WASHINGTON – Anche la Nba è pronta a ripartire. C’è grande attesa per la riunione del Board of Governors, l’assemblea dei proprietari, che giovedì deciderà il futuro del basket a stelle e strisce. Quando l’11 marzo il campionato si era fermato per il coronavirus (gli Stati Uniti oggi sono il paese con più contagi e decessi al mondo) mancavano 259 partite alla fine della regular season. Ipotizzare oggi di ripartire da questi numeri è decisamente utopico, così nelle ultime ore si è fatta sempre più largo l’ipotesi di un campionato a 22 squadre coinvolgendo, quindi, tutte le franchigie entro sei gare di distanza dall’ultimo posto utile per i playoff. Tutte le partite si giocherebbero a Disney World, in totale isolamento.Partenza il 31 luglioMa andiamo con ordine. Nulla è ancora deciso e non è detto che la riunione di domani possa chiarire i dubbi di tutti gli addetti ai lavori. Sul tavolo, all’ordine del giorno ci sarà chiaramente la ripartenza del campionato che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere fissata per il 31 luglio. Ma ci sono due aspetti molto importanti da considerare, il primo, quello che più interessa l’intera macchina della Nba e cioè quello dei due miliardi di dollari dei diritti tv locali che attualmente non sono ancora entrati nelle casse delle franchigie e che sono legati a un numero minimo di 70 partite stagionali. Il secondo, ma non meno importante, la possibilità di non coinvolgere nella ripresa quelle franchigie che non hanno più nulla da chiedere al proprio campionato e che, quindi, non sono più interessate nella corsa playoff.Le 22 squadre interessateAl momento, infatti, sarebbero solo 22 squadre su 30 ad essere ancora in corsa per un posto nella post-season. Tre quelle che hanno strappato con largo anticipo il pass: Los Angeles Lakers a Ovest, e Milwaukee e Toronto a Est. Oltre ai gialloviola, le formazioni interessate nella Western Conference sono dodici: Los Angeles Clippers, Denver Nuggets, Utah Jazz, Oklahoma City Thunder, Houston Rockets, Dallas Mavericks, Memphis Grizzlies, Portland Trail Blazers, New Orleans Pelicans, Sacramento Kings, San Antonio Spurs e Phoenix Suns. Nella Eastern Conference, oltre a Bucks e Raptors ci sono altre 7 franchigie in corsa: Boston Celtics, Miami Heat, Indiana Pacers, Philadelphia Sixers, Brooklyn Nets, Orlando Magic e Washington Wizards. Nel caso si optasse per 20 squadre Phoenix e Washington verrebbero escluse.Cosa dovrebbe decidere l’assembleaL’assemblea dei proprietari, quindi, dovrebbe optare molto probabilmente per una ripresa a 22 squadre con un mini-campionato a Orlando, allo Espn Wide World of Sports Complex, il complesso sportivo del Walt Disney World Resort che diventerà una vera e propria “bolla” contro il virus. Una “bolla” che per mesi diventerà la casa di staff e giocatori. Qui si giocherà prima un “play-in”, che non coinvolgerà tutte le squadre, ma solo quelle che, numeri alla mano, si stanno giocando ancora l’accesso all’ultimo posto della post-season. 88 partite in tutto che garantirebbero il limite di 70 gare stagionali utili per il bonus televisivo. Poi, stabilità la nuova classifica, si partirà col playoff vero e proprio con la formula di sempre, ovvero con sfide al meglio delle sette gare.Le problematichePer arrivare a questa scelta, che ricordiamolo, al momento è la più plausibile, servirà la maggioranza del 75% dell’assemblea. E chiaro che questa opzione fa più l’interesse dei proprietari che dei giocatori che resterebbero isolati, quindi lontano dalle loro famiglie per mesi. Anche, perché i playoff, con un’ipotetica gara 7 nella finale per il titolo, si concluderebbero il 12 ottobre 2020. In pratica il campionato 2019-20 finirebbe per durare quasi un anno intero, concludendosi, infatti, dieci giorni prima rispetto alla data in cui è iniziato (il 22 ottobre 2019, ndr), e rendendo così ipotizzabile un via alla stagione 2020-21 non prima del 25 dicembre 2020. Molti giocatori sono contrari, tra questi diversi Dream Team, e non è esclusa qualche protesta plateale da parte delle stelle Nba. Difficile che si dia la possibilità ai giocatori di portare in Florida le rispettive famiglie, sarebbe ancora più ingestibile l’isolamento. Adesso la priorità è quella di garantire la fine della stagione in totale sicurezza.
in Basket
Basket, Nba: si va verso la ripresa a 22 squadre, il titolo in ottobre
Tagcloud: