Di Redazione
Il protocollo per la ripresa degli allenamenti di squadra pubblicato ieri dalla Fipav sta suscitando, com’era logico attendersi, malumori e polemiche tra gli addetti ai lavori. Uno dei primi ad esprimersi sull’argomento è stato Andrea Giani, tecnico della Leo Shoes Modena: “Ci danno l’opportunità di rientrare nelle aree di gioco – commenta il “Giangio” nelle dichiarazioni riportate oggi dal Resto del Carlino Modena – ma ci chiedono di fare un lavoro solo ed esclusivamente analitico, dando al massimo due palloni per giocatore, in quello che è invece uno sport di squadra“.
“Così si fa nel Minivolley – continua Giani – ma noi non alleniamo il Minivolley, alleniamo dei professionisti: c’è una grossa differenza. Non posso pensare di allenare i miei atleti con esercizi analitici: questo obbligo va in contrapposizione con quello che normalmente facciamo, che è gestire ‘macchine’ da competizione. Mi dispiace, perché non dovrebbe essere così“.
Il coach di Modena riassume così la situazione dell’emergenza coronavirus: “Non possiamo permetterci che qualcuno, all’interno della nostra area di lavoro, si ammali. Questo lo capisco, ma è il nostro lavoro, non andiamo in palestra per un aspetto ludico o ricreativo. Credo che come lavoratori dovremmo essere trattati. Forse le responsabilità sono troppo grosse, non so. Rimane che possiamo tornare in palestra con 12 giocatori e 2 allenatori, ma nella pratica potremo fare ben poco“.