Tamponi per tutti o quasi e poi si potrà ricominciare in Nba. Due franchigie — Cleveland e Portland — hanno già riaccolto alcuni giocatori tra importanti misure di sicurezza. Alcune squadre però avevano espresso preoccupazione per l’indicazione di non sottoporre i propri giocatori e membri dello staff asintomatici a un tampone, cosa contestata dal proprietario dei Dallas Mavericks, che l’aveva definita come imprescindibile per riaprire il campo di allenamento.
Ora la lega ha fatto delle aperture: come riportato da Espn, sarà infatti possibile effettuare tamponi anche agli asintomatici in quelle città in cui sono disponibili su larga scala, previa autorizzazione scritta da parte del governo locale. Un’autorizzazione che gli Orlando Magic, ad esempio, hanno già ricevuto dall’Orange County Health Officer Raul Pino, con un portavoce della squadra che ha dichiarato: ”Ci è stato assicurato che non stiamo togliendo nessun test agli operatori sanitari o a nessun altro, e che nella nostra comunità il pubblico può ricevere un test in numerosi luoghi diversi”.
Una situazione che potranno sfruttare anche le due squadre di Los Angeles, Clippers e Lakers, visto che il sindaco di L.A. Eric Garcetti ha detto recentemente che i test sono disponibili per tutti i residenti e non solo per gli operatori sanitari. Alle due squadre che hanno riaperto i campi di allenamento non è stato permesso di effettuare tamponi, anche se entrambe intendono partecipare ai test sierologici organizzati dalla lega in collaborazione con la Mayo Clinic Coronavirus Antibody Study. La disponibilità di tamponi su larga scala è uno dei pilastri su cui si basa il ritorno in campo della Nba, visto che la stima della lega è di circa 15.000 tamponi necessari per completare la stagione 2019-20.