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FIP – Gianni Petrucci: “Novita ok, ma la quota italiani non si tocca”

FIP - Gianni Petrucci: "Novita ok, ma la quota italiani non si tocca"

Dall’alto dello scranno il presidente federale FIP Gianni Petrucci ascolta i tanti suggerimenti per l’obbligatorio rinnovamento della pallacanestro italiana (gli esiti della pandemia sono già disastrosi e nessuno sa con certezza quando e come si potrà ripartire in condizioni di sicurezza e normalità), ma nell’intervista concessa a Matteo De Santis per La Stampa tiene ben fermi i suoi “paletti”.

La quota italiani non si tocca. Laquestione, che si riflette anche sulla Nazionale, è importante. Parlo quasi tutti i giorni con Gandini, ma voglio essere chiaro: gli italiani devono giocare e il numero dei nostri giocatori rimane un punto fermo. Si può cambiare qualcosa sul sistema d’impiego e parlare anche di squadre con meno italiani, compensate da altre che ne avranno di più. A patto che la quota complessiva resti perlomeno inalterata.

Razza protetta? Non è vero, voglio solo il giusto cocktail tra italiani e non dentro le regole. Gli statuti delle federazioni recitano la tutela del patrimonio nazionale. C’è anche una delibera del Consiglio Nazionale del Coni, di quando ero presidente, sulla diminuzione degli stranieri e sulla quantità di visti per gli extracomunitari. Parecchi italiani, impiegati e impegnati con un minutaggio maggiore, non si sono dimostrati inferiori a tanti stranieri.

Professionismo si o no? Non credo che ci sia questa voglia. Il professionismo significa una maggiore tassazione, ma anche un riconoscimento d’importanza e serietà agli occhi dello Stato. Dopo che la Com.Te.C. ci dirà le iscrizioni in A e A2, vorrei parlare con i proprietari dei club di una riforma sulle competizioni giovanili. Il mio pallino resta una sorta di campionato Primavera, magari organizzato dalla Lega.

Le tre basi solide per la ripartenza. Essere tutti d’accordo sulle novità da apportare ai campionati, sulle misure per riammodernare i palazzetti e sperare che il Governo aiuti davvero lo sport, quello professionistico in testa.

I segnali del Governo. Vedo grande impegno e disponibilità da parte del ministro Spadafora e del suo gabinetto. Credo molto nel nuovo presidente di Sport e Salute: il curriculum di Vito Cozzoli parla da solo.

Da uomo del palazzo dello sport, il calcio ripartirà? Alla fine presumo che ci sarà un punto d’incontro, non so in quale direzione. Tutti amiamo il calcio, ma non accetto che si seguiti a dire che finanzia tutto lo sport: non il basket. Non invidio la posizione di Gravina: sta facendo gli interessi della Fedrcalcio e non posso criticarlo.

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