SASSARI – “Sono un fifone, questo virus mi terrorizza, non vado nemmeno a fare la spesa. Se dovessi prendere il coronavirus, vista la mia età, rischierei di non farcela”. Gianmarco Pozzecco non rinuncia alla battuta nemmeno nel bel mezzo di una quarantena. Il coach della Dinamo Sassari, in collegamento con Sky Sport, racconta il proprio isolamento in emergenza coronavirus: “Questa situazione non mi pesa. Sto a casa, mi sveglio presto la mattina e faccio talmente tante cose che la giornata passa anche troppo in fretta. Non vivo la noia, ho mille cose da fare e sto iniziando a programmare la prossima stagione. Peraltro questo coronavirus ci insegna tante cose: siamo sempre focalizzati su quello che accadrà, sul futuro ed è giusto così, ma io penso che sia anche molto importante vivere bene il presente, nel mio caso specifico la professione di allenatore e il rapporto quotidiano con i giocatori”.L’esclusione del 1999L’intervista è stata l’occasione per ripercorrere alcuni dei momenti chiave della sua carriera: “Durante Euro 1999 feci il tifo contro, non mi vergogno a dirlo. Sono sincero e spiego la mia posizione: è stata una bella sofferenza per me e nel momento in cui vieni messo da parte è davvero complicato e difficile fare il tifo per quella che sentivi come la tua squadra. Sfido chiunque abbia vissuto un’esperienza del genere a dichiarare il contrario. Ho una venerazione per Tanjevic e oggi, da allenatore, condivido perfettamente la sua scelta. Doveva prendere delle decisioni e fu molto diretto: non mi riteneva un giocatore di livello europeo e me lo disse chiaramente. La sincerità paga sempre. Del resto non avrei mai accettato di andare agli Europei come terzo play: dipende da come vivi la vita, io non mi sono mai voluto sentire né secondo né terzo, nella mia carriera ho deciso inconsapevolmente di vivere da protagonista o in alternativa di venire escluso”.La stima di De RossiNegli ultimi giorni, Pozzecco ha ricevuto una dichiarazione di stima da parte di Daniele De Rossi, che lo ha inserito nell’elenco dei suoi “modelli” per il futuro da allenatore. “Mi fa molto piacere, è innegabile, soprattutto per la motivazione che ha dato. Daniele ha spiegato di apprezzare il rapporto che ho con i miei giocatori, proprio la cosa di cui vado più fiero. Mi piacerebbe condividere con lui una visione da allenatore che ho cominciato ad avere da giocatore, perché io ho cominciato ad allenare proprio come avrei voluto essere guidato da giocatore”. Proprio da giocatore, Pozzecco è stato bravo a dimenticare le delusioni, arrivando fino all’argento olimpico: “Io penso che la medaglia d’argento vinta ai Giochi Olimpici di Atene2004 sia un derivato di quelle esperienze negative. Senza l’esclusione del 1999, o quella del 2003, non credo che a 32 anni avrei avuto la forza e il desiderio di raggiungere un obiettivo così grande”.
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Coronavirus, Pozzecco: “Sono fifone, terrorizzato dal coronavirus”
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