ROMA – Sarebbe dovuto tornare in campo, ma una distorsione alla caviglia gli ha impedito di partecipare a un torneo-esibizione a West Palm Beach, a due passi da Boca Raton, in Florida, dove attualmente con la sua fidanzata Ajla Tomljanovic, tennista anche lei, n.56 Wta. Matteo Berrettini non riesce a ripartire dopo essere stato anche lui travolto dall’emergenza coronavirus: “Noi siamo stati fortunati perché qui in Florida la situazione è meno grave rispetto a New York e ci siamo potuti anche allenare”, confida in un’intervista concessa all’Ansa. “L’infortunio non è niente di grave, dispiace ma se proprio doveva capitare diciamo che questo è anche il periodo migliore per avere un acciacco…”.“Ho grossi dubbi che si possa tornare a giocare nel 2020”Il difficile in questo momento è tenere alto il livello di forma e di attenzione. “Allenarsi per cosa? Già è difficile per alcuni versi, in una situazione del genere bisogna essere davvero bravi”. Il tennis non sa come e quando potrà ripartire. Attualmente c’è l’ipotesi del 13 luglio anche se in molti, ultimo Nadal, hanno espresso scetticismo sulla ripartenza nel 2020. L’azzurro concorda: “Sono d’accordo. Spero come tutti che la stagione non sia finita ma ho grossi dubbi. Io sono per giocare, ma la cosa fondamentale ora è fermare questo virus e cercare di ripartire con il tennis normale. È la scienza che ce lo deve dire quando possiamo tornare in campo”.“Giocare una serie A con soli tennisti italiani? E’ un’idea”Il principale problema resta la sicurezza: “Il tennis è un circuito internazionale e in ogni torneo ci sono centinaia di giocatori e tecnici di tanti paesi. Certo – osserva – si potrebbe creare un torneo solo italiano, con tennisti italiani…”. Come la Serie A di calcio per esempio: “Il campionato italiano si gioca solo in Italia, con giocatori che vivono in Italia e non dovrebbero andare all’estero. Se il calcio si chiude solo in Italia, con l’Italia che sta migliorando e sta bene, con tutte le precauzioni che si possono prendere, spero non ci siano problemi”.“Complicato giocare con le nuove norme di sicurezza”Berrettini rivela di sentirsi costantemente con gli altri giocatori e con il presidente dell’Atp Gaudenzi circa le misure per tamponare l’emergenza e ripartire: “E’ molto qualificato, e poi parla italiano quindi si possono capire più cose”. Il romano non sembra essere entusiasta delle misure anti-Covid del futuro tennis: “Sono regole particolari ma necessarie, anche se non le ho ancora sperimentate perché finora ho giocato solo con Ajla. Certo è qualcosa di parecchio complicato e non so se in questo momento sia la cosa migliore da fare”.“Aiutare gli altri tennisti? Non sono d’accordo”In questo periodo si è parlato di aiuti ai tennisti che sono oltre il 100° posto della classifica mondiale e che guadagnano poco. Quello che si è speso più di tutti per questa è Djokovic. Berrettini non è particolarmente d’accordo: “Io preferisco aiutare altrove, un ospedale, una famiglia in difficoltà, piuttosto che un tennista” spiega il campione romano, che al n. 1 del mondo rimprovera la posizione ‘no-vax’: “Io credo nella scienza, se dovesse esserci un vaccino credo di farlo”.“Un colpo al cuore non poter giocare gli Internazionali”Di questi tempi avrebbe giocato agli Internazionali di Roma: “Sul telefono mi sono riapparse le foto dello scorso anno: tantissimi ricordi e partite. Un colpo al cuore pensare che non ci sia. Per me gli Internazionali sono quasi l’evento più importante della stagione”. Meglio immaginare come sarà dopo: “Qualcosa secondo me cambierà. Questo virus ci ha tolto tante libertà, quando ne usciremo dovremo ricordarcelo”. Magari tornando anche a bere e cantare in allegria dopo una vittoria: “Avevo 18 anni e ci siamo fermati a mangiare sulla via del ritorno dopo una vittoria di Serie A a Rovereto. Mi hanno dato 3 bicchieri di vino rosso e io ho iniziato a cantare. Non ero ubriaco ma un po’ brillo sì…”, ricorda.
in Tennis
Tennis, Berrettini: “Temo che non si torni più a giocare nel 2020”
Tagcloud: