Lo chiamano preliminare, ma fa già paura così: la sopravvivenza di Renault, come tristemente annunciato la scorsa settimana dal Presidente della Repubblica Macron e dal suo Ministro delle Finanze Le Maire, gli stessi che un anno fa negarono la fusione con FCA … – passa per un piano (preliminare) di lacrime e sangue. Sarà anche inevitabile vista la crisi del settore, quella di Renault in particolare, la transizione della mobilità in direzione green e gli effetti devastanti dello stesso Covid-19 ma l’impatto è ugualmente devastante.
I punti del piano
Il dato più pesante riguarda il taglio sui posti di lavoro. Per arrivare alla riduzione dei costi fissi di 2 miliardi di euro in tre anni, non bastano infatti le belle parole usate nel comunicato ufficiale, ma soprattutto il taglio di 15.000 posti di lavoro, appunto – 4.600 in Francia, 10.000 nel resto del mondo.
Nel documento si utilizza il condizionale perchè lo scontro con i sindacati è già annunciato, nonostante si preferisca usare il termine di “dialogo permanente con le parti sociali”. Nessun licenziamento, nella versione ufficiale, piuttosto, mobilità interna e dimissioni volontarie (…).
Ancora più nel dettaglio a due miliardi di risparmi si arriverebbe tramite:
– Miglioramento dell’efficacia e riduzione dei costi di ingegneria, potendo contare sugli asset potenziati dell’Alleanza (con Nissan e Mitsubishi) per circa 800 milioni di euro grazie al piano Leader Follower presentato due giorni fa con la razionalizzazione e l’ottimizzazione dello sviluppo dei veicoli diviso per aree geografiche ben determinate e assegnate alle singole componenti dell’Alleanza stessa.
– Ottimizzazione dell’apparato industriale per circa 650 milioni di euro, tramite trasformazione impianti di produzione, miglioramento processi di ingegneria e produzione e il ridimensionamento della produttività (da 4 a 3,3 milioni di veicoli entro il 2024). Non si fa cenno a chiusure di stabilimenti ma si citano chiaramente la sospensioni di progetti di aumenti di capacità in Marocco e Romania, mentre si studierà il futuro, la possibile riconversione degli impianti francesi di Douai, Maubeuge, Dieppe (quello dell’Alpine A110), Flins e Fonderie de Bretagne
– Maggiore efficienza delle funzioni di supporto per circa 700 milioni di euro tra digitalizzazione e otimizzazione marketing
– Rifocalizzazione delle attività per una migliore allocazione delle risorse per 1.2 milioni tramite la cessione di quote di partecipazione del Gruppo Renault in Dongfeng Renault Automotive Company Ltd (DRAC) in Cina a Dongfeng Motor Corporation e la cessazione delle attività delle autovetture termiche Renault sul mercato cinese.
Le dichiarazioni
“Ho fiducia nei nostri punti di forza – ha dichiarato Jean-Dominique Senard, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Renault – nei nostri valori e nella Direzione dell’azienda che ci permetteranno di realizzare con successo la trasformazione prevista e restituire al nostro Gruppo tutto il suo valore grazie a questo piano. Gli sviluppi pianificati sono fondamentali per garantire la continuità dell’azienda e la sua crescita a lungo termine. È solo con un approccio collettivo e con il sostegno dei nostri partner dell’Alleanza che saremo in grado di raggiungere i nostri obiettivi e di rendere il Gruppo Renault protagonista dell’industria automotive dei prossimi anni. Siamo perfettamente consapevoli della responsabilità che abbiamo e la trasformazione prevista potrà essere realizzata solo nel rispetto di tutti gli stakeholder del nostro Gruppo e attraverso un dialogo sociale esemplare”.
“In un contesto caratterizzato da incertezze e complessità – ha aggiunto Clotilde Delbos, Direttore Generale ad interim di Renault – questo progetto è di vitale importanza per garantire una performance solida e sostenibile, la cui priorità è la soddisfazione dei nostri clienti. Beneficiando dei nostri numerosi punti di forza, come il veicolo elettrico, capitalizzando sulle risorse e sulle tecnologie del Gruppo Renault e dell’Alleanza, riducendo la complessità connessa allo sviluppo e alla produzione dei nostri veicoli, intendiamo realizzare economie di scala allo scopo di ripristinare la nostra redditività globale e garantire il nostro sviluppo in Francia e sui mercati internazionali. Questo progetto deve permetterci a termine di guardare al futuro con fiducia”.
Benvenuti all’automotive 4.0, quella della transizione energetica e della mobilità. Quindicimila persone a casa nonostante il piano di incentivi da 8 miliardi di euro promesso dallo stesso Macron e il famoso prestito da 5 promesso dal presidente alla Renault. Chissà se a qualcuno dalle nostre parti comincerà a suonare un campanello d’allarme…