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LBA – I grandi numeri “6” nella storia dell'Olimpia Milano

LBA - I grandi numeri "6" nella storia dell'Olimpia Milano

Il più grande numero 6 nella storia dell’Olimpia è stato con ogni probabilità Gabriele Vianello, che detiene la quarta prestazione realizzativa di tutti i tempi nel campionato di Serie A (esclusa la A2, altrimenti è la quinta), la seconda per un giocatore dell’Olimpia: 67 punti. Li segnò contro Treviso, una partita che per lui era una specie di derby. Vianello infatti è veneziano, cresciuto nella Reyer e fin dai primi passi in campo ha sempre giocato con la maglia numero 6. E’ stato uno dei primi giocatori italiani a meritarsi l’appellativo di uomo-mercato. Esploso nella Reyer, giocò due anni alla Motomorini Bologna e quindi passò a Varese con la quale vinse lo scudetto. Ma Vianello voleva Milano e il Simmenthal voleva Vianello. Il proprietario dell’Ignis, Giovanni Borghi, non la prese bene, negò il nulla osta e lo costrinse ad allenarsi un anno in Serie A nella seconda squadra di Varese, la Robur che lo schierò nello spareggio per la promozione che vinse. Vianello arrivò così a Milano nel 1962 per rimanervi fino al 1967 vincendo quattro scudetti e una Coppa dei Campioni. Finì poi la carriera tornando a casa, a Venezia. Vianello, che era un mancino dal tiro micidiale, è ancora oggi legatissimo all’Olimpia e non manca mai in parterre a Mestre quando la squadra gioca contro la “sua” Reyer. La prestazione che l’ha reso famoso, più dei 67 punti-record, fu quella del Palalido nel 1966 quando segnò 40 punti al Real Madrid portando Milano alla vittoria ribaltando lo scarto dell’andata e qualificandosi per le Final Four di Coppa dei Campioni. Il Real deteneva il trofeo ed era il grande favorito: la Coppa, il Simmenthal la vinse in buona parte quella sera.

Vianello era di Venezia. Pino Brumatti di Gorizia. Quando Vianello lasciò Milano, fu quindi un altro prodotto del vivaio cestistico dell’est a vestire la maglia numero 6. Brumatti era stato scelto da Sandro Gamba. Due volte, in maglia Simmenthal, ha segnato 30 punti in Coppa dei Campioni che per sua sfortuna giocò solo nella stagione 1972/73. A quei tempi solo una squadra per nazione era ammessa. Brumatti ha vinto però tre volte la Coppa delle Coppe, nel 1971, nel 1972 e nel 1976. Quando l’Olimpia dovette cedere Giulio Iellini e Renzo Bariviera, si trovò a fare da chioccia alla squadra che retrocedette in A2. In quella stessa stagione vinse la Coppa delle Coppe utilizzando Mike Sylvester da straniero (in campionato non poteva giocare), segnando 29 punti in finale contro i francesi di Tours. Brumatti quell’anno segnò 725 punti in 35 gare oltre venti di media. L’anno dopo la portò alla vittoria nel campionato di A2 e venne ceduto a Torino. La A2 l’avrebbe vinta altre due volte (a Torino e Reggio Emilia).

Il terzo “grande 6”, anche lui membro della Hall of Fame dell’Olimpia, è stato Franco Boselli, un’altra guardia come Brumatti. Boselli era una promessa del nuoto, cresciuto nelle giovanili dell’Olimpia, dove arrivò a 13 anni. E’ rimasto fino al 1987, anno del Grande Slam: in quella squadra era il cambio di Premier, ma giocava anche da playmaker nei pochi minuti lasciati liberi da Mike D’Antoni. Tra questi i 90 secondi finali della battaglia di Losanna contro il Maccabi. Dopo di lui c’è stato un altro grande Capitano (per quattro stagioni), Flavio Portaluppi, lui pure prodotto delle giovanili Olimpia.

Per avere un quadro esatto del ruolo che questi numeri 6 hanno avuto nella storia dell’Olimpia: Brumatti con 3.591 è il sesto realizzatore di sempre del club (campionato italiano), Franco Boselli con 3.106 è nono e terzo di sempre nelle presenze. Flavio Portaluppi è sesto nelle presenze e secondo per canestri da tre punti, dietro Mike D’Antoni ma davanti ad Antonello Riva. Gabriele Vianello ha giocato solo 117 partite di Serie A con la maglia Olimpia (erano altri tempi, non c’erano i playoff) segnando 2.087 punti, 17.8 di media.

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