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Coronavirus. Potrebbe passare anche l'estate 2020 in attesa di…

Coronavirus. Potrebbe passare anche l'estate 2020 in attesa di...

Nel dibattito televisivo che si è svolto su La7, grazie al programma della Gruber Otto e mezzo, con la viscepresidente di Confindustria e il giornalista Luca Telese che gridavano a gran voce una riapertura dell’Italia dai vincoli del DPCM – che poi nella serata di ieri lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha reiterato spiegandone le motivazioni – c’è stata la pronta risposta dell’infettivologo dell’Ospdale Sacco prof. Galli che ha spiegato loro, alla richiesta di una data certa per tornare alla normalità: “se siete capaci di convincere il virus a darci una data certa…”, che pensiamo spieghi bene la portata storica di questa crisi pandemica mondiale.

Anche negli Stati Uniti l’hanno capito, dopo (dati di ieri, qui) 425.000 contagi ufficiali e 14.665 morti. Non l’ha capito il presidente Donald Trump, che ha visto cadere miseramente in appena un mese e mezzo tutti i pilastri economici con cui aveva puntellato gli apparenti successi del suo governo, che a novembre andrà a elezioni. Secondo lui se NBA. NHL, MLS e NFL non torneranno a giocare la sua conferma andrà perduta e questo è stato un male aggiuntivo per la Nazione nordamericana.

L’ha capito la NBA che sta rinviando di settimana in settimana il suo calendario tappabuchi, che si sta chiedendo – qualora avesse almeno la possibilità di ricominciare a porte chiuse e salvare i contratti televisivi – con quali protocolli sanitari si potrà mettere un centinaio di persone dentro un palazzo dello sport, con quali dimensioni minime, con quale distanziamento sociale che salvaguardi la salute dei giocatori.

Tutte cose che, per prassi, dovrebbero essere oggetto di linee guida formulate dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità e poi recepite dai singoli stati in modo da dare una risposta unitaria alla pandemia. E proprio la mancanza di questo che ne ha favorito, da gennaio a oggi, la rapida diffusione che vede oltre 4 miliardi di esseri umani in quarantena nei quattro angoli del mondo.

Senza saperne abbastanza su questo Covid-19, senza aver raccolto abbastanza dati nel tempo, senza una condivisione epidemiologica dell’intera comunità scientifica – ci sono ancora opinioni abbastanza contrastanti da smussare con la ricerca – quali possono essere gli “esperti” che si possano assumere in coscienza la formulazione di procedure “certe” per mettere insieme un gruppo di persone senza rischio di creare un nuovo focolaio, non ci è dato conoscere.

L’uscita di nuove linee guida comportamentali e strutturali potrebbe richiedere modifiche agli aerei, ai bar, alle aree di servizio delle autostrade. Perfino i pullman con cui si muovono le squadre saranno a rischio revisione. Intanto il Giappone ha rinunciato a fare da cavia, come la Corea del Sud. Che è un passo avanti a tutti, visto che avendo vissuto epidemie recenti di Mers e Sars, i cittadini e le strutture sanitarie rispettano già comportamenti virtuosi senza che il governo abbia dovuto emanare leggi speciali. Oggi si gioca a pallacanestro a Taiwan: vediamo cosa succede da quelle parti, e torniamo a discutere. Sempre con molta calma e pazienza. Ieri, 10 aprile, 570 morti: forse la curva non sale più ma prima di tornare a 0 la strada è davvero lunga.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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