movimento, fatta di società che lavorano con i vivai, che si sostengono con il mecenatismo di piccole e medie imprese costrette a fare i conti con la crisi economica, e con le quote sociali versate da famiglie ora in difficoltà e pertanto obbligate a tirare la cinghia, facendo sacrifici“.
Il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni sportive potrebbe essere una soluzione? “È una strada percorribile. Ma al di là dell’aspetto sociale dell’attività sportiva, indiscutibile, forse varrebbe la pena di analizzare la cosa da un altro punto di vista. Ci sono studi che sottolineano l’importanza dello sport come strumento di prevenzione e controllo per diverse patologie, che diversamente andrebbero a carico del sistema sanitario nazionale. Dunque, perché non agevolare chi, sostenendo economicamente lo sport, supporta le società nel far crescere ragazzi più in salute?“.
Nell’intervista c’è spazio anche per una domanda sul futuro: “La pallavolo l’ho salutata con un arrivederci – ribadisce Berruto – e non con un addio. Però tornare significherebbe avere una proposta che riaccenda il fuoco. Ne sono arrivate, soprattutto dall’estero, anche interessanti. Ma per ora resto alla finestra“.
