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Matteo Berrettini incerto sulla presenza a Todi e poi dichiara sull’ATP: ” Il problema più grande è che servirebbe una distribuzione migliore dei soldi”

Matteo Berrettini in isolamento forzato in Florida con la fidanzata Ajla Tomljanovic ha rilasciato una lunga intervista a Stefano Semeraro, uscita sul Corriere dello Sport.

Dichiara il n.8 del mondo: “Sono contento che la mia voce venga ascoltata specie quando viene riportato esattamente quello che dico. Qui negli USA gli atleti hanno tantissimo potere sul piano mediatico, specie sui social network. Mabisogna saper distinguere l’opinione di un politico o di un esperto di economia da quello di uno sportivo. Per quanto io adori LeBron James, so che se parla di qualcosa che non è sport può non avere a disposizione tutte le informazioni che servono. Io per fortuna potere di quel genere non ce l’ho, e comunque mi esprimo solo sul tennis“.

L’azzurro ha poi parlato nuovamente del piano ATP per l’Emergenza Covid-19: “Quello che ha detto Dominic è stato molto duro, ma ha le sue radici. Anche lui è passato per i tornei Futures, e ha visto gente che non si comportava da professionista, quindi preferisce dare i soldi a chi – da professionista – può aiutare altre persone. Lo stesso Djokovic ha chiarito che non si tratta di un contributo obbligatorio, e anch’io preferisco donare in maniera diversa, ad esempio ad un ospedale”.
Il problema più grande è che servirebbe una distribuzione migliore dei soldi, per fare in modo che a vivere di tennis non siano solo i primi 100, ma anche i primi 200. Poi chi l’ha detto che il numero 220 del mondo non ha bisogno di aiuto, e il 250 sì? E che chi è appena entrato nei primi 100 – faccio l’esempio di James Duckworth che ci ha messo due anni per recuperare da una operazione alla spalla, e di soldi non ne ha guadagnati – debba contribuire? Non è tutto solo nero o bianco, e dovrebbe stare più alle federazioni aiutare, non al singolo“.

Il ritorno in campo: “Non ho ancora un piano ben preciso per il rientro in Europa. L’ATP non si è sbilanciata ma sicuramente a luglio non si giocherà, quindi non c’è fretta. Mi piacerebbe però tornare in Europa per vedere il mio team e la mia famiglia. Diciamo che ragiono giorno per giorno”.

I Campionati italiani in programma a Luglio: “L’iniziativa è molto bella, specie in questo momento. In Italia ora ci sono tanti giocatori di alto livello, siamo in due fra i primi 15, in otto fra i primi 100, se partecipassimo tutti il torneo di Todi potrebbe essere tranquillamente un ATP. E al pubblico – purtroppo per ora solo da casa – sono convinto che piacerebbe. Se dovessi essere in Europa mi farebbe piacere. Ma ancora non ho sentito nessuno, non so neppure quando tornerò, quindi per ora non posso dare una risposta certa“.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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