Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari e dominus del Basket Torino, è intervenuto su Rai Radio 1 alla trasmissione Domenica Sport.
REAZIONE E RIPARTENZA. “Il basket si è mosso, sotto la guida del presidente Petrucci e quindi dal lato Federazione, in maniera molto compatta. Diciamo che abbiamo preso atto di quella che era la situazione, oggettivamente difficile da immaginare in termine di evoluzione. Giocare a porte chiuse, comunque difficile, per noi rappresenta un qualcosa di molto complicato. La pandemia è ancora in atto, a differenza del calcio abbiamo le scadenze dei contratti al 30 giugno. Immaginare di ripartire con le squadra ferme da due mesi sarebbe stata una cosa molto complicata. Abbiamo messo fine pensando fin dall’indomani a ricostruire la stagione successiva con una formula che tenga conto di tutto ciò fatto quest’anno, e vogliamo cogliere l’occasione per fare in modo che questo sia veramente far si che questo sia l’anno zero. Mettendo apposto le regole che magari erano da sistemare e lo sport che per noi ha un entusiasmo e un seguito unico in Italia”, ha dichiarato Sardara che in conclusione aggiunge: “La botta è forte. Abbiamo due problemi: uno la chiusura della stagione in corso e l’altro la programmazione della prossima e delle successive. C’è un tema di aziende che ovviamente sono tutte alle corde per quelli che sono i risultati economici della pandemia. C’è un tema di pubblico e poi dovremmo anche riabituarci a fare i luoghi affollati. Non sarà una cosa facilissima. Una parte importante la giocheranno anche i rimedi economici che il governo metterà a disposizione. Però credo che alla fine la base del sistema sia sana. Per cui la botta la prendiamo tutti, ma sono sicuro che il sistema saprà reagire e cogliere l’occasione anche di rilanciarsi”.
PARTITA A ROMA A PORTE CHIUSE. “A parte la surrealità della situazione. Entrammo in campo che mancavano 10 minuti. Era talmente tanto il rischio che c’era in campo… Perché noi non avevamo ancora i provvedimenti restrittivi ma eravamo tutti consapevoli di quelli che erano i rischi. Come il calcio, il basket è uno sport di contatto. Per cui, non c’è il pubblico però i giocatori sono a rischio. E questa cosa ha dettato tutti noi grande preoccupazione, è stata una situazione particolare”.
COME RIPARTIRÀ IL CAMPIONATO. “Sicuramente è un tema ancora totalmente aperto. La Federazione, insieme alle due leghe [LegaBasket e LNP] si dovrà riunire adesso per stabilire quelli che possono essere i ranking dei due campionati. Come dicevo prima, è un’occasione troppo ghiotta quella di poter ricostruire il nuovo percorso del basket approfittando di una crisi che come tutte le crisi porta dei grandi problemi ma crea anche delle opportunità. Perché oggi abbiamo l’opportunità di riscrivere le regole in maniera tale che tutti i club possano dare un percorso sostenibile al proprio club ma anche all’intero campionato. Credo che tra le due leghe non ci saranno grandi problemi perché hanno la stessa visione. Si tratterà di trovare delle regole comuni che però abbiano di base un percorso virtuoso. Perché ora è il momento per il basket, e lo sport in generale, di ripartire con un sistema equilibrato, sostenibile e soprattutto virtuoso”.
GRIGLIA DI PARTENZA. “Io credo che prima delle riunioni tra le leghe e delle assemblee, una cosa sia certa già a tutti: nessuno vuole rigiocare a numero dispari. Nel format che si immaginerà, non ci sarà più il numero dispari. Non va bene per nessuno”.
SITUAZIONE TORINO BASKET. “In realtà è vero che ho una doppia posizione, ma fatemi dire virtuale. Nel senso che l’impegno che noi abbiamo preso con le istituzioni piemontesi ma anche con la Federazione era quello di riportare il grande basket a Torino. Non vediamo l’ora di farci da parte, non perché non vogliamo farlo ma perché vorrebbe dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Torino ha tutte le carte in regola perché è una grande piazza e la ripartenza ha trovato intorno a se tutto ciò che serviva, quindi tifosi, sponsor e istituzioni. E ora è pronta per tornare dove gli compete. Perchè insomma, è vero che Torino non può fare a meno del grande basket, ma io penso che anche il grande basket non possa fare a meno di Torino. Adesso poi si vedrà. Rispetteremo le regole che la Federazione insieme alle due leghe porranno, siamo fiduciosi. Ripeto che l’importante è avere un percorso condiviso, virtuoso.