Cominciano a circolare le prime indiscrezioni sull’evoluzione dei provvedimenti del Governo conte per contrastare la furia della pandemia Covid-19. In particolare, riguardo l’utilizzo di stadi e palazzetti (che interessa in primis la serie A di calcio che muove interessi multimilionari, che per lo stop a questo campionato valgono tra 75 e 95 milioni di euro di incassi) non sarebbe previsto per tutto il 2020 l’apertura alla presenza di pubblico.
La furia del Coronavirus dovrebbe mantenersi a livello molto importante almeno fino alla fine di maggio. Salvo ovviamente recidive e esplosione dell’emergenza al Sud. Nonostante le buone notizie del sabato santo, nel consueto rapporto sulla crisi delle ore 18:00 della Protezione Civile, riguardo a una possibile accelerazione nella realizzazione di un vaccino esso non sarà disponibile prima dell’anno prossimo.
Calendario: a fine maggio probabile riapertura per gli sport di squadra, a metà maggio tribunali, studi professionali, bar, ristoranti. Con fortissime limitazioni agli accessi, agli spazi tra le persone, a nuovi modelli organizzativi per negozi, fabbriche e luoghi di aggregazione.
Se queste indicazioni verranno confermate e il trend positivo procedere in questa direzione a giugno e luglio, si potrebbe ipotizzare per la serie A italiana di pallacanestro una ripartenza tradizionale intorno Ferragosto, con allenamenti, amichevoli e campionati a porte chiuse fino a Natale.
E’ evidente – secondo la nostra lettura – quindi che la sostenibilità economica potrà venire soltanto dalla somma di due fattori: contenimento dei costi e degli ingaggi; importante contratto televisivo che vada a coprire i mancati incassi del botteghino.
Per realizzare questo bisognerà muoversi nella riorganizzazione del campionato fissando i parametri minimi per l’iscrizione a una soglia abbastanza elevata per fare uno screening preventivo ed eliminare squadre non competitive come successo quest’anno. La qualità dello spettacolo sarà estremamente importante ed altrettanto lo saranno i bacini di utenza dei club ammessi.
Il tutto comunque strettamente legato all’indice R0 della diffusione dell’epidemia.