Il Presidente della Federtennis Angelo Binaghi ha rilasciato un’importante dichiarazione all’agenzia Ansa sugli Internazionali d’Italia 2020. Ormai tutto sembra pronto per l’annuncio ufficiale, con il torneo a settembre appena prima di Roland Garros.
“Nei giorni scorsi l’ATP ci ha chiesto la disponibilità, a ore dovrebbe ufficializzare il calendario: gli Internazionali d’Italia dovrebbero andare al 21 settembre. Con quanto pubblico lo vedremo grazie al dialogo che da domani avremo su questo tema con le istituzioni governative”.
“La tempistica è quella che il nostro partner Sport e Salute aveva auspicato, poi abbiamo preso una decisione in piena condivisione col ministro Spadafora. Che ora dovrà dirci , dopo essersi confrontato col Comitato tecnico-scientifico, quanto pubblico ci potrà essere. L’obiettivo? Premesso che gli Internazionali sono “sold out” permanente, che si verifica addirittura in anticipo, e che quest’anno potrebbe essere quello buono perchè un italiano torni a vincerli, è evidente che nell’interesse del movimento l’obiettivo è che ci concedano il più possibile”.
“La manifestazione viene trasmessa in oltre 200 paesi, può essere una vetrina per far vedere che il paese si è risollevato da questa tragedia del coronavirus e vuole ripartire più forte di prima. Piuttosto dovranno essere riorganizzate le misure di sicurezza in questa edizione particolare: ad esempio è possibile che tutti i posti di tutti i campi siano numerati. E che, di concerto con l’ATP, ci si possa alzare e sedersi anche durante i game, per evitare assembramenti durante le pause dei cambi campo. Esclusi contatti tra pubblico e giocatori, poi percorsi dedicati e più punti di entrata. Oltre alle misure ormai consuete: mascherina obbligatoria e gel per tutti”.
“Queste cose si aggiungono a quelle che dispone l’ATP per garantire la salute dei giocatori e degli operatori al loro sostegno. Noi siamo catalogati tra gli sport più sicuri, dobbiamo fare un piano intelligente e innovativo per fare in modo che questa sicurezza valga anche per il pubblico”.
Marco Mazzoni