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Andrea Mancini ci racconta Miataland, il paradiso delle Mazda MX-5

Alla domanda di rito: ma cosa ha per te di tanto speciale? Non ha avuto dubbi: è semplicemente perfetta! Ciò che lega Andrea Mancini alla , o se preferite, alla Miata, è un qualcosa che va ben oltre la semplice passione. Un vero e proprio colpo di fulmine, che negli anni lo ha portato a diventare il maggiore collezionista al mondo della celebre roadster giapponese. Ma non solo. In un antico casale del ‘700, nel verde delle colline umbre a pochi chilometri da Todi, ha deciso, da qualche anno, di dar vita a Miataland, un resort dove gli ospiti possono godersi un’immersione totale nell’universo MX-5 (persino le 6 camere disponibili sono a tema, e riprendono i colori delle serie limitate in suo possesso), oltre a poter gustare da vicino, addirittura guidandoli, i 49 esemplari della collezione.
Insomma, uno di quesi casi di scuola in cui la passione prende il sopravvento e ti cambia la vita. Cosa lega Mancini in maniera così profonda alle sue ? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui. Ecco cosa ci ha risposto.

Sei considerato il maggiore collezionista di MX-5 al mondo: come nasce la tua passione per questo modello? 

Si, ti confermo che a Miataland c’è la collezione di MX-5, Miata (edizione americana) ed Eunos Roadster (edizione giapponese), più grande (49 esemplari) e più rilevante (ci sono quasi tutte le edizioni limitate e numerate del modello) al mondo.
La mia passione per questo modello nacque esattamente quando la vidi (sul numero di “Auto” di Gennaio del1990) in una pre-prova insieme alla Lotus Elan. Poi riuscii a vederla dal vivo alla fiera di Roma (sempre nel 1990) e mi piacque ancora di più. Una passione che allora non potevo trasformare in possesso, visto che andavo ancora all’università; ma la voglia di averla e guidarla, non mi passò. Una lunga attesa, fino al 1998, quando presi la mia prima MX-5; una NA usata (prima serie, quindi con fari a scomparsa) nera con capote beige, una 1.6, 90 CV, di importazione tedesca.
Niente di speciale in assoluto, ma era speciale per me, perché fu la mia prima esperienza di guida topdown e la conferma di tutte le sensazioni positive che avevo avuto inizialmente. Purtroppo quella NA la vendetti nel 2000 per comprare una bellissima NB 1.8 in edizione limitata Miracle. Proprio quella vendita, e la mancanza di una NA, mi convinsero che privarsene era stato un errore da non commettere più”.

Cosa rappresenta per te la Miata e cosa ci trovi di così speciale. Insomma, cosa ha di così diverso dalle altre? 

La Miata è speciale perchè ti trasmette sensazioni di guida che poche altre automobili (e con altre fasce di prezzo) possono darti. Guidi davvero; ti senti parte dell’auto. Non sei trasportato ma hai il controllo di quello che succede.  Anche a velocità “moderate” ti trasmette chiaro il piacere di guida. È tutto semplicemente perfetto: lo sterzo diretto e con una risposta vera; il cambio, poi, lo puoi muovere con il polso, ha innesti precisissimi. È una macchina leggera, e anche con una potenza non esagerata, ti regala gran gusto nella guida sportiva”.

Parlaci della tua collezione. Quale “conquista” ti ha fatto penare di più? 

Ogni Miata ha una sua storia. Per trovarla, per andarla a prendere e per portarla poi a casa. Molte sono giapponesi perché la maggior parte delle serie limitate più belle sono state realizzate per il mercato interno; quindi tante le ho trovate proprio lì, per poi farle spedire in Gran Bretagna (perché è molto più facile ed economico). Per lavoro ci vado spesso, e dopo ogni meeting europeo sono sempre tornato in Italia con una MX-5, evitando di prendere l’aereo al ritorno.
Ogni viaggio è una grande emozione. All’inizio c’è sempre un po’ di timore, dovuto al fatto che si acquista l’auto un pò al “buio”; poi si prende confidenza con la macchina, si impara a conoscerla, e ci si gode il percorso, i panorami… a me piace moltissimo guidare.  Anche per molte ore consecutive, fermandomi solo per i rifornimenti”.

Dai, raccontaci un aneddoto…

Una delle ultime che ho preso è stata una NB in edizione limitata (Jap) NR Limited (500 unità, rosso bordeaux con interni in pelle beige e capote beige, cerchi cromati, impianto Bose) con appena 24.000 Km. Un’esperienza di guida incredibile. Una macchina “nuova” ma di 20 anni fa. Semplicemte perfetta! Ho solo dovuto aspettare di arrivare in Italia per trovare un autogrill e poter comprare un CD (ormai introvabili nelle aree di sosta in Francia) per ascoltare un po’ di musica. Con i proprietari, una coppia in pensione, che teneva questa MX-5 come una reliquia, si è instaurato un bel rapporto. Quando ci siamo salutati, prima della partenza, si sono messi a piangere. Li ho invitati a Miataland per poter guidare ancora una volta la loro roadster“.

Tra le tue Miata hai una preferita? E se sì, perché?

Non c’è una vera e propria preferita, perchè ognuna è particolare. Certo ci sono quelle più rare e ambite come le serie M2 dei primi anni ‘90: tre serie costruite in circa 300 esemplari ognuna, tutte numerate e ultimate “a mano”, con tanti particolari unici per la massima leggerezza e l’esclusività delle fuoriserie.

Ogni tanto è bello anche prendersi il tempo per riscoprirle, rivedere le soluzioni, sempre diverse, di personalizzazione, gli abbinamenti di colore, gli impianti stereo (su cui Mazda ha sempre avuto una passione speciale), e alcune raffinatezze come i volanti in legno (Nardi) o i cerchi in lega (spesso BBS). Ognuna di loro è unica. E solo raccontarle agli ospiti è come ripercorrere le tante storie vissute insieme“.

E a proposito di ospiti, ad un certo punto la tua passione si è tramutata in lavoro ed è nata Miataland. Ci racconti com’è andata?

Nel tempo la collezione è diventata sempre più grande, e semplicemente non entrava più nel garage e nel giardino. Serviva una nuova “casa”, un luogo adatto, con tanto spazio a disposizione. C’era poi l’idea di rendere viva in qualche modo la collezione. In fondo, alle macchine sarebbe piaciuto molto di più essere guidate, che rimanere ferme in un garage a prendere polvere. Allora, visto che non esisteva un resort dove gli ospiti (appassionati di automobili) potevano avere la possibilità, non solo di vedere e conoscere determinati modelli, ma anche di provare ogni giorno una Miata diversa, ci ho pensato io. Tra l’altro, Miataland si trova in un contesto paesaggistico davvero unico, l’Umbria, il luogo perfetto per gustarsi una roadster: pochissimo traffico, angoli incantevoli, gente genuina, ospitalità vera. Insomma, un mondo da scoprire. E farlo con i capelli al vento è ancora più bello.
La struttura dispone di 6 camere a tema, ognuna caratterizzata da un colore abbinato a quello di una delle serie limitate; inoltre, ripropongono esattamente i concetti chiave della filosofia Mazda, e in particolare della Miata: poche cose essenziali ma di e realizzate molto bene. All’interno del resort abbiamo anche tutti i libri ed i magazine che parlano della MX-5 e della Miata”.

La soddisfazione per aver realizzato un progetto del genere deve essere enorme. Cosa rende speciali le tue giornate a Miataland?

La parte più bella, per me, è vedere le reazioni degli ospiti al rientro dal loro tour a bordo di una delle mie roadster: sempre con il sorriso, e con la voglia di cercare la loro prima MX-5, o un nuovo modello da affiancare a quella che possiedono già”.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


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