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WNBA Draft, dove nascono le stelle del domani. Anche per la nostra Serie A

WNBA Draft, dove nascono le stelle del domani. Anche per la nostra Serie A

Dove nascono le stelle di domani, ma non solo: come nella maschile, il Draft WNBA (che ha appena celebrato l’edizione 2020) è da sempre l’occasione per conoscere le nuove promesse della pallacanestro americana e mondiale e, perché no, anche nuovi volti per il campionato italiano. In pressochè ogni edizione delle scelte è possibile trovare straniere che hanno lasciato il segno nella nostra Serie A1, mentre la bandiera italiana è tenuta alta dalle selezioni di Catarina Pollini (32esima scelta nel primo Draft della storia WNBA, 1997) e Kathrin Ress (24esima pick nell’annata 2007).

Nel corso della sua storia, la WNBA ha tenuto diversi eventi riguardanti le scelte: quello originario del 1997, denominato “Elite Draft”, per assegnare le prime giocatrici alle squadre della Lega; il tradizionale “College Draft” riguardante le giovani giocatrici europee e americane; il cosiddetto “Dispersal Draft”, nella quale sono state riallocate le giocatrici di squadre fallite presso altre franchigie (un esempio quello successivo al fallimento delle Sacramento Monarchs nel 2009); ultima tipologia “Expansion Draft”, legato all’ingresso delle nuove squadre nella Lega. Curiosità storica: in uno dei draft d’espansione, quello del 2006 per l’arrivo delle Chicago Sky, rientrarono anche Chicca Macchi e Francesca Zara, che vennero scelte ma non hanno militato mai con la squadra chicagoana, nuova proprietaria dei diritti sulle due Azzurre.

Rimanendo nel terreno del “College Draft” e fatta menzione delle nostre portabandiera italiane, è possibile dire che, passando da Ticha Penicheiro a Yolanda Griffith, menzionando Mery Andrade e Penny Taylor (tra l’altro tra le migliori 100 realizzatrici della storia del campionato), sin dalle origini il legame tra WNBA e Italia è stato fortissimo. Sono tantissime le straniere menzionabili, ed è molto difficile se non impossibile per motivi di spazio nominarle tutte. Nelle ultime 16 edizioni del Draft forse solo il 2006 e il 2010 si sono rivelate annate non indimenticabili per il nostro campionato, in tutte le altre stagioni si trovano qua e là gioielli del nostro torneo.

Partiamo dal 2004, ad esempio: alla numero 10 le Sacramento Monarchs selezionano Rebekkah Brunson, alle 25 le LA Sparks scelgono Doneeka Hodges. Brunson, oltre a costruire un’ottima carriera NBA, ha scritto importanti pagine di storia italiana: a Taranto, nella sua prima stagione italiana, è top scorer e miglior rimbalzista ma perderà beffardamente in semifinale. Si rifarà nel 2010, regalando il secondo scudetto alla società pugliese, e poi nel 2016 con Ragusa, quando porterà alle siciliane la prima Coppa Italia della loro storia giocando una finale da MVP (22 punti e 9 rimbalzi): in Italia per lei 16.6 punti di media in carriera. Il percorso di Doneeka Hodges, ritiratasi all’inizio di questa stagione, ha vissuto tre anni fulgidi in Italia, con l’highlight del titolo di miglior cannoniere nel 2006/2007 con Montigara, 20 punti di media. Nello stesso draft, alla 11, le Shock selezionano Iciss Tillis: sarà la miglior rimbalzista dell’A1 2008/2009.

Il 2005 è l’anno in cui, al terzo giro, con la numero 34 spunta Megan Mahoney, scelta dalle Connecticut Sun. “Meg” legherà la sua carriera all’Italia in maniera indissolubile, chiudendo la carriera a San Martino di Lupari ma passando prima per Parma, Lucca e soprattutto Taranto: col Cras per lei tre Scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe. Da noi, nelle tre competizioni, farà registrare 13.6 punti di media in ben 259 presenze.

Balziamo al 2007: alla numero 13, ultima scelta del primo giro, sempre le Sun selezionano una giovanissima Sandrine Gruda. Ancora oggi Sandrine è una delle straniere più vincenti e forti del nostro campionato, col suo Famila Wuber Schio: due stagioni per lei con 45 presenze in Italia e un titolo da MVP uscente del nostro campionato. Al secondo giro con la 17 Camille Little rinforza le San Antonio Silver Stars: come per Brunson, Little è associabile alla prima Coppa Italia di Ragusa, cui contribuì con 22 punti in finale. Dopo l’esperienza iblea per lei anche dieci presenze a Venezia.

Il 2008 è l’anno delle tiratrici: secondo giro, alla 22 alle Seattle Storm arriva Allie Quigley mentre alla 23 Jolene Anderson viene scelta dalle Connecticut Sun. Quigley ha vinto il titolo di MVP delle scorse finali Scudetto con un impatto eccezionale: in venti partite 15.8 punti di media con Schio, e il 41% da tre. L’high nella serie con Ragusa 21 punti in una Gara 1 in cui si rivelò decisiva. E a proposito di vincenti che dire di Anderson? Più che le statistiche (è la straniera in attività col maggior numero di triple a segno) ricordiamo il palmares:  quattro Scudetti, cinque Coppe Italia, cinque Supercoppe. Nella stessa edizione del Draft, infine, dentro anche Krystal Vaughn (Washington Mystics), vista la scorsa stagione a Lucca, e LaToya Sanders (Phoenix Mercury), passata da Venezia l’anno scorso.

Ashley Walker, per cui le Storm spendono la dodicesima pick assoluta, è il gioiello dell’edizione 2009. Walker è uha delle straniere di maggior esperienza nel nostro campionato, con esperienze a Ragusa, Schio e Venezia e una media di 13.7 punti e 7.5 rimbalzi su 182 partite disputate. Nel suo palmares, in maglia scledense, uno Scudetto e una Supercoppa Italiana. E dopo tutti questi anni, anche in questa stagione stava stupendo tutti facendo registrare il suo massimo personale per percentuale da tre punti (43%).

Due anni dopo è il turno di un’altra iblea, Ify Ibekwe alla 24 per le Storm; di Kayla Pedersen, numero 7 per le Shock; Angie Bjorklund, pick 17 delle Sky; di Jori Davis, terzo giro alla 33 per le Indiana Fever; ma soprattutto di Jantel Lavender: numero 5 assoluta per le Sparks. Se Ibekwe l’abbiamo potuta vedere poco complici infortuni, discorso diverso per Davis che prima a Battipaglia e questa stagione a Costa Masnaga ha saputo esser un pezzo importante della nostra A1. Dal canto suo, invece, Lavender ha giocato due stagioni nel nostro campionato, molto lontane tra loro (2012/2013, poi il ritorno nella scorsa) ma egualmente devastanti: nella prima 16.3 punti e 8.1 rimbalzi culminati in una doppietta Scudetto-Coppa Italia, nella seconda solo lo Scudetto ma anche lì con un apporto simile, da 16.2 punti e 8.7 rimbalzi.

Il 2012 è un anno straordinariamente florido. Alla 6 le Mercury puntano su Samantha Prahalis; il secondo giro vede la chiamata in sequenza (17 e 18) di Riquna Williams e Julie Wojta; si sale di colpi ancora al terzo, con la selezione di Jackie Gemelos da parte delle Lynx alla 31 e quella alla 32 delle Dream, Isabelle Yacobou. La dominante lunga francese non giocò mai con la squadra di Atlanta perché la scelta fu successivamente annullata (Isabelle non era eleggibile perché, allora 26enne, era troppo “vecchia” che prevedeva la selezione di giocatrici internazionali solo a 20 anni d’età), ma lasciò un segno indelebile sulla nostra Serie A, dove aveva debuttato già un paio d’anni prima: nel suo enorme palmares, oltre ai tanti premi individuali, da segnalare un poker di Scudetti, Coppe Italia e Supercoppe Italiane. Di “Sam” Prahalis si ricorda soprattutto la prestazione da 50 punti, con la maglia del Cus Cagliari, tra le gare migliori dal punto di vista realizzativo della nostra pallacanestro nel nuovo millennio: 50 punti, 15/24 dal campo, 15/15 dai liberi nella vittoria 79-83 sul Geas. Wojta, vista per l’ultima volta a Broni, è sicuramente ricordata per le prestazioni nell’anno dello Scudetto di Lucca: il suo canestro del pareggio in Gara 3 è una delle sequenze più incredibili nella storia recente del nostro basket.

Al 2013 risale la scelta di una protagonista attuale del nostro campionato, Janeesa “Chucky” Jeffery: secondo giro, numero 24 dalle Lynx. Con 14.6 punti di media, è stata quest’anno tra le leader di una Lucca sorprendente specie nel suo rendimento d’inizio stagione.

Un anno dopo quartetto interessante tra ex e attuali protagoniste: alla 6 Stephanie Dolson, alla 10 Markeisha Gatling, con la 12 Tricia Liston, alla 14 Tyuanna Marshall e alla 16 Astou Ndour. Ndour e Marshall hanno lasciato un segno ben più che tangibile, la prima come protagonista con Ragusa di tante battaglie d’alta classifica nei due anni e nelle 53 presenze in maglia iblea; la seconda ha fatto solo una stagione nel 2018/2019 ma il suo impatto su San Martino di Lupari è stato devastante con 15.2 punti che hanno trascinato le “Lupe” alle semifinali Scudetto, il miglior risultato della loro storia.

Il 2015 è l’annata dei pivot dominanti, con la 6 arriva Dearica Hamby, alla 12 è il turno della virtussina Isabelle Harrison per le Phoenix Mercury. Dearica ormai lega il suo nome a Ragusa, dove ha esordito nella stagione 2017/2018: prima del break era la miglior marcatrice del nostro campionato, con 21.2 punti di media, il suo massimo in carriera. Stava facendo registrare anche la sua miglior stagione a rimbalzo, 10.9 a sera, con un astronomico 30.8 nella valutazione complessiva. Il tutto dopo aver conquistato il premio come miglior “sesta” nella WNBA nella stagione appena trascorsa, proprio con le Aces che l’hanno scelta. Mentre Hamby è da anni tra i pivot più apprezzati del nostro campionato, l’apporto di Harrison al nostro torneo sta gradualmente crescendo e questa stagione il suo ritorno è stato assolutamente devastante: 20.6 punti e 11.5 rimbalzi di media.

I due anni successivi ci regalano Jaxmon Gwathmey, purtroppo vista fugacemente quest’anno a San Martino prima del break, appena cinque partite, e Bashara Graves (Lucca la scorsa stagione) nel 2016; Shayla Cooper e Feyonda Fitzgerald nell’edizione successiva. In questa rosa di nomi, Fitzgerald è la più nota: seconda lo scorso anno in classifica marcatori con 17.8 punti di media, prima di lasciare anzitempo Vigarano è stata protagonista nella corsa della società emiliana fino alla qualificazione per le Final Eight di Coppa Italia.

Anche il 2018 è un anno straordinariamente prolifico: quest’anno abbiamo visto la terza pick assoluta di quella selezione, Diamond DeShields (Chicago Sky), ma anche la tredicesima nell’ala di Broni Jamie Nared (Las Vega Aces). Se l’avventura di DeShields è stata fermata presto da un infortunio, Nared prima del break era ancora decisiva per Broni e viaggiava a ben 18 punti di media. Alla stessa annata risalgono Marie Gulich, pivot che si è messa in luce come quarta straniera di Venezia la scorsa stagione, e Kahlia Lawrence, realizzatrice vista a Torino. L’anno scorso, seppur al terzo giro, è toccato ad Angela Salvadores, chiamata dalle LA Sparks. Di lei se ne è parlato tanto: stellina della Virtus Bologna, si è subito presentata con 33 punti all’Opening Day (record di giornata) e viaggiava a 17.5 punti prima del break.

Chi tra le selezionate di quest’anno avrà scritto Italia nel suo destino? Attendiamo tutti l’evento di stanotte, che scrive il futuro della WNBA, ma ci riguarda davvero tanto da vicino.

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