ROMA – Se fosse il Giro d’Italia ad avere una data del genere, gli organizzatori farebbero di tutto per arrivare a Roma, davanti al bersagliere di Porta Pia, proprio nel giorno dei 150 anni della breccia. E’ invece il Tour de France. Un Tour che secondo quanto riporta la stampa francese si sposta avanti di parecchio: si concluderà infatti il prossimo 20 settembre nella tradizionale cornice dei Campi Elisi di Parigi. Dopo le disposizioni del presidente francese Macron sull’impossibilità di svolgere grandi eventi fino alle metà di luglio, la corsa più importante del mondo prenderà il via prossimo 29 agosto da Nizza.
La notizia l’ha data ”Le Dauphiné” sul proprio sito. Sempre secondo quanto riportato, il Tour seguirebbe scrupolosamente il percorso previsto inizialmente.
Tutto sommato è stata scelta la soluzione forse meno prevedibile, anche perché settembre da un punto di vista turistico non si presta agli introiti infiniti che il Tour genera di solito nel calendario tradizionale. Proprio per questo motivo l’ipotesi più gettonata era sembrata quella di arrivare il giorno di Ferragosto a Parigi, posticipando leggermente la Vuelta (organizzata peraltro dalla stessa società del Tour de France e prevista dal 14 agosto al 6 settembre) e lasciando il Giro all’autunno.
Gli organizzatori però hanno scelto diversamente, studiando margini acccettabili di sicurezza. Tutti si dovranno quindi adeguare a sua maestà Tour de France, ferma restando ovviamente l’intesa con l’Uci. Arrivasse l’ok, la Vuelta slitterebbe addirittura a novembre, mentre per Giro d’Italia è salvo il già ipotizzato spazio autunnale (partenza il 3 ottobre).
Del resto per il Tour iniziare prima avrebbe rischiato le decisione delle porte chiuse, eventualità neanche presa in considerazione dalla ASO (Amaury Sport Organisation). Al tempo stesso va tenuto in considerazione che quando si corre la Grande Boucle, almeno una decina di milioni di persone di danno appuntamento ai bordi delle strade di Francia, il che è fin troppo evidente che di questi tempi spaventa.
Dal 29 agosto al 20 settembre rappresenta una collocazione adatta a salvare capra e cavoli. Andrebbe bene ai corridori, che avrebbero tempo di togliere la tanta ruggine accumulata sui polpacci, magari predendo parte a corse di una settimana: quella classica verso il Tour è il Giro del Delfinato, ma il calendario in quel caso è un rebus. Andrebbe bene soprattutto per il budget della maggior parte delle squadre, aggrappato in larghissima percentuale allo svolgimento della corsa. Il Tour dunque guarda avanti, alla sua storia, piegata ma non spezzata dai tremendi anni del doping senza limiti, interrotta solamente durante le due guerre mondiali.