di Giovanni Saracino
TARANTO – Sono trascorsi dieci anni tondi dall’ultima stagione di Taranto in serie A1 (2009/10) e il protagonista al timone della Prisma Taranto Volley, a distanza di così tanto tempo, non è cambiato.
Antonio Bongiovanni, presidente del club pugliese, è tornato in un mondo che in realtà con il cuore non aveva mai abbandonato ed il 21 maggio scorso ha ufficializzato l’acquisizione del titolo sportivo di A2 maschile della Materdomini Castellana Grotte. In questi dieci anni, infatti, ci sono stati almeno un paio di tentativi per tornare in scena: nel 2013 quando sfumò un discorso con San Giustino e nel 2018 quando ci fu un sondaggio con Gioia del Colle.
Antonio Bongiovanni e la sua compagna di vita privata e professionale – Elisabetta Zelatore (vice-presidente della Prisma Taranto) – vantano una lunga esperienza nel mondo della pallavolo: dal 1998 al 2001 sono stati soci della Magna Grecia Volley (due campionati di A2 ed uno in A1), dal 2001 al 2004 hanno guidato l’Associazione Sportiva Taranto Volley (due campionati di serie D, un campionato di serie B/), dal 2004 al 2013 sono stati i massimi dirigenti della Prisma Volley (5 stagioni in A1 ed un in A2, due campionati di serie D ed uno di serie C).
Il palleggiatore USA Suxho
Presidente Bongiovanni perché questo ritorno nel mondo della pallavolo? “Siamo ritornati al volley perché è l’ambiente sportivo che forse ci è più congeniale ed è stato come ritornare in famiglia, ritrovare vecchi amici. Lo abbiamo fatto con l’intento di voler ridare alla nostra città la possibilità non solo di assaporare sport di alto livello ma anche di poter condividere momenti di gioia, di positività di speranza in una fase particolare della vita di ognuno di noi. L’entusiasmo che stiamo riscontrando, l’attenzione dei media, è confortante per avviare un percorso che regali un raggio di sole alla nostra Comunità”.
Che ricordi ha delle precedenti esperienze? “Nella prima esperienza, quella da vice-presidente della Magna Grecia Volley, diciamo ero poco consapevole rispetto a quello che stavo facendo. Fui coinvolto per dare un contributo in termini economici in una stagione (1998/99 in A2) in cui la squadra si era ritrovata nei bassifondi della classifica. Poi acquistai Karabec (opposto ceko che l’anno successivo fu determinante per la promozione in A1) e la squadra terminò ai limiti della zona play-off. Quando, invece, nel 2004 fu acquistato il titolo da Parma, ed io ero presidente della Taranto Volley, pagammo, inizialmente, un dazio molto pesante. Spendemmo parecchi soldi per allestire un organico in cui c’erano tanti nomi eccellenti (Cantagalli, Cuminetti, Ihosvany Hernandez) ma purtroppo a fine carriera e retrocedemmo amaramente. Di quella stagione ricordo solo l’esordio al Palamazzola davanti a quattromila spettatori con tanto di vittoria di prestigio sulla Sisley Treviso”.
“La stagione successiva allestimmo una super squadra (Schuil, Gatin, Castellano, Patriarca) e vincemmo subito il torneo di A2. Ormai avevamo acquisito consapevolezza nei nostri mezzi, ci sapevamo muovere bene nell’ambiente pallavolistico, tant’è che nella stagione successiva arrivammo ai play-off scudetto dopo una regular season strepitosa. Avevamo una squadra fortissima (c’erano Granvorka e Anderson) ed arrivammo anche in semifinale di Coppa Italia, dopo aver eliminato una grande come Cuneo”.
“Sono seguite tre stagioni in cui non abbiamo mai fatto tanta fatica a salvarci ed in cui hanno giocato con noi atleti di grande livello come Vissotto, Rak, Mastrangelo, Cernic, Cozzi, Rivaldo, solo per citarne alcuni”.
“I cicli poi finiscono; il nostro terminò più o meno in concomitanza con la crisi economica nazionale. Poi, però possono ricominciare come sta accadendo ora, dove siamo più consapevoli di come si gestisce un club sportivo”.
Il brasiliano Rivaldo
Parodi, Coscione, Padura Diaz, Alletti, sono gli acquisti da poco annunciati. Nel nuovo progetto sportivo c’è già la serie A1? “Tutti noi ci poniamo degli obiettivi, altrimenti che senso avrebbe competere. E’ nei nostri piani ma vogliamo arrivarci gradualmente. Per la prossima stagione l’importante è esserci, il nostro campionato lo abbiamo già vinto ritrovando la serie A2. L’obiettivo è quello di far divertire la gente che verrà al palazzetto ad assistere alle nostre partite, nella speranza che in autunno si possa vivere la vita sociale senza il timore che il Covid possa essere di nuovo tra noi. Con il nostro tecnico-manager, ma sopratutto amico, Di Pinto ci siamo detti che vogliamo costruire qualcosa di inclusivo e che possa trasmettere dei valori positivi al di là del risultato sportivo”.
A proposito di coach Di Pinto, come lo avete ritrovato? “Vincenzo come detto prima è una persona che prima di tutto stimiamo dal punto di vista umano e poi professionale. In questi anni di lontananza dal volley non ci siamo mai persi di vista ed ogni volta che si prospettava la possibilità di rientrare, io ed Elisabetta Zelatore, abbiamo sempre pensato a lui come guida tecnica perché è un allenatore molto ben considerato e rispettato nell’ambiente pallavolistico. E’ un grande lavoratore ed un ottimo organizzatore di staff. D’altro canto i suoi risultati sportivi sono sotto gli occhi di tutti. Nella sua carriera, specialmente in Puglia, è riuscito a portare pallavolo laddove c’era il deserto, raggiungendo da zero, risultati impensabili”.