ANDREA TRAINI
Andrea si racconta in questa lunga intervista concessa alla fan page Instagram del basket torinese @passionegialloblu
Marchigiano classe 1992, cresce nel settore giovanile della Vuelle Pesaro con cui nel 2009 conquista lo scudetto under 17. Nel 2010 arriva il debutto in prima squadra, nel 2011 conquista la medaglia d’argento con la nazionale under 20 agli europei. Nella stagione successiva si trasferisce a Recanati, in DNA, dove esplode, giocando dei play-off entusiasmanti, tanto da riprendersi un posto a Pesaro in serie A. Purtroppo “Caccu”, questo il suo soprannome, viene colpito dalla sfortuna e dagli infortuni che lo obbligano ad una lunga sosta ai box. Nel 2014 il passaggio a Napoli, nonostante qualche problema al ginocchio si conferma una garanzia nel ruolo di play-maker, segue l’esperienza a Udine e il ritorno in massima serie con coach Diana a Brescia, dove porta sempre il suo importante contributo. Nella stagione 2018/2019 firma a Montegranaro, dove contribuisce alla grande stagione della formazione marchigiana. Scende in campo 31 volte, realizzando 7 punti di media con il 37% da tre. Quest’anno a Torino, in canotta gialloblù, nonostante qualche infortunio, mette a referto 4.9 punti a partita di media, dimostrandosi uomo squadra e di una simpatia contagiosa.
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Come stai passando questa quarantena?
“Sono a casa mia a Porto Recanati cercando di allenarmi correndo e camminando all’aria aperta: nei momenti di relax, guardo film e serie tv e gioco alla play station contro il mio amico Ous (Ousman Diop) …che perde sempre(ride)!!!!”
Che emozioni hai provato quando hai esordito in serie A1 con Pesaro?
“Indescrivibili, come se fosse tutto un sogno e non vedevo l’ora di mettermi alla prova tra i grandi professionisti di A1. Mi ricordo ancora le gambe che tremavano quando toccai il parquet per la prima volta della mia vita. Quel giorno eravamo a Casale ed ero convinto che sarei entrato a causa di alcuni infortuni di miei compagni: non ci capivo più niente e a vincere ai supplementari una partita pazzesca.”
Com’è stato indossare la maglia della nazionale U-16, U-18 e U-20?
“Indossare la maglia della nazionale è qualcosa di incredibile e penso che rappresentare la propria nazionale sia il sogno di ogni ragazzo che gioca a basket. Ho partecipato a 3 campionati europei (under 16 e under 20) e con la selezione 91/92 vincemmo l’argento a Bilbao provando emozioni incredibili che non dimenticherò mai.”
Che partita è stata quella contro Capo d’Orlando dove hai segnato ben 34 punti nonché il tuo high scorer della tua carriera?
“Non potrò mai dimenticare quella partita, non solo per la prestazione personale, ma anche per come l’abbiamo vinta. Eravamo sotto di 18 punti a 8 minuti dal termine e facemmo una rimonta assurda che ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile fare. Io e i miei compagni segnavamo veramente da tutte le parti e così riuscimmo a vincere, non solo la partita, ma addirittura la serie. Una vittoria che non potrò dimenticare incoronata anche da una mia prestazione molto importante.”
Com’è stato ripartire dopo i 2 gravi infortuni nelle annate 12-13 ma soprattutto 13-14 dove sei stato fuori per tutta la stagione?
“Gli infortuni sono stati una parte bruttissima della mia vita, mi impedivano di fare ciò che amavo, proprio nel miglior momento della mia carriera in A1: affrontai la prima riabilitazione con grande determinazione e ottimismo, ma non accadde così per la seconda, perché pensai addirittura al ritiro. Non smetterò mai di ringraziare la mia famiglia, soprattutto mia mamma, per la vicinanza in ogni momento della giornata.”
Raccontaci l’esperienza di Brescia
“È stata una esperienza molto importante soprattutto per la mia crescita a livello cestistico e non solo. Allenarsi tutti i giorni con giocatori di ottimo livello è stato motivante e ti porta sempre a migliorare in qualsiasi cosa dal punto di vista tattico e dal punto di vista tecnico. Ho davvero un bel ricordo di Brescia, come piazza, come società, come compagni, come staff e soprattutto come tifosi.”
Com’è stata la tua esperienza a Torino?
“L’esperienza qui a Torino è stata meravigliosa e, mentre ne parlo, mi rimane l’amaro in bocca perché sappiamo tutti come è andata: sarebbe stato favoloso e incredibile poter provare ad avere la possibilità di raggiungere ciò per cui eravamo lì da inizio anno, ma nonostante questo, rimarrà una stagione da ricordare.
Qual è stato il vero punto di forza di Torino per arrivare primi nel girone Ovest?
“Sicuramente vincere le partite da squadra: per questo serve tanto lavoro, grazie a coach Cavina e lo staff, siamo stati ripagati dei sacrifici in palestra. Il vero punto di forza è stato l’essere uniti fin da subito perché ci piaceva tanto passare del tempo insieme, prenderci in giro ogni momento, scherzare e ridere- È stato veramente un gruppo molto compatto e unito.”
Ti piacerebbe rimanere a Torino anche la prossima stagione?
“A Torino mi sono trovato benissimo e sicuramente sarebbe bello continuare ciò che avevamo iniziato: ovviamente non tocca solo a me decidere, è ancora tutto da valutare, ma spero che Torino possa tornare in A1, lo merita la società, la squadra e i tifosi che sono molto caldi e ci sono stati vicini per tutta la stagione. Forza Torino!”