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Nuoto, piscine chiuse per la Pellegrini e c.: Barelli aspetta la Protezione Civile

ROMA – Tutto chiuso. La Pellegrini, Paltrinieri, Detti, Miressi, e tutti gli altri lunedì 4 maggio non potranno scendere in acqua per gli allenamenti. Il presidente della Fin, Paolo Barelli, il 27 aprile ha mandato le linee guida della sua Federazione per poter riaprire le piscine in tutta sicurezza: il protocollo è stato inviato al Ministro Spadafora, all’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio e successivamente anche al Ministro della Salute Speranza. Barelli aspetta ancora il via libera da parte della Protezione Civile, sentita la commissione tecnica scientifica.

Il tempo ormai stringe, lunedì è vicino e riattivare una piscina da 50 metri con 5.000 metri cubi di acqua calda richiede del tempo. Le gestione di una piscina inoltre costa migliaia di euro al giorno. Barelli non può nemmeno riaprire i centri tecnici federali, a Ostia dove si allenano Detti e Paltrinieri e a Verona, la “casa” della Divina Pellegrini. Non è tanto questione di soldi quanto di autorizzazioni che ancora mancano. Certo, i circoli sono in difficoltà enormi se non possono riaprire agli utenti, se non riescono ad incassare con i corsi di nuoto. Ma la Fin è pronta ad un sacrificio per i suoi atleti di punta. Un sacrificio che però non potrà durare all’infinito. Ma anche se Barelli riuscisse a riaprire Ostia, sia la Pellegrini, che sta appunto a Verona, sia Miressi, che è Torino, e tutti gli altri non si potrebbero spostare dalla loro Regione. E’ vietato per ora dal dpcm anche agli atleti di altissimo livello. Barelli comunque resta fiducioso, “spero che le autorizzazioni arrivino in tempo anche per la riapertura della attività di base, in totale ricurezza. Se non arriva nulla, riapriremo più avanti”.

Il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi sul sito della Fit ha invece scritto che dal 4 maggio è previsto il via libera: “Seguendo le indicazioni del decreto dello scorso 26 aprile sono autorizzati a riprendere gli allenamenti, seguendo le disposizioni di sicurezza, gli agonisti di tennis, padel e beach tennis compresi nelle classifiche Fit di Prima e Seconda categoria, oltre ad alcuni tennisti under di interesse nazionale e ai migliori atleti italiani di Tennis in Carrozzina “. Ma in alcune Regioni i circoli del tennis sono ancora chiusi. Che fare? Due interpretazioni della legge che vanno in senso opposto. Il frutto della nebulosità di questi decreti. Basta vedere le decisioni di alcune Regioni sul calcio.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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